Da: http://bortocal.wordpress.com/2013/07/14/299-la-glaciazione-e-cominciata/

oramai sembra non vi possano essere più dubbi, siamo all’inizio di una nuova glaciazione: qualche spiritoso sta già facendo suonare la campanella di inizio: sarà il 2014.

esaminate questo grafico, preso da kaltesonne (Sole freddo), un sito tedesco bene informato sull’andamento dell’attività solare.

mette a confronto l’andamento di tre cicli solari di circa undici anni, nei quali, regolarmente negli ultimi secoli e da quando lo stiamo osservando, il Sole passa da un minimo ad un massimo di attività.

la cosa è verificabile attraverso la comparsa sulla sua superficie delle macchie solari, che, dicendolo a grandi linee, sono appunto grandi tempeste magnetiche lassù dove si accumula l’energia che il Sole disperde poi nello spazio e fa arrivare fino a noi.

jul1

in blu vediamo l’andamento del penultimo ciclo n. 23 (che era già stato un poco meno intenso del precedente), iniziato nel 1997; in rosso scuro quello dell’attuale n. 24, iniziato nel 2008.

come ben si vede, anche nell’ultimo mese l’attività solare è circa al 50% di quella registrata nel ciclo precedente, il n. 23.

* * *

nel grafico, in rosso chiaro, è sovrapposto l’andamento del ciclo solare n. 5.

questo ciclo è noto per coincidere col cosiddetto minimo di Dalton, un periodo di bassa attività solare che andò dal 1790 al 1830 circa.

qualcuno ricorda la descrizione del clima di inizio Ottocento nell’Orlando di Virginia Wolf? la scrittrice fa coincidere con l’avvento del Romanticismo il clima freddo e piovoso che si diffonde sull’Europa.

non è una metafora, ma l’esperienza che gli uomini del tempo vissero davvero e che apparentemente stiamo per vivere anche noi.

noi, perdipiù, in concomitanza, chissà quanto casuale, con un periodo di forte crisi economica (il rapporto fra cicli solari e andamento dell’economia umana è sostenuto da diversi studiosi).

* * *

ma i cicli solari sono variabili non solo per l’intensità, misurata appunto dal numero e dalle dimensioni delle macchie solari osservabili dalla Terra, ma anche per la loro durata.

è stata anzi stabilita una correlazione fra le temperature negli Stati Uniti e la durata dei cicli solari: ogni anno di ritardo del massimo picco di attività rispetto allo schema abituale di 11 anni comporterebbe un abbassamento di temperature di 0,7 gradi secondo il sito New Ice Age.

nel minimo di Maunder i tre cicli centrali – allora non ancora misurati e dunque non conteggiati, ma ricostruiti con altri metodi – erano praticamente privi di macchie solari e avrebbero avuto una durata rispettivamente di 18, 20 e  22 anni.

e qui veniamo alle previsioni che vorrebbero che l’attuale ciclo solare durasse addirittura 16 o 18 anni, il che significherebbe, verso il 2026 un abbassamento di temperature davvero notevole di 3 gradi e mezzo.

in grado di cancellare ogni effetto serra, evidentemente.

* * *

nessuno è in grado di dire oggi se questa diminuzione rientra nella tipologia del minimo di Dalton (durata 40 anni e raffreddamento tutto sommato contenuto), o del minimo di Maunder (durata 70 anni, dal 1645 al 1715, e piccola glaciazione, durante la quale si osservavano sul Sole circa 50 macchie rispetto alle usuali 40-50.000), oppure se corrisponde ad una glaciazione vera e propria, durata 90.000 anni, che potrebbe anche proporsi, dato che l’attuale periodo interglaciale è già durato circa 14.000 anni, cioè circa 2.000 anni di più dei precedenti, a quanto ne abbiamo potuto dedurre.

ecco comunque visivamente l’andamento dell’attività solare da quando la misuriamo:

Ssn_yearly

lo studio tedesco ipotizza  che questo ciclo abbia già raggiunto il suo massimo di attività (si fa per dire, ma tutto è relativo) e riporta la previsione di alcuni studiosi che la glaciazione comincerà a manifestarsi dal 2020, con questo andamento dell’attività solare:

jul4

ma, per quanto questi tentativi siano condotti con metodi scientifici e non da puri ciarlatani, dobbiamo sostanzialmente ammettere che hanno la stessa attendibilità che l’osservazione del volo degli uccelli da parte degli aruspici nell’antica Roma.

abbiamo pochissima osservazione alle spalle, ci manca qualunque modello attendibile del funzionamento del Sole in grado di spiegare i cicli stessi, non diciamo le loro anomalie; le costanti che vagamente identifichiamo attraverso la storia geologica dovrebbero portarci a dire piuttosto che siamo alla vigilia di una grande glaciazione che ad oscillazioni occasionali, pur se molto significative della vita umana.

però lo stesso si sarebbe potuto dover dire anche nel Seicento e all’inizio dell’Ottocento, se si fossero avute tutte le conoscenze che abbiamo oggi.

figuriamoci poi se qualcuno è in grado di dire come interagiranno fra  loro la diminuita attività solare e l’effetto serra, che è documentato e reale, anche se i climatologi delle associazioni internazionali hanno sinora costruito dei modelli climatici assurdi limitati a questo aspetto, che rifiutavano di prendere in considerazione gli effetti della radiazione solare, trattandosi di variabile indipendente (che veniva data per fissa, però).

il risultato è che abbiamo migliaia di persone che lavorano su modelli di analisi e previsione del clima totalmente sbagliati, che non considerano il fattore certamente più importante, il Sole.

per ora abbiamo constatato su scala planetaria una certa stabilizzazione delle temperature nell’inizio di questo millennio, in contrasto non spiegabile con i modelli climatici in voga, ma è molto probabile che oramai il bilancio globale delle temperature comincerà a declinare verso il basso.

ma non credete troppo neppure a questa ipotesi…

* * *

insomma, siamo nella migliore delle situazioni possibili, come avevo anticipato già qualche anno fa anche quile macchie di un sapere a macchie. 23. Apr, 2008.

sappiamo di non sapere ed è tutto quello che possiamo sapere, non è il massimo?