Scritto come ospite da Steve GorehamWattsUpWithThat (USA)

Fonte: Did we really save the ozone layer

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Un altro anno è passato e quel testone del Buco dell’Ozono che staziona sopra l’Antartide continua a rifiutarsi di andarsene via. I dati della National Aeronautics and Space Administration (NASA) indicano che il Buco dell’Ozono per l’intera stagione autunnale è cresciuto del 22 per cento dal 2014 al 2015. Il consumo mondiale di Sostanze Lesive dell’Ozono è stato ridotto a zero negli ultimi tre decenni, ma il Buco dell’Ozono è più grande che mai. Sono davvero riusciti gli esseri umani a salvare lo strato di ozono?

Nel 1974, il Dott. Mario Molina e il Dott. Sherwood Roland dell’Università della California pubblicarono un documento nel quale affermavano che l’inquinamento di tipo industriale dei clorofluorocarburi (CFC) stava distruggendo lo strato di ozono nella stratosfera terrestre. I CFC erano i gas utilizzati negli spray per capelli, nei frigoriferi e nelle schiume isolanti. Lo strato di ozono è uno strato dell’atmosfera che si trova tra i 10 e i 40 chilometri al di sopra della superficie della Terra.

La teoria di Molina e Roland postulava che i CFC prodotti dall’uomo migrano verso l’alto attraverso l’atmosfera fino alla stratosfera, dove la radiazione ultravioletta rompe le molecole dei CFC, rilasciando atomi di cloro. Il cloro reagisce come un catalizzatore per abbattere le molecole di ozono trasformandole in ossigeno, riducendo così la concentrazione di ozono. Più CFC vengono utilizzati e maggiore è la distruzione dello strato di ozono, questo secondo la teoria.

Nel 1983, tre ricercatori della British Antarctic Survey scoprirono il progressivo assottigliamento dello strato di ozono sopra l’Antartide, che divenne noto come il Buco dell’Ozono. Le loro osservazioni sembravano confermare la teoria di Molina e Roland. Molina e Roland hanno ricevuto il Premio Nobel per la chimica nel 1995 per il loro lavoro.

Lo Strato di Ozono è risaputo essere capace di bloccare i raggi ultravioletti, proteggendo la superficie della Terra dalle radiazioni ad alta energia. Gli scienziati erano preoccupati che il degrado dello strato di ozono avrebbe potuto causare l’aumento dei tassi di cancro della pelle e cataratte e causare problemi al sistema immunitario negli esseri umani. Un libro del 1992 dell’ex vice presidente Al Gore affermava che alcuni cacciatori avevano riferito di aver trovato dei conigli ciechi in Patagonia e che i pescatori avevano pescato dei pesci ciechi e questo a causa della distruzione umana dello strato di ozono, ma il tutto non è stato confermato.

Nel tentativo di salvare lo strato di ozono, 29 nazioni e la Comunità Europea hanno firmato il Protocollo di Montreal sulle Sostanze che Impoveriscono lo Strato di Ozono nel Settembre del 1987. Nel corso del decennio successivo, il Protocollo è stato firmato universalmente da 197 nazioni, che hanno accettato di proibire l’uso dei CFC. Dal 1986, il consumo mondiale di Sostanze Lesive dell’Ozono / Ozone Depleting Substances (ODS) è in calo di oltre il 99 per cento, e di fatto ha raggiunto lo zero entro il 2010.

Il Protocollo di Montreal è stato salutato come un successo internazionale per risolvere un grave problema ambientale. Il protocollo è stato lodato come un esempio da seguire per l’eliminazione delle emissioni di gas a effetto serra nella lotta per fermare il riscaldamento globale. Ma nonostante l’eliminazione dei CFC, il Buco dell’Ozono rimane più grande che mai.

Nel periodo che va da Settembre a Ottobre, subito dopo l’inverno Antartico, il Buco dell’Ozono è ogni anno sempre più grande. La NASA ha recentemente riportato che dal 7 Settembre al 13 Ottobre 2015, il Buco dell’Ozono ha raggiunto una superficie media di 25,6 milioni di chilometri, la superficie più grande dal 2006 e la quarta più grande da quando le misurazioni sono iniziate nel 1979. Il buco rimane grande, nonostante il fatto che il consumo mondiale di ODS sia quasi scomparso circa un decennio fa.

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Le opinioni degli scienziati sono le più diverse su quando scomparirà quel testone del Buco dell’Ozono. La NASA ha recentemente annunciato che il buco si sarà chiuso per metà entro il 2020. Altri prevedono che non inizierà a scomparire fino al 2040 o anche dopo. Ma più il buco persiste, maggiore è la probabilità che lo strato di ozono sia dominato da fattori naturali e non dalle emissioni umane di CFC.


Pubblicato originalmente su Communities Digital News.

Steve Goreham è il Direttore Esecutivo della Climate Science Coalition of America e l’autore del libro “The Mad, Mad, Mad World of Climatism: Mankind and Climate Change Mania”

Translation by Mauri Sesler (scientific translator)