Ho notato che alcuni hanno difficoltà a comprendere le tempistiche del “cambiamento climatico” in atto (verso il freddo) e confondono (giustamente) il minimo solare del ciclo undecennale con quello più generale dell’attività solare.

Allora… nella prima immagine allegata (grafico giallino) è rappresentato il numero delle macchie solari degli ultimi 10 cicli undecennali solari. Come potete vedere sono più o meno uno diverso dall’altro. Molti pensano che non ci sia nessun legame tra questi cicli… ma non è così.Se guardate i “picchi positivi” e li legate (idealmente) con una linea, troverete che viene disegnata un’onda sinusoidale. Nella seconda immagine (grafico nero) potete vedere tutti i cicli undecennali osservati.Ora guardate anche i “picchi negativi”… se osservate bene anche questi, legandoli insieme con una linea immaginaria, disegnano un’onda sinusoidale. Queste 2 onde “immaginarie” sono 2 distinti cicli solari con un periodo di diversi secoli.Guardando la seconda immagine allegata, inoltre, potete vedere che ogni tanto c’è qualche “picco massimo” che… sbarella … ovvero che non segue, apparentemente, l’andamento generale degli altri cicli. Ecco… quei picchi “anomali” sono dovuti ad altri cicli solari con periodi ancora più lunghi.
Questo è già sufficiente a farvi capire quale sia la complessità dello studio dell’attività solare e della relazione tra essa e il clima terrestre.
Quando parliamo di “minimo solare”, cercate di capire di quale minimo stiamo parlando. Ne esistono, nei nostri discorsi, essenzialmente 2. Il minimo undecennale e quello che potremmo definire “generale”. Il minimo solare del ciclo undecennale si ripete continuamente ogni 11 anni circa… e al termine di tale minimo, per convenzione, inizia il nuovo ciclo (anche se bisognerebbe fare un discorso più lungo… ma vabbè… diciamo che è così).Il minimo per così dire “generale”, invece, si verifica molto più raramente. Quello che sta per iniziare si chiamerà Minimo di Eddy. Gli altri precedenti sono stati Minimo di Dalton (1790-1830), Minimo di Maunder (1645-1715), Minimo di Spörer (1450-1550), Minimo di Wolf (1280-1350), Minimo di Oort (1040-1080), Minimo di Omero (950 a.C. – 800 a.C.). Ce ne sono stati anche altri ancora prima… ma di questi non se ne conosce praticamente nulla (o quasi).
Secondo le più aggiornate proiezioni (escluse quelle della Zharkova), il Minimo di Eddy dovrebbe essere almeno un Maunder… ma noi propendiamo per qualcosa di simile ad un omerico.
Ora veniamo brevemente ad una questione puramente climatica: l’andamento della temperatura.
Come sapete tutte la temperatura del pianeta Terra non è mai costante. Può salire e scendere in modo anche molto violento per tutta una serie di cause che non sto qui a spiegare. Il sistema climatico è detto “dinamico”… perché è provvisto di tutta una serie di meccanismi atti alla stabilizzazione della temperatura. Tali meccanismi possono essere l’evaporazione dell’acqua o le precipitazioni (sia sotto forma di acqua che di neve), ma anche più semplicemente i venti e le correnti oceaniche (sia orizzontali che verticali). Quando l’andamento della temperatura è “positivo”… ovvero quando la Terra riceve più energia di quella che cede allo spazio, il pianeta accumula energia sotto forma di calore… principalmente negli oceani. Dopo un iniziale incremento evidente della temperatura, si attivano i vari meccanismi di cui sopra e la temperatura tende a diminuire per poi stabilizzarsi e riprendere a crescere. Se l’eccesso di energia in arrivo si protrae per decenni, dopo alcuni anni vediamo un concreto aumento della temperatura a livello mondiale. Questo è ciò che è avvenuto nel periodo Medievale e durante il secolo scorso fino al 2000 circa. Quando, ovviamente, l’eccesso di energia (che misuriamo con la TSI… total solar irradiance) tende a diminuire, il pianeta inizia a raffreddarsi. Alcuni meccanismi si “bloccano” prima di altri… o cambiano semplicemente il modo in cui operano. Alla fine la redistribuzione del calore avviene sempre e comunque… in un verso o nell’altro… dall’equatore verso i poli o dai poli verso l’equatore. Se persiste una condizione di “carenza di energia” per un periodo sufficientemente lungo, il pianeta inizierà a raffreddarsi.

