In questo articolo cercheremo di approfondire in maniera dettagliata come fosse il clima, soprattutto in inverno, nel mite medioevo (periodo 800-1300). Partiremo dalla Groenlandia (con un accenno al Canada) per arrivare in Europa centrale (specie riguardo gran Bretagna e Francia) passando per la nostra penisola e l’est Europa; infine un breve accenno all’Asia orientale (Cina).
Bisogna innanzitutto dire una cosa: ogni fascia climatica ha il suo tipo di vegetazione e viceversa … questo è programma di quarta elementare … della serie non troveremo mai la tundra in Sicilia o i pomodori in Alaska.
Sottolineo questo in quanto spesso ho sentito dire che non basta vedere la linea delle colture dell’epoca per sentenziare che il periodo medioevale era più caldo di oggi. No … mica … è programma di quarta elementare … un dato di fatto inoppugnabile: ogni fascia climatica ha il suo determinato tipo di vegetazione, punto. Ogni grado in più di temperatura sposta la fascia delle coltivazione di circa 150 km verso nord. Chi prova a negare questo cerca disperatamente di tirare avanti la “farsa” del global warming, in maniera alquanto antiscientifica. Tutt’al più che all’epoca avevano mezzi agricoli rudimentali e non avevano serre riscaldate e diserbanti/concimi chimici. Se non avevano un clima più che benevolo ad aiutarli manco nei sogni avrebbero potuto coltivare piante come il grano ed il miglio a latitudini polari (come è realmente successo).

La Groenlandia fu colonizzata dal X secolo per opera dei vichinghi. Famosa in tal senso la figura di Erik il rosso.
Si stima, dai documenti storici dell’epoca, che tra il 1020 ed il 1190 l’Islanda vide solamente una volta i ghiacci artici arrivare fino alle sue coste settentrionali.
Questo quando, nei secoli successivi, ogni 5 anni circa i ghiacci la raggiungevano regolarmente.

Tale restringimento della calotta, fa pensare a temperature elevate soprattutto nel Nord Atlantico e sul Polo, con mari liberi da pericolosi iceberg e forti tempeste, che favorirono i viaggi dei Vichinghi.

I riscontri paleoclimatici sopra (studio del 2017) confermano i dati storici dell’epoca. I ghiacci artici a nord dell’Islanda 1000 anni fa (così come nel periodo caldo romano) erano molto più ridotti di oggi. Ora smentite pure questo; ci sono i documenti del tempo, le prove paleoclimatiche e la linea delle colture che parlano chiaro …
La Groenlandia arrivò ad avere 2 colonie piuttosto vivaci, quella orientale e quella occidentale.

L’ insediamento occidentale (Vestribygð in norvegese antico) era la più piccola delle due aree della Groenlandia colonizzate verso l’anno 1000 da agricoltori nordici provenienti dall’Islanda. L’insediamento nordico scomparve nella metà del XIV secolo. Tale insediamento si trovava a 100 km ad est dall’attuale Godthab, città principale dell’isola. Pensate, in una zona che oggi sarebbe sul confine con l’ice sheet …
Non solo, oggi Godthab in luglio, ossia il mese più caldo, ha una temperatura media di 4 gradi di minima e 12 di massima (l’equivalente che abbiamo a Roma in gennaio). La domanda è: come potevano coltivare con successo cereali (grano, orzo, avena) ed allevare buoi e cavalli in tranquillità se in luglio avevano una temperatura tipica di gennaio, e quindi brinava e nevicava pure? Il grano per crescere ha bisogno di circa un paio di mesi continuati con temperature massime di almeno 20 gradi, con clima secco e soleggiato (aggiungerei anche poco ventoso).
Tutt’al più che l’insediamento del X secolo sorgeva a 100 km dal mare (in una zona ad oggi proprio sul confine col ghiacciaio) in una zona soggetta a forti venti. Quindi togliamoci altri 2 gradi di temperatura media : 2 di min 10 di max in luglio. E’ più che evidente che in tale periodo il clima era molto più mite di oggi. Diciamo circa 6-7 gradi di temperatura media maggiore di adesso in Groenlandia. Con 8 di min e 16 di max in luglio ti capitava pure per qualche giorno consecutivo che ti andava sopra i 20 la temperatura. E comunque sarebbe stato difficile avere una buona resa agricola … tutt’al più che il periodo più piovoso in tale area è il trimestre luglio-agosto-settembre … ed il grano ha bisogno di un clima secco oltre che mite …

