Dopo decenni di ricerca durante i quali sono stati spesi miliardi nei fondi per la ricerca, esistono meno prove scientifiche che mai dell’esistenza di un qualunque collegamento fra i livelli di biossido di carbonio nell’aria e le temperature medie globali, o il proclamato aumento «catastrofico» del livello dei mari.


Scritto dal Dott. Klaus L.E. Kaiser (Ontario, Canada)

In molti ambienti locali vivono numerose specie di tartarughe, come per esempio la testuggine palustre dipinta, la tartaruga della mappa, la tartaruga alligatore, la tartaruga del muschio e altre ancora. Nel corso di una soleggiata giornata primaverile, è possibile vedere molte di queste tartarughe uscire dall’acqua e posizionarsi su una roccia, nel tentativo di catturare un caldo raggio di sole prima di immergersi nuovamente nell’acqua fredda, che si trova probabilmente ad una temperatura di 7 gradi centigradi.

Ci troviamo già nel mese di Giugno e sia la temperatura dell’aria che quella dell’acqua sono molto più contenute rispetto alle condizioni stagionali aggiustate dal «riscaldamento globale = cambiamento climatologico = pianeta che frigge» che venivano proclamate da così tanti allarmisti climatologici. A quelle condizioni dovrebbero arrivare in breve tempo, prima che l’acqua si congeli nuovamente, con una profondità di qualche decina di centimetri, per molti mesi. Forse, a questi allarmisti potrebbe essere di aiuto il distinguere «l’inquinamento da carbonio» dal vero inquinamento – e i fatti dalla finzione.

La Bufala dell’ “Inquinamento da Carbonio” 

Il Presidente Statunitense Trump ha detto pane al pane, vino al vino – assai giustamente!

Dopo decenni di ricerca durante i quali sono stati spesi miliardi nei fondi per la ricerca, esistono meno prove scientifiche che mai dell’esistenza di un qualunque collegamento fra i livelli di biossido di carbonio nell’aria e le temperature medie globali, o il proclamato aumento «catastrofico» del livello dei mari. Au contraire, sono numerose le prove che evidenziano come la CO2 sia un agente atmosferico di raffreddamento e come alcuni livelli dei mari stiano addirittura scendendo.

Il cosiddetto problema dell’ «inquinamento da carbonio» era ed è niente altro che una gigantesca cortina fumogena per l’affermazione di un unico governo mondiale sotto il controllo burocratico delle Nazioni Unite con personaggi di orientamento socialista-marxista alla G. Soros a tirare i fili – principalmente per tutelare i propri interessi.

Il Presidente Trump ha voluto vedere le carte e – abbiate solo un pò di pazienza – presto il numero di «giocatori del carbonio» che lasciano questo gioco ad alto rischio sarà sorprendente. Alcuni «topi» stanno già abbandonando la nave che affonda dell’apocalisse del caldo. Per esempio, l’Inghilterra ha interrotto i finanziamenti degli impianti eolici, la Germania sta utilizzando più carbone (importato) che mai, i paesi di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria) si stanno ribellando ai mandati dell’Unione Europea (EU) sulla «protezione climatologica» e così via. Perchè dovrebbero imbarcarsi nella missione dell’Unione Europea per «decarbonizzare»?

Anche la Germania, probabilmente il più ardente leader di quel controsenso della decarbonizzazione sta bruciando massicci quantitativi di carbone per la produzione di energia elettrica. L’unica differenza è che adesso viene importata da oltre oceano, per la maggior parte dagli Stati Uniti. I minatori del carbone statunitensi saranno molto contenti di saperlo, gli ex «kumpel» germanici molto meno.

Naturalmente ci sono ancora dei Resistenti 

Sì, ci sono ancora dei cocciuti resistenti del vecchio ordine della «religione climatologica dell’inquinamento da carbonio». Tra questi, la Cancelliera Tedesca, che ha promesso di continuare a marciare sulla sua strada della «deprivazione di energia affidabile». C’è solo bisogno di costruire ancor più impianti eolici e così via e tutto andrà bene. Non dimentichiamoci dei tricicli per il trasporto merci a trazione umana che hanno proposto.

Non c’è da sorprendersi quindi che i suoi progetti si debbano scontrare con una crescente opposizione, anche dai ranghi del suo stesso partito che stanno chiedendo la fine del «ricatto morale» da parte della ricerca climatologica e un “addio agli obiettivi unilaterali della CO2 della Germania”.

Altri membri importanti di questa lega dei resistenti sono paesi come la Cina che sta costruendo nuove centrali a carbone a velocità spericolata. Affermano che hanno bisogno di rimanere al passo del mondo occidentale per un’altro decennio o due. E allora per far questo, richiedono un ingresso gratuito.