Ora, il problema è che gli eventi meteo avvengono prevalentemente quando c’è uno scontro tra aria caldo-umida e aria fredda-secca… E questo si verifica maggiormente (e con maggior intensità) quando si è nella fase di raffreddamento.

In questa fase l’atmosfera è ricca di vapore acqueo e i mari sono ancora molto caldi, quindi garantiscono ancora molto calore, specie alle medie latitudini. Con l’inizio del raffreddamento, però, si hanno incursioni anche molto violente di aria fredda proveniente dalle regioni artiche. E lo scontro… purtroppo… lo avete visto nei giorni scorsi …può portare ad immani disastri.  Questo, per inciso, avviene praticamente quasi sempre (ma non esclusivamente) nella fascia temperata (20-60°N).

Ora… nella primavera del 2020 ci dovrebbe essere il minimo del ciclo undecennale 24. Da li a 2-3 anni dovrebbe partire il ciclo 25.
Contemporaneamente ci sarà, tra il 2020 e il 2022, un evento Bond… che è una oscillazione con un periodo (quasi) costante (ma ad ampiezza variabile) che inizia subito dopo che il pianeta raggiunge la temperatura massima all’interno di un periodo interglaciale caldo. Questo è avvenuto tra i 7500 e i 9000 anni fa circa. Da allora gli eventi Bond si sono susseguiti in modo (quasi) costante… con un’ampiezza sempre crescente, determinando anche disastri e cadute di imperi importanti. Non è un caso che ciò avvenga, ovviamente, perché anche questo è un “meccanismo di redistribuzione del calore” accumulato da nostro pianeta.

A seguire… dopo il 2025, si avranno i “picchi minimi” di altri cicli solari con periodi di alcuni secoli ed alcuni millenni. Alcuni di questi picchi minimi si sovrapporranno quasi perfettamente a quelli dei cicli con periodi più brevi.

Quello che potrà accadere, in termini climatici, non lo sa nessuno. Abbiamo pochi dati a disposizione per fare previsioni degne di questo nome.
Ma le proiezioni… gli scenari ipotetici… ci spingono a credere che la temperatura potrebbe crollare di anche di 2°C a livello mondiale. Tale crollo può avvenire di colpo… tutto in una volta, oppure a più riprese. Anche questo non riusciamo a prevederlo.

L’Italia sembra la favorita per subire, insieme alla Spagna e al sud della Francia, i danni maggiori. Non è la prima volta che accade qualcosa del genere, ma le cronache non sono molto dettagliate.

Quindi… cosa fare?
Non ce la sentiamo di dirvi “abbandonate tutto e datevi alla fuga”, perché non è ovviamente possibile. Si possono però fare delle migliorie alle proprie abitazioni (specie per chi vive in una casa di proprietà, in campagna).
Quello che è accaduto in questi giorni deve farvi riflettere. Quali sono le priorità?

1) SICUREZZA

2) EFFICIENZA TERMICA

Mettetevi in testa una cosa…: in futuro (quando non lo sappiamo) bisognerà fare a meno delle fonti fossili come Petrolio e Gas Metano. Questo potrà avvenire perché le riserve si esauriranno prima o poi… ma potrebbe anche essere che non ci venga più venduto… oppure che non avremo modo di acquistarli. Pertanto dobbiamo prevedere delle alternative, specialmente per quanto riguarda il riscaldamento.
Se dovete farvi una casa, provate ad informarvi sulle “case passive”. Costano sicuramente di più, ma hanno un’efficienza termica molto alta che vi farà risparmiare sul riscaldamento (o raffreddamento).

Per il resto… ci si sente nei commenti!

Buona serata

Bernardo Mattiucci
Attività Solare