Autore: Guido Guidi
Data di pubblicazione: 7 Maggio 2016
Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=41258
Un paio di settimane fa abbiamo parlato del movimento del polo nord magnetico di rotazione, ovvero di una ricerca che ipotizza che il suo relativamente recente spostamento sia da attribuire a variazioni del ciclo dell’acqua, cioè della massa liquida disponibile, e del volume dei ghiacci, naturalmente entrambi mutati recentemente per effetto del riscaldamento globale.
L’ho chiamata “La madre di tutte le conseguenze“, grazie al sagace suggerimento dell’amico che mi ha segnalato la notizia. Nei commenti al post, qualcuno che ne sa parecchio più di me sull’argomento ha chiarito i termini del problema che…non è un problema.
Infatti, sempre gironzolando per il web, mi capita a tiro un’altro articolo su un argomento molto prossimo e molto dibattuto, l’inversione di polarità del campo magnetico terrestre:
Deciphering Records of Geomagnetic Reversals
In questo studio, sono state analizzate delle serie di dati di prossimità, soprattutto sedimenti marini, per identificare quante volte e con quali modalità sia avvenuta questa inversione. Se vi interessa l’argomento, dal momento che il paper è a pagamento, potete andare a leggerne la spiegazione su EOS:
Polarity Reversals in the Earth’s Magnetic Field
Quel che ha attirato la mia attenzione, è l’immagine con cui EOS apre l’articolo, che poi è la figura 2 del paper:
Sono i movimenti apparenti del polo nord geomagnetico registrati in serie di flussi di lava nel corso di numerose inversioni. Ogni colore corrisponde ad un singolo record di inversione, per cui, tutti i punti dello stesso colore individuano le posizioni del polo nord magnetico in un periodo tra due inversioni. Ovviamente, sono tutte ‘passeggiate’ del polo magnetico che hanno avuto luogo in passato per chissà quale concomitanza di fattori. Ne manca uno solo in questa storia, quello antropogenico. Lo aspettiamo.