Oltretutto molte abitazioni vichinghe erano in legno, segno che in zona vi erano foreste di conifere (oggi solo tundra). E all’epoca, se veniva una stagione fredda non ti salvavi mica con i rifornimenti dall’esterno … non c’erano aerei o mezzi a motore tali da garantire rapidamente approvvigionamenti anche nelle stagioni più inclementi come è ora … bisognava per forza essere autosufficienti. Nel periodo del suo massimo splendore la Groenlandia arrivò ad avere ben 250 fattorie attive, 3000 coloni e una sede vescovile fissa.
Ad oggi l’unica coltura praticata in Groenlandia è quella delle patate lungo i tratti costieri più soleggiati; nonostante gli sforzi del governo, i raccolti sono molto modesti. L’isola deve la sua sopravvivenza a continui sussidi e rifornimenti dalla Danimarca … se non ci fossero quelli, ad oggi sarebbe totalmente disabitata. In tal periodo i vichinghi arrivarono perfino a colonizzare il gelido Labrador e il Quebec, e un’area la chiamarono Vinland addirittura (zona baia delle Meduse), ossia terra del vino…e la descrissero ricca di salmoni e priva di ghiaccio in inverno.
Passiamo ora all’Europa, in particolare alla Francia.
La Francia tra l’800 ed il 1300 vide inverni molto miti e lunghe estati calde e torride. In Francia centro settentrionale vi erano prevalenti boschi radi di querce da sughero, una pianta tipica oggi della Sardegna, a cui piace il clima caldo e secco. I boschi radi fornivano terreno facilmente coltivabile e adatto all’allevamento del bestiame, che prosperò in Francia in tale epoca. Nel gennaio 1187 a Strasburgo fioriscono tutti gli alberi…1289, inverno assente in gran parte d’Europa, più che altro una continuazione dell’estate: a marzo in Francia l’uva è già matura, ad aprile il vino pronto nelle botti…in Italia frutta matura sugli alberi.
In diverse occasioni i fiumi Loira e Senna si sono seccati completamente in estate nei secoli X, XI e XII.
Evento che nella storia recente non si è più ripetuto, nemmeno nella terribile estate del 2003.
Il fiume Sarthe, in Francia, che attraversa Alencon, in Normandia, zona umidissima ed esposta alle correnti atlantiche, sembra che si sia disseccato solo tre volte nel corso della storia, una volta durante il regno di Carlo Magno, la seconda nell’835, la terza nel Giugno del 1168.
Attualmente la Francia centro settentrionale presenta un’estate fresca e piovosa; le ondate di caldo intenso sono occasionali e di breve durata. Pensate che differenza con l’anno mille…
In Inghilterra vi era un’abbondante produzione di vite sino in Scozia…per riuscire a coltivare bene la vite, vi è necessità che la temperatura media estiva sia di almeno 18.5 gradi. Oggi Londra, nella zona meridionale dell’Inghilterra, ha una temperatura media estiva di 16 gradi.
Capitolo Alpi (e poi ci fermiamo qui e continuiamo nella seconda parte) : le Alpi vissero un periodo di splendore tra l’800 ed il 1300; gran parte dei centri abitati alpini sono stati fondati e costruiti in tale arco temporale. Vi sono notizie storiche di passi di alta quota transitabili per gran parte dell’anno; addirittura il Teodulo era una delle più importanti vie di comunicazione tra l’Italia ed il centro nord Europa. Esso si trova a 3300 metri di altezza e oggi è ricoperto da nevi perenni. Poi possiamo parlare della Marmolada : le notizie di ghiacci perenni qui iniziano solo a partire dal 1350 circa; prima era usato come pascolo d’alta quota. In molti paesi alpini oltre i mille metri, fin verso i 2000, era comune la coltura di cereali e vite (sono state ritrovate tracce di vigneti lungo i pendii soleggiati intorno Zermatt, a 2000 metri di quota). L’Intensa colonizzazione degli altipiani alpini in tal periodo, lascia intendere estati lunghe e secche, ed inverni miti, molto poco nevosi. Come ribadito per la Greenland, all’epoca se non eri autosufficiente difficilmente sopravvivevi: non potevano aiutarti con rifornimenti dall’esterno in presenza di forti nevicate (non c’erano gatti delle nevi e mezzi a motore vari). Se sono state abitate così intensamente in tale fase, è perché avevano più di un utilità e comodità a viverci. Con i mezzi che avevano all’epoca, con un clima attuale, a nessuno verrebbe in mente …
Capitolo nevi perenni : molti passi alpini d’alta quota, alcuni anche oltre i 3000 metri erano aperti e molto utilizzati per gran parte dell’anno. Se ad oggi il limite dei ghiacciai alpini è sui 2800 metri (anche se per trovare con certezza ghiaccio perenne bisogna salire di altri 2-300 metri) all’epoca era all’incirca sui 3600 (e la neve si trovava solo dai 3800 in su). Questo giustificherebbe l’utilizzo massiccio del colle del Teodulo (quella che fu la strada imperiale di Augusto) in tale fase storica, in quanto si trovava al di sotto delle nevi perenni. Anche qui possiamo pensare ad una temperatura media di circa 5 gradi superiore all’attuale. Per il momento ci fermiamo qui, vi aspetto nella seconda parte per parlare del resto d’Italia, Europa e Asia e di alcuni episodi meteorologici eccezionali del passato …

A presto
Alessio