Di Kenneth Richard – 31 Maggio 2021
Il fisico francese Dr. Pascal Richet mostra le prove che affermano come i cambiamenti di temperatura sono la causa dei cambiamenti nelle concentrazioni di CO2 atmosferica durante gli ultimi 423 mila anni nei record dei nuclei di ghiaccio, invalidando così le affermazioni di un ruolo della CO2 nell’influenzare i cambiamenti climatici.
In un nuovo studio, il Dr. Pascal Richet sottolinea nuovamente il “principio più fondamentale della scienza, il principio di non contraddizione” nel rivedere l’ampia prova del nucleo di ghiaccio che mostra come i cambiamenti di CO2 sono in ritardo rispetto ai cambiamenti di temperatura di ben 7.000 anni – l'”opposta conclusione” di “un ruolo trainante [per] la CO2 assegnato dai modelli climatici”.
Questo fallimento fondamentale delle prove sperimentali di causa-effetto “invalida” le affermazioni che la CO2 è un agente chiave di forzante del clima. Pertanto, come esorta il Dr. Richet, “si dovrebbe quindi rifiutare il paradigma arreniano” perché una “regola cardinale nella scienza è rifiutare un’ipotesi che contraddice chiaramente i risultati sperimentali di cui dovrebbe giustificarsi”.
L’evidenza del nucleo di ghiaccio che mostra “il fatto che la diminuzione della temperatura non dipende in alcun modo evidente dalla concentrazione di CO2 in tutti i cicli [di riscaldamento e raffreddamento]” di conseguenza “sposta l’onere della prova di qualsiasi influenza della CO2 sulla temperatura ai sostenitori” della CO2 -drives- paradigma climatico.
“Poiché semplicemente basato su una logica fondamentale e sul concetto di causa ed effetto, un esame epistemologico dell’analisi geochimica eseguita sulle carote di ghiaccio di Vostok invalida il marcato effetto serra sul clima passato solitamente attribuito alla CO2.
“[L]’effetto serra della CO2 sul… clima di oggi resta da documentare” e, per CH4, “una correlazione causale è in realtà inesistente”.
“[S]ignificativi contributi di CO2 e CH4 ai cambiamenti di temperatura sulla superficie terrestre rimangono non confermati da prove dirette e indipendenti”.
“I modelli [C]orrenti soffrono della natura circolare del ragionamento” anche nel loro ruolo di feedback assunto per la CO2, che è simile all’argomentazione reductio ad absurdum.
Fonte immagine: Richet, 2021
Fonte: No Tricks Zone