Autore: Massimo Lupicino
Data di pubblicazione: 15 Novembre 2017
Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=46430
È da almeno una ventina d’anni che i giusti ci prospettano la scomparsa totale e definitiva della neve a causa del global warming, con disappunto di grandi e piccini. In attesa che il destino si compia, e preso atto della sgradevole ostinatezza con cui le montagne continuano ad imbiancarsi (pur tra i soliti alti e bassi), la neve è scomparsa per davvero…Non dalle montagne, ma dalle cronache.
Intorno alle 14:00 di Lunedì 13 Novembre 2017 la situazione sull’autostrada Firenze-Bologna era questa:
Sui maggiori quotidiani italiani tuttavia, la notizia di nevicate così insolite per il periodo tardava a farsi largo pur tra articoli in apparenza non proprio da Pulitzer… A sorpresa, il primo a rompere il ghiaccio (è il caso di dirlo) è La Stampa, che in tarda mattinata inserisce uno stringato pezzo sul maltempo relegando in terza posizione quello che era lo scoop della giornata: Londra sconfigge la Brexit puntando tutto sulla “gender intelligence” e sull’insegnamento della “fluidità sessuale” ai giovani nelle scuole.
Nel frattempo sulla Repubblica e sul Corriere si dorme. La prima semplicemente non riporta la notizia delle nevicate, mentre il Corriere la relega alla fine della homepage, praticamente introvabile e dispersa tra i video di “You Reporter” in mezzo a perle del calibro de “Il gattino a due facce: come averne due in uno” e “Ecco cosa succede se dai fuoco al tuo nuovo (e costosissimo) I-Phone”. Anche il corrierone, tuttavia, non si fa sfuggire la notizia-scoop sulla buona scuola britannica, con il titolo accattivante di “Sì ai maschi in tutù (…)”
A dire il vero un altro quotidiano a tiratura nazionale la notizia la dà: si tratta del Giornale, che lo fa in questi termini: “Sull’Italia piomba Attila (…)”. Uno se lo immagina nelle sembianze di Diego Abatantuono questo Attila, se non fosse che qualche esperto ha deciso di chiamare in questo modo proprio la perturbazione in questione. Tra il disappunto e le ironie dei lettori stessi del Giornale, nei commenti in calce all’articolo…
Attila flagello di Dio
Qualche considerazione
Non ci si abitua facilmente, al tracollo continuo del livello dell’informazione. Personalmente credevo che l’informazione “di servizio”, quella che serve al cittadino comune per evitare di trovarsi in situazioni difficili, trovasse ancora ospitalità sui quotidiani nazionali: un paio di milioni di persone erano alle prese con una nevicata fuori stagione, in alcuni casi piuttosto intensa. Alcune di queste guidavano in autostrada in mezzo alla tormenta, con tutti i rischi del caso. E la gran parte dei quotidiani ha deciso bellamente di ignorare la notizia. Di non informare.
È inevitabile che venga il sospetto che anche la neve sia diventata una pura e semplice scelta editoriale: se non piace si fa sparire, così come si fanno invece comparire un giorno sì e l’altro pure una serie pressoché infinita di scemenze meteo-climatiche, quando queste fanno comodo alla narrativa del “moriremo tutti di caldo”. E che in tempi di COP tedesche di per sè già abbastanza scassate qualcuno abbia ritenuto di stendere un velo pietoso su una nevicata “scomoda”, ci può stare tranquillamente. Anche perché il fatto che se ne sia parlato timidamente solo in serata a evento concluso ricorda quelle tecniche di spin applicate in altri contesti per notizie sgradite alla linea editoriale: come quando un’elezione “va male” e si mettono in prima pagina exit poll più benevoli, per poi affondare la notizia e renderla invisibile in coda a tutte le altre quando escono i risultati finali.
In quanto a desaparecidos dai quotidiani italiani, bisogna dire che la neve è comunque in buona compagnia insieme a tutti quelli che un tempo si chiamavano “grandi temi”: temi nazionali e quindi invisi ad una informazione globalista: occupazione, diritti dei lavoratori, politica economica, politica industriale, politica monetaria, politica estera (ne abbiamo parlato).
Si corre tuttavia il rischio di sopravvalutarla, certa informazione, quando le si attribuisce la capacità di controllare le notizie in modo così orwelliano. Forse sarebbe più corretto parlare solo di cattiva informazione. A rafforzare il sospetto è la presenza di un altro articolo di dubbio valore, in termini di informazione di servizio, comparso proprio sulla Stampa lo stesso giorno. L’articolo in questione è una dichiarazione della meteo-star Luca Mercalli, secondo il quale per ammodernare gli acquedotti è bene tagliare gli incentivi alle coppie che fanno figli. Immagino si riferisca all’obolo di 800 euro per le neo-mamme italiane.
Meno bambini italiani, dunque. Per rendere un servizio ai tubi.
E meno informazione-spazzatura, mi permetto di aggiungere. Per rendere un servizio a tutti gli Italiani.
Roberto