Autore: Guido Guidi
Data di pubblicazione: 02 Giugno 2016
Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=41462

HurricaneIsabel

Abbiamo un giorno di ritardo sul calendario, perché la stagione degli uragani in Atlantico inizia nominalmente il 1° giugno, per finire il 30 novembre. Non lo è stata però la NOAA, che ha puntualmente diramato già il 27 maggio scorso il suo outlook stagionale. Con un outsider che ha già popolato la lista di quest’anno, l’uragano Alex, formatosi nel gennaio scorso, evento raro ma non unico.

Comunque, pare che quella di quest’anno, che a noi interessa oltre che per dovere di cronaca e interesse scientifico anche per gli effetti che l’attività degli uragani in Atlantico ha sulla formazione di cicloni extratropicali sulla fascia delle medie latitudini europee e sulla predicibilità a breve-medio termine dei modelli meteorologici, sarà una stagione “nella norma”.

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Ammontano infatti al 45% le probabilità che il numero di tempeste “nominabili” o che evolveranno in uragani sia in linea con la media del periodo di riferimento, mentre c’è un 30% di probabilità che lo superino, dando luogo ad una stagione “sopra la media” e un 25% di probabilità infine che vi restino al di sotto. Molta incertezza quindi, nel contesto, spiegano gli esperti della NOAA, di molti fattori concomitanti che potrebbero favorire come limitare lo sviluppo dei cicloni tropicali.

Primo tra tutti il possibile consolidamento del passaggio alla fase negativa dell’AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation), indice delle temperature di superficie del bacino atlantico, rimasto lungamente in fase positiva fino a circa tre anni fa. Poi, in controfase, il rapido dissolvimento delle condizioni di El Niño (che ne limita la formazione) nel Pacifico equatoriale e la probabile transizione a condizioni di La Niña (che invece le favorisce).

Abbastanza concordi, nell’incertezza, anche le previsioni dell’ECMWF, tutte per lo più centrate su valori prossimi alla media di riferimento, sia per la frequenza di occorrenza degli eventi che per l’energia che da questi potrà essere accumulata nel corso della stagione.

Quest’anno, inoltre, fa il suo esordio nello scenario delle previsioni operative della NOAA, la grafica di potenziale Storm Surge (evento di inondazione) che si potrebbe associare all’impatto dei cicloni tropicali con le linee di costa.

Per gli amanti della nomenclatura, infine, qui sotto la lista dei nomi che saranno assegnati via via ai cicloni che eventualmente si formeranno. Con Alex formatosi a gennaio, il prossimo sarà Bonnie.

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