La falsa teoria del clima impazzito
E’ il titolo dell’ultimo volume di Sergio Pinna, professore di Geografia dell’Ateneo
Teorie pseudo scientifiche, ipotesi non verificate, falsità vere e proprie. Nel suo ultimo libro, “La falsa teoria del clima impazzito” (Felici editore, 2014), Sergio Pinna, professore ordinario di Geografia dell’Università di Pisa, confuta con decisione, sulla base dei dati disponibili, la teoria della cosiddetta “estremizzazione del clima”, un’idea ormai molto comune fra la gente, nei media e anche in buona parte degli ambienti scientifici.
«L’unico cambiamento certo che può essere documentato è un aumento della temperatura media della Terra di circa 0,8 gradi centigradi dalla metà dell’Ottocento ad oggi», spiega Sergio Pinna, aggiungendo che: «l’idea diffusa da alcuni decenni che il global warming abbia a sua volta provocato un’estremizzazione dei fenomeni climatici è una teoria che poggia su presupposti molto generici e che soprattutto si scontra con i dati disponibili; oltretutto, le informazioni che provengono dalla climatologia storica ci dicono che negli ultimi mille anni gli eventi estremi sono stati molto più frequenti nei periodi freddi piuttosto che in quelli caldi».
Il libro del professore dell’Ateneo pisano è composto da una parte iniziale ed una finale di carattere generale, mentre il contenuto dei capitoli centrali è di tipo più tecnico, visto che vi si analizzano singoli aspetti del clima: entità del riscaldamento recente, tornado e uragani, intensità delle precipitazioni, ondate di calore estivo, variabilità climatica e meteorologica.
«Il problema – sottolinea Sergio Pinna – è riportare il dibattito sui cambiamenti climatici in un piano veramente scientifico e quindi partire dai dati certi, anche se da questo punto di vista non mancano dei problemi strutturali, soprattutto per l’Italia». Il riferimento è ad esempio alla mancanza nel nostro Paese di un vero e proprio servizio meteo-climatico nazionale: quello dell’aeronautica militare non ha una tradizione di studi di climatologia descrittiva ed inoltre gestisce le statistiche solo di un centinaio di stazioni misura, mentre per definire il quadro climatico del nostro territorio ne sarebbero necessarie migliaia. In questa situazione, è poi da considerarsi in modo decisamente negativo l’abolizione negli anni ’90 del Servizio Idrografico nazionale, che ha portato alla nascita di uffici regionali del tutto scollegati fra loro, rendendo così impossibile la raccolta di quella grande mole di dati pluviometrici e termometrici come precedentemente poteva avvenire.
«Nel mio libro – conclude Sergio Pinna – riporto diversi esempi di assurde informazioni, spesso proposte da cosiddetti “esperti”; si possono ricordare in proposito le affermazioni sulle piogge in Toscana, per le quali si è data per certa una triplicazione dell’intensità negli ultimi 20-25 anni rispetto al periodo precedente: una teoria del tutto falsa, come si può facilmente verificare con un’analisi statistica delle serie meteorologiche disponibili nell’archivio online del Servizio Idrologico della Toscana».