Autore: Guido Guidi
Data di pubblicazione: 06 Novembre 2020
Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=53666
di Luigi Mariani e Gianluca Alimonti
Il 13 ottobre, in occasione della giornata internazionale per la riduzione del rischio di catastrofi, è uscito il report ONU (ONU2020) “Human cost of disasters – An overview of the last 20 years 2000-2019”, fondato su dati che provengono dal dataset EM-DAT del CRED (Center for Research on the Epidemiology of Disasters) dell’Università cattolica di Lovanio in Belgio.
La conclusione riportata nel report è che tali eventi sono quasi raddoppiati, passando da 4212 nel ventennio 1980-1999 a 7348 nel periodo 2000-2019, arrivando a parlare di “aumento impressionante dei disastri legati al clima negli ultimi vent’anni” sino al punto di sostenere che “stiamo trasformando la nostra unica casa in un inferno inabitabile per milioni di persone”.
Nel report si parla anche di decessi e perdite economiche, argomenti già analizzati in un precedente lavoro: in questo scritto si prenderanno in considerazione solo il numero dei disastri e si cercherà di analizzarne la consistenza.
Osservando il grafico dei disastri naturali a partire dal 1900 (CRED2004) si osserva una sostanziale apparente assenza degli stessi sin verso la metà del secolo scorso, periodo in cui inizia una repentina crescita sin verso la fine del XX secolo. Tale andamento è assai strano: possibile che i disastri naturali siano “iniziati” verso la metà del XX secolo con una apparente drammatica crescita sino alla fine del secolo? La qual cosa sarebbe tra l’altro “coerente” con la crescita della temperatura globale del nostro pianeta.
In precedenti report però il CRED ha sempre messo in guardia su un’interpretazione esclusivamente climatologica dell’aumento degli eventi osservato sino alla fine del XX secolo: nel 2004 ad esempio scriveva (CRED2004)
“Figure 2 (sopra riportata) might lead one to believe that disasters occur more frequently today than in the beginning of the century. However, reaching such a conclusion based only on this graph would be incorrect. In fact, what the figure is really showing is the evolution of the registration of natural disaster events over time”.
Ed ancora nel 2007 (CRED2007)
“Indeed, justifying the upward trend in hydro-meteorological disaster occurrence and impacts essentially through climate change would be misleading. … one major contributor to the increase in disasters occurrence over the last decades is the constantly improving diffusion and accuracy of disaster related information“.
A supporto di questa lettura vi è anche la crescita dei terremoti, che certamente nulla possono avere in comune con le condizioni climatiche, assai simile all’aumento di tutti i disastri naturali: l’aumento dei terremoti registrati può ragionevolmente essere quasi unicamente frutto di un miglior reporting.
Anche nel report ONU in questione (ONU2020) l’avvertimento al lettore è presente, ma in versione molto addolcita e prevale decisamente l’interpretazione clima-catastrofista oggi dominante
“While better recording and reporting may partly explain some of the increase in events, much of it is due to a significant rise in the number of climate-related disasters “
A cosa sia dovuta questa nuova chiave di lettura assai più clima-centrica rispetto alla precedente? Forse ad una revisione dei dati precedenti il 2000?
Torniamo allora al report del CRED 2004 (CRED2004) e facciamo un confronto tra i dati alla base delle conclusioni allora riportate ed i dati relativi agli stessi anni ma estratti oggi dal database pubblico del CRED.
Dalla tabella non si evidenzia alcun significativo incremento, eventualmente una leggera diminuzione, ma i dati sono sostanzialmente in accordo. Volendo fare un confronto più dettagliato, anche l’analisi annuale dei disastri mostra un sostanziale accordo tra i dati a cui faceva riferimento il report del CRED del 2004 con quelli attualmente presenti nel database del CRED.
La figura mostra il grafico del CRED (CRED2004) a cui è stato sovrapposto in verde il numero dei disastri annuali come riportato ora nel database del CRED.
In conclusione i confronti, sia per il numero totale di disastri naturali nel periodo, sia anno per anno, mostrano che i dati non sono significativamente cambiati. Addirittura l’andamento dei disastri naturali, da quando il reporting degli stessi si può considerare affidabile a detta degli stessi ricercatori del CRED, mostra una diminuzione del 15% dal 2000 ad oggi.
Come mai allora il messaggio diramato dall’ONU (ONU2020) parla di un «aumento impressionante dei disastri legati al clima negli ultimi vent’anni» e del fatto che “stiamo trasformando la nostra unica casa in un inferno inabitabile per milioni di persone“, ignorando con ciò gli inviti alla cautela nell’interpretazione dei dati CRED espressa a più riprese dal CRED stesso?
Questa domanda l’abbiamo posta al Direttore del CRED che l’ha diplomaticamente girata a D.McClean, funzionario ONU e coautore del report (ONU2020): siamo ancora in attesa di risposta.
Riferimenti
- (ONU2020) Human cost of disasters – An overview of the last 20 years 2000-2019
- (CRED2004) Thirty Years Of Natural Disasters 1974-2003: The Numbers, CRED 2004
- (GRED2007) Annual Disaster Statistical Review, CRED 2007