Di Andrew Stranglen – IceAgeNow (USA)
Fonte: destroying the claim that a warming world will have more severe weather
Traduzione a cura di Mauri Sesler (scientific translator)
Abbiamo tutti ascoltato l’affermazione che dice che un mondo più caldo sarà caratterizzato da un aumento della frequenza e dell’intensità di forti tempeste. Ma è solo un altro falso allarmista, non supportato da alcuna prova storica!
Come ho notato oggi sul mio blog:
“Anche durante le intense epoche glaciali, i Tropici rimangono relativamente caldi, semplicemente a causa della loro posizione prossima all’equatore e al fatto che essi ricevono più luce solare e quindi più riscaldamento di quanto ne riceva l’Artico e l’Antartico, ma a causa di uno stretto gradiente di temperatura, un generale raffreddamento del clima è più probabile che sia caratterizzato da condizioni meteorologiche severe. In un mondo dove il riscaldamento è praticamente onnipresente, ci sarebbe una diminuzione del gradiente di temperatura dal Polo all’Artico, e quindi meno occorrenze meteorologiche estreme. Forse è quello che abbiamo visto negli ultimi anni con una attività molto bassa degli uragani particolarmente marcata nell’area Atlantica.”
Severe condizioni di tempo è più probabile che si verifichino durante i periodi transitori di raffreddamento, così come durante i periodi transitori di riscaldamento, ma non è altrettanto probabile che si verifichino nei periodi di stasi / stallo che intercorrono fra questi.
Il Dott. Tim Ball, Ph.D. (Dottore in Scienze), Queen Mary College, Università di Londra (Inghilterra), 1982, ha scritto un articolo conciso nel quale esplora l’affermazione secondo cui ‘un mondo in fase di riscaldamento sarà caratterizzato da condizioni di tempo più severe,’ e le testimonianze storiche che demoliscono questa affermazione.
Qui seguono un paio di estratti stimolanti e sotto è presente il link all’articolo del Dott. Tim Ball:
“Ogni giorno ci viene detto che si stanno verificando tempeste di maggiore intensità rispetto al passato, e che questo peggiorerà a causa del riscaldamento globale. Queste affermazioni contraddicono l’evidenza attuale e quella storica ed i meccanismi di formazione per le latitudini medie…”
“Non c’è dubbio che l’IPCC ha fatto andare indietro la ricerca climatologica di quasi 30 anni. Sono diventati l’autorità centrale sul cambiamento climatico e hanno diretto tutta l’attenzione della ricerca sul riscaldamento globale di origine antropica (AGW).”
https://lectrikdog.wordpress.com/2015/09/25/what-is-the-real-cause-of-severe-weather/
Per quanto riguarda le previsioni climatiche, Andrew dice:
Appaiono davvero impressionanti e gli viene attribuito il timbro dell’autorità quando ci si ritrova con un gruppo di scienziati in camice bianco, con una tonnellata di previsioni a disposizione, che sono state calcolate utilizzando le ultime tecnologie e processi analitici.
Ma alla fine della giornata tutto quello che si sta facendo è fornire previsioni, e se i dati non sono assolutamente corretti al 100% allora come si può affermare che i dati storici siano rappresentativi del clima futuro.
Chi decide quali siano le stazioni meteo e quali i posti, quante e dove, e come facciamo a decidere se questa è una rappresentazione precisa e complessiva del clima e delle temperature medie globali?
Ci sono così tante variabili che hanno a che fare con il tempo che è pazzesco quanti cambiamenti di temperatura si possano avere da un posto all’altro. Basta guardare alle variabili che entrano in gioco con l’indicatore di temperatura della vostra automobile che tende a saltare su e giù anche durante un tragitto molto breve: fondi stradali differenti che si riscaldano secondo modalità diverse, l’influenza del calore e del raffreddamento antropici, il movimento della macchina, le turbolenze provenienti da altri veicoli, materiali diversi utilizzati per l’alloggiamento dell’indicatore di temperatura, sensori di temperatura difettosi o mal posizionati, l’influenza del calore di un’isola urbana etc. l’elenco potrebbe continuare all’infinito.
Quindi, provate ad immaginare se da una semplice situazione come quella di un indicatore di temperatura della propria automobile si espande tale requisito al di fuori nel resto del mondo, alle variabili che influenzano le letture delle temperature e, infine, ai dati che effettivamente utilizziamo per fornire previsioni utilizzando modelli al computer.