Questo è il titolo della conferenza che il Professor Willie Soon, fisico solare di fama mondiale e scienziato indipendente, ha tenuto il 12 Agosto scorso a New Orleans, in occasione del 35° Congresso Annuale di Doctors for Disasters Preparedness, dal titolo: “Risanare la Grandezza nella Scienza e nella Salute Americane”. Sono andata a curiosare sul sito del Congresso e ho scoperto che si tratta di una comunità scientifica che si occupa di “Promuovere la difesa all’interno del proprio territorio nazionale e una prudente prontezza ad eventi di ogni genere”, frase che si trova sulla bacheca della loro pagina FB collegata al sito stesso.
Il programma del Congresso è ricco e interessante, con argomenti che spaziano dalla cattiva pratica scientifica alle questioni riguardanti le pandemie e i vaccini: dai titoli degli interventi, il taglio è particolare rispetto a quello a cui siamo abituati. Se avete voglia, andate a curiosare 😉
Torniamo all’intervento del Prof. Soon.
Guardando il video del suo discorso, colpisce immediatamente la foga e l’energia che ci mette nel denunciare fatti molto gravi, che riguardano la mancanza di correttezza della pratica scientifica quando si parla di ricerca sul Clima. Denunce di episodi capitati a lui e ad altri colleghi, fin dai primissimi anni 2000: ricorrono nomi noti a voi che frequentate questo sito, come il Dott. Roy Spencer – vittima di spari contro il suo ufficio durante la marcia sul clima, Michael Mann – recentemente agli onori della cronaca per essersi rifiutato di rendere pubblici dati, sembra falsificati, delle ricerche scientifiche finanziati con i soldi pubblici, l’IPCC, l’Intergovernal Panel on Climate Change (sul sito di AS troverete molti articoli in cui si parla della manipolazione dei dati scientifici) e altri.
La denuncia è forte: gli Enti che dovrebbero garantire l’imparzialità delle pubblicazioni scientifiche sono corrotte e fanno pressioni sui ricercatori, spesso rigettando con argomenti alquanto deboli e faziosi gli articoli che propongono.
Ecco brevemente i principali punti del suo intervento – qui la fonte:
C’è il rifiuto a dibattere, come una religione – Soon afferma che c’è troppo attivismo politico nelle scienza e colpisce il rifiuto da parte degli scienziati che sostengono il riscaldamento globale a sostenere dibattiti in pubblico e paragona la scienza del riscaldamento globale ad una religione, lo “Scientismo”. Il pubblico lui dice è confuso dall’interferenza politica nella scienza. […]
Disconnessione dalla realtà – Soon crede che l’allarmista scienziato del clima Michael Mann sia delirante poiché si dipinge come colui che sta salvando il pianeta. Nel complesso, Soon fa un quadro di scienziati che sono andati completamente fuori controllo e sono totalmente scollegati dalla realtà e cita una richiesta da parte dell’IPCC perché il mondo paghi 535 trilioni di dollari per il peccato del carbonio [CO2, ndr]; cita anche quanto riportato da Gavin Schmidt (NASA), secondo il quale l’essere umano sta avendo un’influenza sul clima più del 100% [durante l’esposizione, il Prof. Soon mostra delle slides con alcune percentuali, in base alle quali il Clima è totalmente guidato dall’uomo, ndr].
Collusione, bullismo e censura – Un problema che Soon affronta riguarda “censura e bullismo” in ambito scientifico, dilaganti. In ambito climatico, gli allarmisti colludono costantemente per tagliare fuori le opinioni diverse [dalle proprie, ndr] e sporcano la reputazione degli scienziati che non sono d’accordo. Soon dice testualmente che esse sono “really dirty people, doing bad stuff” [letteralmente, “davvero persone sporche, che fanno brutte cose”, ndr].
Paranoia, considerare il suicidio – al minuto 33, Soon presenta un grafico che mostra come gli scienziati del riscaldamento globale, così frustrati dagli scienziati scettici, abbiano discusso la possibilità di modificare il processo peer-review per evitare che i lavori degli scettici vengano pubblicati. Ha raccontato come il Prof. Phil Jones sia diventato così disperato per la paura di essere scoperto che ha “preso in considerazione il suicidio”.
Yellow star, stella gialla – Soon ha mostrato come la Conferenza dell’Unione Geofisica Americana ha rimosso scienziati che avevano punti di vista differenti. La censura era così sfacciata che egli stesso smise di farne parte. […] Una rivista, ha raccontato, ha utilizzato la “yellow star” per indicarlo come uno scienziato di cui diffidare, tattica che secondo lui è vicino all’ambito Nazista.
Parlando di quest’ultimo aspetto, egli aggiunge che aveva talmente in odio questo modus operandi di Enti federali (che dovrebbero garantire l’imparzialità, tra l’altro….) che da un certo punto in avanti ha scelto di non richiedere più fondi pubblici per finanziare le ricerche, per mettersi in cerca di finanziamenti privati che gli permettessero di essere indipendente. Nonostante ciò, gli sono stati rifiutati diversi lavori per conflitto di interesse: pur documentandone l’assenza in modo circostanziato, quasi mai le riviste rispondevano alle sue mail, preferendo non pubblicare il suo lavoro – obiettivo ultimo secondo lui, in quanto egli ha sempre proposto lavori che andavo contro il riscaldamento globale.
Egli conclude, riassumendo la sua denuncia in poche righe:
La nuvola nera della censura e dell’intimidazione si sta diffondendo rapidamente nell’ambito della scienza del clima in tutta la sua evidenza ora. La scienza del clima, come la conosciamo, è pericolosamente invasa e corrotta dallo scientismo. I grandi cattivi prepotenti della censura, quegli scienziati, istituzioni scientifiche e agenzie per i fondi [per la ricerca, ndr] continuano a condurre le danze e a prendere decisioni in tutti gli ambiti importanti per la scienza e devono essere fermati.
Quasi tutte le istituzioni sono essenzialmente popolate e controllate dagli attivisti e dagli allarmisti, invece che da scienziati curiosi, fermamente convinti del grande danno della CO2, senza alcun bisogno o interesse per l’evidenza scientifica.
Colpisce, ascoltandolo, la veemenza, l’energia di chi è direttamente coinvolto e oggetto di ingiustizie, mantenendo comunque la lucidità che gli permette la denuncia di un fenomeno che dura almeno da una ventina d’anni, probabilmente anche di più.
Se il quadro può gettare nello sconforto, è anche vero che proprio il fatto che se ne parli offre un’opportunità di cambiamento. Lo stesso Prof. Soon cita Lecomte du Nouy:
L’uomo esiste meno per gli atti che compie durante la sua Vita che per la scia che lascia dietro di sé, come una stella cadente.
A conclusione, non è mancata una nota umoristica, che non ha bisogno di traduzione 😉
Sara Maria Maestroni