Invece altri resistenti hanno pensato che avrebbero potuto arraffare una parte dei 100 miliardi di dollari che gli stupidi oltre mare gradirebbero far piovere addosso ai loro potentati – naturalmente sotto la guida e la supervisione delle Nazioni Unite. Date una occhiata alle immagini satellitari delle isole che «affondano» negli oceani. Date una occhiata ai dati prodotti dai loro governi sulla popolazione e sulla sua crescita, e date una occhiata ai loro eleganti spot su luoghi di vacanze esotiche. Per esempio, nel 1999 l’isola nazione del Pacifico Vanuatu aveva una popolazione di approssimativamente 193.000, nel 2010 di circa 226.000, e attualmente di 275.000 abitanti. Similarmente, nell’Oceano Indiano: la popolazione delle Maldive è cresciuta nello stesso arco di tempo da 269.000 (nel 2002) a 305.000 (nel 2010) fino agli attuali 400.000 abitanti.

Anche se lo volessi, ti sarebbe molto difficile poter scoprire una qualunque prova del tanto proclamato scenario delle «isole che affondano», secondo cui i suoi abitanti stanno fuggendo per salvare le loro vite dai livelli in crescita dei mari. Però un pò di miliardi di dollari sarebbe la cosa giusta a far perpetuare le storie calamitose. Almeno fino a quando tutti si renderanno conto di essere stati truffati a sufficienza.

A quel punto, anche gli isolani abbandoneranno la nave climatologica di tutta fretta e capiranno che adesso il vento si è messo a soffiare in una diversa direzione. Come sa ogni buon marinaio, le vele vanno regolate al vento che cambia direzione. E questo sembra stare avvenendo molto più velocemente di quanto molti ritenevano fosse possibile.

L’Aria Calda sta cedendo il passo al Realismo Climatologico 

La decisione che è stata presa dal Presidente Trump di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo climatologico di Parigi (non un «Trattato») ha fornito una grandiosa esplosione di realtà all’intera questione. La retorica dell’aria calda dei modelli climatologici degli anni passati si viene adesso a scontrare con un soffio di realtà scientifica. E questo può essere riassunto su scala globale, nei pochi punti che seguono:

. I consumi dei combustibili fossili (carbone, petrolio, gas) sono in continua crescita in tutto il mondo.

. Anche la più affidabile delle energie «rinnovabili», ossia gli impianti idroelettrici, è in grado di soddisfare solamente il 5% circa dei bisogni elettrici attuali.

. Gli impianti eolici e quelli solari sono altamente intermittenti e inaffidabili; (esempi di recenti guasti e prestazioni insufficienti: El Hierro, Canarie; Australia del Sud; isola di Pellworm, Germania).

. I sistemi di stoccaggio dell’energia (come le batterie e le riserve acquifere ad alta quota) possono solamente accumulare energia sufficiente a rallentare brevi picchi della domanda; (esempio: la riserva dell’impianto Robert Moses, Lewiston, New Jersey).

. Le nazioni industriali con alti consumi energetici pro capite hanno bassi livelli di crescita naturale della popolazione; (esempi: Svezia, Germania, Canada e Giappone).

. Le nazioni con bassi consumi energetici pro capite hanno alti tassi di crescita naturale della popolazione; (esempi: Nigeria, Etiopia, India e Messico).

. Il biossido di carbonio (il cosiddetto «inquinamento da carbonio») non ha alcun effetto sulla crescita del livello dei mari e sulle temperature globali, ossia il clima.

. Il biossido di carbonio non è un inquinante ma un costituente vitale dell’atmosfera. Senza di esso, tutta la vita sulla Terra cesserebbe di esistere.

. Il Pianeta Terra con tutta probabilità si dovrà confrontare con alcune decadi di raffreddamento globale causate dalla riduzione dell’attività delle macchie solari.

. Al Presidente Trump vanno fatte le congratulazioni per avere tirato fuori gli Stati Uniti dall’accordo climatologico di Parigi.

. La valanga «anti Parigi» è soltanto all’inizio.


Dott. Klaus Kaiser – Ontario (Canada) – è l’autore di “CONVENIENT MYTHS, the green revolution – perceptions, politics, and facts” – www.conventientmyths.com

Il Dott. Klaus L.E. Kaiser è uno scienziato professionista con un dottorato in chimica ottenuto presso il Politecnico di Monaco di Baviera in Germania. Ha lavorato come ricercatore scientifico e capo progettuale al Canada Centre for Inland Waters del Ministero dell’Ambiente Canadese per più di 30 anni ed è attualmente il Direttore di Ricerca presso TerraBase Inc. Il Dott. Kaiser è attivo nell’ambito della ricerca da più di quattro decenni; è l’autore di quasi 300 pubblicazioni su riviste scientifiche, relazioni governative e di agenzie internazionali, libri, riviste e quotidiani.

Traduzione a cura di Mauri Sesler