Del Professor Domenico Salimbeni – 18 Febbraio 2024

Ho letto su Focus che, secondo i dati satellitari del servizio Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell’Unione europea, “Il 2023 è stato l’anno più caldo in 150 anni, e mese dopo mese ha infranto ogni precedente primato di temperatura: si teme che sia solo l’inizio.”. Non ci sono più dubbi: il 2023 è stato l’anno più caldo da 150 anni a questa parte, da quando cioè sono cominciate le rilevazioni della temperatura globale. E “probabilmente” lo stesso messaggio sarà ribadito nei prossimi giorni anche dalla NASA, dalla NOAA (la National Oceanic and Atmospheric Administration statunitense) e dal gruppo di ricerca Berkeley Earth, che si preparano a pubblicare i loro dati.

Come riporta un articolo pubblicato sul New York Times, non solo l’anno appena trascorso ha battuto i precedenti record di temperatura media globale: “li ha proprio inceneriti”: una tendenza che molti esperti temono possa indicare un “cambio di passo” nei cambiamenti climatici di origine antropica.

Pensateci bene: ogni mese da giugno a dicembre 2023 è stato più caldo dei corrispondenti mesi in qualunque anno precedente, e in particolare l’estate boreale, tra giugno e agosto, è risultata “la più calda di sempre”. Le temperature medie globali sono risultate 1,48 gradi °C più elevate rispetto all’era pre-industriale e 0,60 °C più alte rispetto alla media 1991-2020. L’anno appena trascorso ha persino battuto il 2016, il precedente anno più caldo della storia, con una temperatura media globale di 14,98 °C, 0,17 °C più elevata rispetto al 2016. E tutti e tre i mesi estivi hanno battuto i record di calore: nel sito https://go.nasa.gov/48cqdmn si può visionare un filmato che descrive l’impressionante riscaldamento globale, che termina con l’immagine nella figura 1.

Anche il mese di dicembre 2023 è stato il più caldo mai registrato, con una temperatura media globale più alta di ben 1,78 °C gradi rispetto al periodo 1850-1900. Ma non basta: circa la metà dei giorni del 2023 ha oltrepassato la soglia dei +1,5 °C rispetto all’era pre-industriale indicata dagli scienziati (voi sapete qual è il riferimento? A me nessuno l’ha comunicato né lasciato capire) e negli Accordi di Parigi come limite da non superare, per scongiurare gli effetti più devastanti dei cambiamenti climatici.

L’estate 2023 è stata la più calda anche nei registri della NASA (che, come anticipato sopra, dovrebbe comunicare la sua “scienzah”), continuando la tendenza al riscaldamento a lungo termine causato dall’attività umana (quanto siamo criminali! Noi umani!).

Si tratta di un avviso del futuro? I climatologi (della NASA, della NOAA, di Berkeley Earth, e/o di Copernicus?) stanno cercando di capire è se l’ampio margine con cui il 2023 si è piazzato in cima agli anni più torridi di sempre sia, oppure no, indicativo di un’accelerazione nel riscaldamento globale (GW per gli esperti), nonché un triste monito su come andrà nel futuro: Carlo Buontempo direttore del servizio Copernicus, ha spiegato che “Gli estremi che abbiamo osservato negli ultimi mesi forniscono una drammatica testimonianza di quanto siamo lontani dal clima nel quale la nostra civiltà si è sviluppata”.

Sembra poco, invece… Ogni decimo di grado di rialzo delle temperature globali porta energia in eccesso nel sistema termodinamico dell’atmosfera terrestre e alimenta ondate di calore, sistemi temporaleschi più violenti e prolungati, fusione dei ghiacci, innalzamento del livello dei mari e imprevedibilità delle stagioni.

Basta ripercorrere con la mente la cronaca del 2023 per ricordare i record di temperatura in Cina, Iran, Grecia e Spagna, Texas e Sud America; gli incendi che hanno devastato il Canada e il record al ribasso del ghiaccio marino formatosi attorno alle coste dell’Antartide sia in estate sia in inverno. Oltre alle emissioni, i gas serra e, in particolare, CO2 e metano, sono i principali responsabili di questo disastro annunciato. Ma nel 2023 anche altri fattori, umani e non, potrebbero aver influito. Per esempio:

a) L’eruzione del vulcano della nazione insulare di Tonga nel Pacifico: un’esplosione senza precedenti la cui emissione di vapore in atmosfera, avvenuta nel 2022, ha contribuito a intrappolare calore vicino alla superficie terrestre;

b) L’introduzione, nel 2020, ma potrete aver già iniziato ad avere effetto, di limiti sul contenuto di zolfo nel carburante delle navi, che ha abbassato le quantità di aerosol in atmosfera che riflettono la radiazione solare e facilitano l’effetto di raffreddamento.

