Autore: Franco Zavatti
Data di pubblicazione: 21 Novembre 2017
Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=46474

 

Le Isole Figi sono il principale organizzatore della COP23 di Bonn e il loro presidente, Frank Bainimarama, è anche il presidente dell’attuale Conferenza delle Parti. In questa occasione Nils-Axel Mörner ha scritto al presidente una lettera aperta dove, insieme alla considerazione per l’ambiente delle Isole e per la gentilezza degli abitanti, cita i risultati di una serie di articoli scientifici relativi al livello del mare e alla subsidenza/sollevamento del terreno nell’isola principale di Viti Levu dove sono collocati due mareografi e due stazioni GPS (una delle quali in funzione fino al 2014). Le due stazioni mareografiche sono Suva-a (Suva) e Lautoka e i loro dati sono registrati nel database PSMSL. I dati di Suva sono riportati in figura 1 (pdf) insieme al loro spettro.

 

Fig.1: Livello marino a Suva dal 1972, da PSMSL, e il suo spettro.

 

Il grafico dell’altra serie (Lautoka, più breve) è nel sito di supporto: il suo spettro è decisamente strano e non ho una spiegazione per la sua forma.
La figura 1 ci dice che il livello marino a Suva è salito di circa 30 cm in 46 anni (circa 6.5 mm/anno) e che dall’inizio del 2012 ad oggi è sceso al ritmo di 20 mm/anno. Quest’ultimo andamento può far pensare che il temuto (ma da chi?: vedremo in seguito) “rischio annegamento” per le Figi sia quanto meno prematuro e forse anche inesistente.
In realtà la situazione è complessa e ricca di probabili cause diverse (v. gli articoli in bibliografia, liberamente accessibili):

 

  • la stazione attuale di Suva è vicina a pesanti strutture portuali che facilmente possono provocare subsidenza, simulando un innalzamento del mare;
  • la serie mareografica (figura 1) è la combinazione di due strumenti situati, in successione, in tre luoghi diversi;
  • la vicina stazione GPS ha misurato tra il 2012 e il 2014 (poi ha smesso di funzionare) un innalzamento del suolo e quindi un’apparente diminuzione del livello marino.

Quindi l’uso di un tasso medio di crescita (invece di, ad esempio, una serie di “scalini”) fornisce un risultato falso. In figura 1 la retta dei minimi quadrati, e la pendenza complessiva riportata, è usata solo per calcolare la serie “detrended” da cui si deriva lo spettro e non per considerazioni diverse.
Sulla base di osservazioni naturalistiche (il livello a cui si sono formati i coralli negli ultimi 150-200 anni) e di considerazioni fisiche (variazioni del livello marino dovute a eustasia, subsidenza/sollevamento), Mörner e Klein (2017) deducono una costanza (o variazioni non significative) del livello marino, almeno negli ultimi 1.5-2 secoli.
Lo spettro, che non misura variazioni assolute del livello marino, non dovrebbe essere stato modificato dalla validità o meno delle considerazioni precedenti: il quadro inferiore di figura 1 mostra che le oscillazioni oceaniche hanno ciclicità di 16-19 anni (Mörner le definisce “planetarie”); di 8 e 11 anni; di 3-6 anni, tipiche di El Niño come ci si può attendere, data la posizione geografica delle Figi. Non trovo invece i periodi ~30 e ~60 anni di cui parla Mörner, se non a livelli praticamente impercettibili, come si può vedere nel file numerico dello spettro nel sito di supporto.

Mi sono chiesto se fosse possibile verificare in altro modo le paventate paure del livello marino crescente o la loro inesistenza: se davvero la paura pervadesse le menti dei figiani, questi dovrebbero cominciare a fuggire (in massa?) dalle isole (sono 322 in tutto lo stato, di cui 106 abitate) e il fatto dovrebbe riflettersi sulla demografia. Ho quindi scaricato i dati demografici delle Figi da http://countrymeters.info/en/Fiji/ e li ho rappresentati in fig.2 (pdf).

 

Fig.2: in alto l’andamento demografico delle Isole Figi e la retta dei minimi quadrati da cui calcolare i dati “detrended” per lo spettro. In basso lo spettro MEM dei dati demografici. Nell’angolo in alto a sinistra si riporta il sito da cui sono stati scaricati i dati (accesso del 16 novembre 2017). Notare la similitudine con i massimi spettrali di figura 1.

 

Il numero di abitanti dal 1951 ad oggi mostra tassi di crescita sicuramenti diversi in periodi diversi, ma è indiscutibile la crescita continua (ad un tasso medio di poco meno di 9500 abitanti/anno). La parte superiore di figura 2 dice che i figiani non hanno troppa paura del mare che avanza, anzi che non ne hanno affatto.
In un commento al post su WUWT Pamela Klein (collega e coautrice di Mörner) scrive: “… Le loro isole sono belle e sicure dalle alluvioni. Se l’IPCC desse loro molto denaro, si può solo sperare che vada agli amabili figiani che vivono nelle isole esterne. Usano generatori diesel per l’elettricità per il raffreddamento, un’opzione costosa. Non è così per Viti Levu.”

 

Questo sarebbe un nobile scopo al quale, credo, i paesi sviluppati contribuirebbero volentieri, senza bisogno che i PVS si straccino le vesti, adducendo motivi inesistenti e non accettando etichette sui fondi ricevuti.

Ma, ritornando velocemente ai dati, per me la sorpresa è stata lo spettro della serie demografica. In modo del tutto inaspettato, i massimi spettrali del quadro inferiore di figura 2 sono praticamente gli stessi del livello marino di figura 1. Il ritmo, il “respiro” della popolazione è lo stesso del mare!
Mentre è facile immaginare uno stretto legame tra la popolazione di uno stato insulare e il mare, è difficile entrare nei dettagli di una tale relazione. Perché la popolazione debba variare con ritmi già definiti “planetari” o con quelli (2.7 anni, ad esempio) tipici di El Niño è, almeno per me, quasi incomprensibile; ma i periodi comuni sono troppi e troppo simili per pensare solo al caso.

Tutti i grafici e i dati, iniziali e derivati, relativi a questo post si trovano nel sito di supporto qui.

Bibliografia

  • Mörner N-A, Klein P.M. The Fiji Tide-Gauge Stations , International Journal of Geosciences, 8, 4, 536-544, 2017. doi:10.4236/ijg.2017.84028
  • Mörner N-A. Our Oceans-Our Future: New Evidence-based Sea Level Records from the Fiji Islands for the Last 500 years Indicating Rotational Eustasy and Absence of a Present Rise in Sea Level, Int J Earth Environ Sci, 2:137, 2017. doi:10.15344/2456-351X/2017/137