Negli ultimi due giorni girano frenetiche notizie sui 38 gradi Celsius (100,4 gradi Fahrenheit) raggiunti sull’Artico russo a Verkhoyansk, città nel nord-est della Russia a circa 420 km a sud della costa artica e circa 10 km a nord del Circolo Polare Artico.

Se quella lettura risultasse corretta, quindi confermata, ciò supererebbe il record di tutti i tempi della città che era di 37,3 gradi Celsius (99,1 gradi Fahrenheit) stabilito il 25 luglio 1988. I record di temperatura a Verkhoyansk risalgono al 1885.

Quindi, neppure a dirlo, grande enfasi viene continuamente data per il record di “una” città della Russia settentrionale, mentre per centinaia di record al ribasso anche di diversi gradi che si sono verificati negli ultimi mesi su tutti i continenti dell’Emisfero Nord, alcune anche di qualche grado sotto lo zero registrate nell’estate meteorologica, nessuno se ne interessa. Ma quel che è peggio, e che per l’ennesima volta viene confuso (a questo punto volutamente) un evento prettamente meteo con uno climatico, pretesto per ricordare, in caso ce ne dimenticassimo, che il Global Warming alias Cambiamento Climatico è, e deve sempre essere presente nelle nostre menti.

Ora, per dare una lettura più equilibrata del fenomeno, possiamo dirvi che, benchè il record della città russa di Verkhoyansk è risultato comunque notevole, per non dire eccezionale, non possiamo esimerci dal dirvi che certe escursioni termiche vedono proprio quelle zone come le maggiori indiziate del pianeta per escursioni termiche tra inverno ed estate che possono arrivare anche di 100 gradi Celsius, specie nei periodi dei grandi minimi solari, come molte volte ve ne abbiamo riferito nei nostri articoli per le particolari condizioni che assume la circolazione atmosferica.

Per tranquillizzarvi ulteriormente, sono andato a vedermi le temperature dell’Artico misurate nella giornata di domenica 21 giugno 2020 oltre l’80° parallelo. Bene, queste risultano perfettamente nella media del periodo 1958-2002.

Per concludere, dico a questi “esperti climatici” di non confondere ulteriormente le persone più di quanto non lo siano già se non fanno parte del settore, e li esorto a fare scienza, non fantascienza.