02-10-2016 – Salve a tutti, autunno che entra nel vivo e sembra che voglia quasi saltare alcuni passi, facendoci piombare, nelle previsioni dei modelli, in alcuni tratti invernali della stagione.
Ci sono molte cose da dire nell’editoriale di oggi, cercheremo di esporle in maniera chiara e comprensibile, andiamo per gradi.
fig.1
Attualmente, come si evince in fig.1, il tempo è in miglioramento su tutte le regioni, con la penisola alle prese con la classica variabilità post frontale (sistema 1).
Ma dalla fig.1 è visibile molto di più: nell’Europa centrale, con perno sui Paesi Bassi, è presente un secondo sistema frontale, associato a un vortice piuttosto approfondito (sistema 2). Ebbene, tale sistema frontale raggiungerà entro 24 h il sistema 1 ora sui Balcani, generando un primo vortice depressionario sempre più alimentato da aria fredda di origine artica, il cui afflusso si sta organizzando in queste ore, sotto la prepotente spinta della risalita altopressoria in atlantico (blocco).
Tale spinta genererà, in sole 36 h da adesso, un possente blocco anticiclonico centrato sulla Scandinavia, isolando completamente i comparto europeo dal flusso Atlantico (fig.2).
fig.2
In fig.2 il primo nucleo depressionario, evidenziati in fig.1, è segnato con la sigla B1. Nel frattempo, molto più a nord, un secondo nocciolo freddo (B2), ancora più intenso, prenderà le mosse dal mare di Barents (artico) diretto a sud, pronto a raggiungere il primo e a generare una profonda e vasta struttura depressionaria immediatamente a nordest della penisola italiana, un vero e proprio nocciolo freddo di stampo prettamente invernale (fig.3).
fig.3
Una simile configurazione in inverno avrebbe tenuto incollati al computer tutti i meteoappassionati d’Italia, in quanto capace di generare nevicate in pianura in molte regioni d’Italia.
Ma da cosa dipende una tale facilità e precocità nell’arrivo di simili strutture fredde in questo periodo??
Come accennato nei precedenti editoriali, il VP sta mostrando un’inaspettata debolezza strutturale, tale da risultare già frammentato in Artico (fig.4).
fig.4
In tal modo, l’anticiclone delle Azzorre non trova alcuna elevata tensione zonale del getto polare proseguendo verso nord e, in sostanza, non trova impedimenti nello spingersi più a nord, in Artico, consentendo, lungo il suo bordo orientale, la discesa di masse d’aria fredda fino alle le medie latitudini.
Quali potrebbero essere le principali fenomenologie innescate dall’arrivo di una tale nucleo freddo??
Difficili da prevedere con esattezza nella loro collocazione, ma certamente forte instabilità, con temporali sparsi, grandinate, colpi di vento e NEVICATE sui rilievi alpini e appenninici fino a 1000 m di quota localmente anche più in basso.
Insomma, arriva l’inverno più che l’autunno (fig.5).
fig.5
La prima fase perturbata, illustrata nelle precedenti figure, dovrebbe riguardare il periodo tra il 5 e il 7 Ottobre, iniziando dalle regioni adriatiche e proseguendo a ritroso verso ovest, giungendo alla fine a interessare, con l’afflusso freddo, praticamente tutta l’Europa centrale e il Mediterraneo, con pesanti anomalie termiche negative nella prima decade di Ottobre (fig.6).
fig.6
Cosa succederà dopo??
Tutte le emissioni finora evidenziavano la possibilità di un rapido riaggancio della struttura depressionaria continentale con il flusso atlantico più a ovest; le odierne previsioni però riportano una maggiore tenuta del blocco occidentale, con conseguente maggior durata del flusso freddo e instabile continentale (fig.7).
fig.7
In fig.7 è riportata la previsione odierna del modello europeo per il giorno 8 Ottobre, con l’afflusso continentale freddo che continua e il blocco in Atlantico che tiene ancora bene.
In ogni caso, un ricongiungimento con le depressioni atlantiche entro la fine della prima decade sembra molto probabile da parte della goccia fredda artica, ma le modalità sono ancora tutte da definire. In effetti, sebbene l’emissione ufficiale del modello americano evidenzi la possibilità del ritorno di correnti meridionali molto miti nel Mediterraneo, la visione delle carte ensemble appare molto diversa, come evidenziato dagli spaghetti per la città di Verona (fig.8).
fig.8
Praticamente, l’emissione ufficiale è l’unica che si porta sopramedia stabilmente dal punto di vista termico nel lungo periodo; tutte le altre evidenziano un trend sottomedia ininterrotto a partire dal giorno 3 Ottobre. Ecco, in particolare, una delle tante visioni delle ENS previste per la metà di Ottobre (fig.9).
fig.9
In base a tale visione, non sembra che la crisi del VP possa essere riassorbita tanto presto e, di conseguenza, l’instabilità e il freddo potrebbero caratterizzare buona parte del mese in corso, che si preannuncia molto dinamico e fresco.
Ringrazio Ilario Larosa di http://www.meteoscienza.it/
Roberto
Attività Solare