L’ultimo ciclone dal nome Nisarga si è verificato nel nord dell’Oceano Indiano il 3 giugno 2020. Questa è la prima volta nell’era satellitare (dal 1966) che l’emisfero settentrionale è passato dal 4 giugno al 12 luglio senza generare uragani.
Con la parola “uragano” si indicano i cicloni tropicali che si formano tra i Caraibi, gli Stati Uniti e l’Australia.
Gli uragani prendono il nome di “tifoni” quando gravitano nella zona tra l’oceano Indiano e il Mar Cinese.
I cicloni che si generano al di là dei tropici vengono chiamati cicloni extratropicali o, in generale, si parla di depressione.
Ricordiamo che gli uragani si formano in zone di bassa pressione in cui la temperatura dell’acqua è superiore ai 27 gradi.
Con queste condizioni si crea un grande vortice che ha, al centro, una sorta di imbuto circoscritto da forti correnti che si avvitano a spirale e che portano l’aria umida ad alta quota.
Man mano che il vortice aumenta, l’aria umida condensa e si trasforma in pioggia, cedendo del calore che va ad alimentare ulteriormente il fenomeno.
Spostandosi sulla terraferma l’uragano si esaurisce, conservando tuttavia l’energia per devastare in particolare le zone e le città che si trovano lungo la costa.
Questo ci indica che le acque hanno una temperatura tale da non riuscire a generare uragani nella zona tropicale. La calma prima della tempesta? Vedremo, la stagione è ancora lunga.