c) El Niño, il fenomeno oceanico che si manifesta con un aumento della temperatura superficiale della zona costiera del Pacifico orientale e che è spesso legato a record mondiali di alte temperature, infatti negli ultimi decenni gli anni molto caldi sono stati quelli cominciati mentre El Niño era attivo; ma nel 2023 il fenomeno è iniziato a metà dell’anno e quindi, per molti studiosi non è stato il principale facilitatore dei record registrati, mentre potrebbe esserlo per il 2024, che potrebbe proseguire le tendenze fin qui viste e piazzarsi se non in cima, comunque nella “top 3” degli anni più caldi della Storia.

d) Gli Oceani quasi saturi: anche se un singolo anno, benché “bollente” come il 2023, non è indicativo della direzione del clima mondiale, ci sono altri segnali molto preoccupanti del fatto che il mondo sembra riscaldarsi più rapidamente di quanto si temesse. Per esempio, il 90% dell’energia intrappolata dai gas serra è assorbita dagli oceani, e recenti osservazioni hanno mostrato che questo accumulo di calore è aumentato in modo drammatico dagli anni ’90, arrivando quasi a raddoppiare tra il 2010 e il 2020 relativamente al periodo 1990÷2000. L’oceanografa della Scripps Institution of Oceanography presso l’Università della California a San Diego, Sarah Purkey, ha spiegato che si tratta di “una curva chiaramente non lineare».

Anche uno altro studio dell’Università di Tolosa uscito a dicembre 2023 documenta un’accelerazione del riscaldamento globale del sistema Terra (oceani, terraferma, atmosfera, ghiacci) dal 1960, ossia da quando si è registrato un deciso aumento delle emissioni di anidride carbonica.

Segnali preoccupanti che fanno sospettare che il caso del 2023 non rimarrà isolato, e che ci siano fattori in gioco che ancora non comprendiamo pienamente.

Prima o poi, però, arriva inevitabilmente il momento in cui è necessario attivare la materia grigia, così si può analizzare la parte superiore della videata conclusiva del filmato NASA in figura 1 di cui sopra è riportato il link: la NASA non se ne è accorta, ma il suo documento testimonia (se non è contraffatto) che il 2022 e il 2021 sono stati più caldi, … scusate: bollenti, del 2023. Ma queste sono quisquilie.

Nella figura 2 sono riportati i grafici delle temperature degli ultimi 24 anni dei singoli mesi dell’anno (gennaio in alto a sinistra, febbraio alla sua destra, poi da maggio ad agosto nella seconda riga, e così via) e nella matrice in figura 3 sono riportate le temperature medie globali mensili corrispondenti: la temperatura del 2023, nella colonna 2, è confrontata con la temperatura massima degli ultimi 24 anni nella colonna 4, mentre nella colonna 3 è indicato, se diverso dal 2023, l’anno in cui si è registrata la temperatura massima del singolo mese.

I diagrammi in figura 2 e i dati in figura 3 sono tratti, come al solito, dai soliti dati fornitimi dal Governo inglese che ormai ho richiamato tantissime volte, che ha iniziato a rilevare i dati climatici medi globali nel primo secolo settimanali e successivamente giornalieri, non da 150 anni come crede Copernicus ma da 365 anni (quello corrente è il n° 366), e che Copernicus, NASA, NOAA, etc., compresa ovviamente l’IPCC “non conoscono” perché il Governo inglese non si è venduto all’IPCC.

Si nota chiaramente che solo giugno e settembre del 2023 sono stati più caldi degli ultimi 24, mentre gli altri 10 non lo sono stati. Quando ho compilato la matrice in figura 3 non ho pensato di indicare la posizione del mese del 2023 negli ultimi 24 anni, ma è rilevabile dai 12 diagrammi, nei quali la curva verde indica la temperatura negli ultimi 24 anni, la curva rossa la tendenza logaritmica e la curva nera la media mobile a 7 anni. La tendenza logaritmica evidenzia che negli ultimi 24 anni i mesi di febbraio, maggio e luglio hanno una temperatura pressoché costante, mentre si stanno riscaldando i mesi di aprile, giugno, agosto, settembre, ottobre, novembre e dicembre, e si stanno raffreddando i mesi di gennaio e marzo.

Cosa si può concludere? Come accade sempre in questi casi, Copernicus (come NASA, NOAA, Berkeley Earth & C., sostengono “Supercazzole”, come diceva il grandissimo Ugo Tognazzi, sempre e solo “Supercazzole”!

Stavo per dimenticare “l’anno più bollente di sempre”: NON è il 2023, anche se è stato superato “per un pelo” dal solo 2022, come evidenzia il diagramma delle temperature medie globali della Terra degli ultimi 365 anni riportato in figura 4. Non fate caso al “crollo” del 2024 l’analisi si ferma a ieri, quindi nel 2024 sono computati solo gennaio e poco più di 2/3 di febbraio: il 2024 non sarà l’anno più freddo dal 1659!