Il giornalista scientifico Axel Bojanowski, un geologo esperto, sulla rivista Spiegel scrive come gli scienziati pensano di aver risolto l’enigma del crescente ghiaccio marino in Antartico in un mondo che si scalda.

Bojanowski scrive: “Per molto tempo gli scienziati hanno pensato che il problema fosse semplicemente passato. Si aspettavano soltanto una stranezza passeggera”.

Si scopre invece che l’alto livello di ghiaccio marino Antartico non è stata una stranezza per tutti e continua a fissare nuovi livelli record. Ora gli scienziati rossi in viso, sono alla disperata ricerca di una spiegazione, anche temporanea, che almeno consenta loro di recuperare un po’ di tempo.
Bojanowski scrive: “Mai prima d’ora, da quando le misurazioni sono iniziate alla fine del 1970, c’è stato tanto ghiaccio nel continente meridionale in questo periodo dell’anno.”

Bojanowski cita lo scienziato del clima Hugues Goosse, dell’Università Catholique di Louvain in Belgio, che dice che l’Antartico si comporta in modo diverso a causa del fatto che è circondato da Oceani e Continenti, e che non si comporta come la regione artica. Goosse racconta delle dinamiche oceaniche che agiscono come un conducente probabile nel comportamento dei ghiacci polari.

Ma diamo delle delucidazioni a Mr. Goosse: I cicli degli Oceani sono un fattore climatico che gli scienziati del clima hanno sempre avuto l’abitudine di negare in passato. Gli scettici hanno sostenuto ancora una volta, che effettivamente gli Oceani agiscono come uno dei termostati primari della Terra, ma sono stati sempre respinti. Questo è uno dei motivi per cui i modelli climatici hanno formulato previsioni errate.

Eppure Goosse insiste, dicendo che il fenomeno è “temporaneo”. Spiegel scrive: “Goosse crede nelle “fluttuazioni temporanee dei modelli climatici”, per esempio nei cambiamenti nelle direzioni dei venti prevalenti. Nel frattempo i venti soffiano sul continente meridionale dall’interno verso l’esterno, cioè verso il mare, quindi spingono il ghiaccio verso l’esterno in tutte le direzioni.”

Perché questo stia accadendo non è chiaro. Ma Bojanowski cita una teoria proposta dal National Snow and Ice Center dati. Essi pensano che il buco dell’ozono sopra il Polo Sud possa giocare un ruolo determinante.

Il mistero del ghiaccio marino Antartico sembra più fitto che mai. Bojanowski scrive ancora un’altra spiegazione: il ricercatore finlandese Petteri Uotila pensa che la risposta è nell’Atlantico e che le condizioni dell’Antartide siano collegati: “Credo che questa spiegazione risolva il paradosso del ghiaccio marino antartico”, crede Petteri Uotila del Finnish Meteorological Institute di Helsinki, che non è stato coinvolto nella teoria.”

La teoria è proposta dagli scienziati della New York University (NYU), che affermano che vedono “un incredibile rapporto” tra l’Atlantico e l’Antartide attraverso l’Atlantic Multidecadal Oscillation (AMO).

L’Atlantic Multidecadal Oscillation è la temperatura dell’acqua nell’Atlantico fluttuante nel corso dei decenni, a seconda di quanto sia forte il flusso delle correnti. E le fluttuazioni hanno un impatto sui dati di lunghi anni del clima fino in Antartide”.

Bojanowski cita la Xichen Li di NYU, che dice non è una coincidenza, ed è anche confermata da simulazioni al computer. Bojanowski riassume: “Ovviamente il clima dell’Atlantico ha il livello del mare intorno all’Antartide fluttuante. Come risultato l’estensione di ghiaccio marino sta cambiando. Tuttavia come questo funzioni rimane un mistero. “Sembra che abbiamo scoperto un effetto remoto sorprendente”, dice Li.

E’ ovvio che la scienza del ghiaccio marino è ancora massicciamente irto di travolgenti incertezze e rimarrà così ancora per molto tempo. Il collegamento Atlantico-Antarctico proposto da Li conferma ciò che molti scettici stanno sostenendo da anni: gli Oceani giocano un ruolo enormemente importante.

Il veterano Meteorologo Joe Bastardi ha sempre detto per anni, che l’estensione del ghiaccio Artico è guidato in gran parte dall’AMO e i bassi livelli di oggi del ghiaccio del Mare Artico sono direttamente collegati al momento positivo (caldo) dell’AMO. Se l’AMO caldo ha un impatto sul ghiaccio marino antartico, perché non dovrebbe avere un impatto sulla regione artica, che si trova proprio accanto? Ancora una volta gli scienziati si stanno rendendo conto soltanto ora (ammettendolo), quello che è ovvio per gli scettici già da un decennio.

Infine gli scienziati come Goosse si stanno ricredendo. Bojanowski cita: Qui abbiamo a che fare con le fluttuazioni naturali che sono il mascheramento del riscaldamento.”
Goosse ha finalmente ammesso che non stiamo osservando alcun riscaldamento da molti anni ormai.
Noi dal canto nostro abbiamo il sospetto che tra circa 10 anni da oggi, quando la bufala si sarà spenta, gli scienziati come Goosse potranno anche vedere come non ci sia mai stato il riscaldamento, chiaramente nascosto dietro la bufala del global warming.

Antarctica_nasa

http://www.spiegel.de/wissenschaft/natur/antarktis-meereis-paradoxon-warum-eis-rekord-im-suedpolarmeer-a-966879.html

ENZO
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