Un nuovo studio condotto dal glaciologo della NASA Jay Zwally, afferma che un aumento dello spessore di neve in Antartico, che ha avuto inizio 10.000 anni fa, è che attualmente ha aggiunto abbastanza ghiaccio al continente, oltrepassando così di gran lunga le perdite dei propri ghiacciai in assottigliamento. La ricerca sfida le conclusioni di altri studi, tra cui il Comitato Intergovernativo (IPCC) che nel rapporto del 2013, sui cambiamenti climatici, affermò che l’Antartide sarebbe in continua perdita per quanto riguarda il ghiaccio globale.

 

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La conferma del nuovo studio arriva dal glaciologo Zwally, sostanzialmente in accordo con altri studi che mostrano un aumento del ghiaccio nella Penisola Antartica, nella regione di Thwaites e Pine Island nell’Antartide occidentale. Egli sottolinea che il loro disaccordo principale è per l’Antartide orientale e per la zona interna dell’Antartide occidentale. “Stiamo osservando un aumento del ghiaccio che supera le perdite in altre zone”, ha riferito Zwally aggiungendo che il suo team ha “misurato piccoli cambiamenti nell’altezza su vaste aree, così come i grandi cambiamenti osservati su aree più piccole.”

“La buona notizia è che l’Antartide non contribuisce attualmente all’innalzamento del livello del mare, ma sta guadagnando 0,23 millimetri all’anno. Ma questa è anche una cattiva notizia. Se è vero che l’innalzamento dei mari è di 0,27 millimetri all’anno attribuito all’Antartide nel rapporto IPCC, questi non sono realmente provenienti dall’Antartide, quindi ci deve essere qualche altro contributo all’innalzamento del livello del mare, che non è rappresentato”, ha affermato Zwally.

Secondo la nuova analisi dei dati satellitari, la calotta antartica ha mostrato un guadagno netto di 112 miliardi di tonnellate di ghiaccio per anno dal 1992 al 2001. Tale guadagno netto è rallentato di 82 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno tra il 2003 e il 2008.

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La mappa mostra i tassi di variazione di massa misurati dalla ICESat nel periodo 2003-2008 in Antartide. Le somme riguardano tutta la zone antartica: Antartide orientale (EA, 2-17); Antartide Occidentale interna (WA2, 1, 18, 19, e 23); Antartide zona costiera Occidentale (WA1, 20-21); e la Penisola Antartica (24-27). Un gigaton (Gt) corrisponde a un miliardo di tonnellate, o 1,1 miliardi di tonnellate degli Stati Uniti. Credit: Jay Zwally/Journal of Glaciology.

 

Gli scienziati hanno calcolato di quanto è cresciuto lo strato di ghiaccio o diminuito, dai cambiamenti dell’altezza della superficie che sono misurate dagli altimetri satellitari. Nei luoghi in cui la quantità di nuove nevicate va ad aggiungersi allo strato di ghiaccio già preesistente, questo non è uguale al ghiaccio che spinge verso il basso e di conseguenza verso l’esterno dell’oceano, modificando l’altezza e la massa del ghiaccio.

Ma in pochi decenni la crescita potrebbe invertirsi in Antartide, secondo Zwally. “Se le perdite della Penisola Antartica e le zone dell’Antartide occidentale continueranno ad aumentare allo stesso ritmo come accaduto negli ultimi due decenni, allora le perdite avranno recuperato il ritardo con il guadagno a lungo termine nell’Antartide orientale tra 20 o 30 anni – Quindi non credo ci sarà abbastanza aumento delle nevicate per compensare queste perdite”.

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I principali processi che interessano il bilancio di massa e la dinamica delle calotte di ghiaccio sono inserite nella massa del ghiaccio e della neve, con perdite date dalla sublimazione e dallo spostamento verso l’esterno. La fusione della superficie ghiacciata terrestre in Antartide è molto ridotta, e soggetta a ricongelamento dei nevai. L’interazione con l’oceano si verifica nella zona inferiore delle piattaforme di ghiaccio galleggianti e nelle lingue di ghiaccio, con conseguenti variazioni di spessore che vanno ad influire sulla velocità del flusso del ghiaccio terrestre. Image credit: Zwally et al.

 

Lo studio ha analizzato i cambiamenti nell’altezza della superficie della calotta antartica misurata dagli altimetri radar dalle due Agenzie spaziali, European Space Agency ed European Remote Sensing (ERS) periodo di rilevamento che va dal 1992 al 2001, e l’altimetro laser ICE della NASA, Cloud e Land Elevation Satellite (ICESat) 2003-2008.

Zwally ha affermato che, mentre altri scienziati hanno ipotizzato che i guadagni visti nell’ispessimento in Antartide orientale sono dovuti a recenti aumenti degli accumuli di neve, il suo team ha utilizzato dati meteorologici a partire dal 1979 per dimostrare che le nevicate nell’Antartide orientale in realtà sono diminuite di 11 miliardi di tonnellate all’anno durante i periodi ERS e ICESat. Hanno usato anche delle informazioni sugli accumuli della neve per decine di migliaia di anni, dati derivati da studi di altri scienziati con misurazioni provenienti dalle carote di ghiaccio, per concludere che l’Antartide orientale è in stato di ispessimento da molto tempo.

“Alla fine dell’ultima era glaciale, l’aria è divenuta più calda trasportando più umidità in tutto il continente, raddoppiando così la quantità di neve caduta sulla calotta di ghiaccio”, ha affermato Zwally.

L’accumulo maggiore di neve è iniziato circa 10.000 anni fa, si è lentamente accumulato sulla calotta ghiacciata e compattato in ghiaccio solido nel corso dei millenni, con l’ispessimento del ghiaccio in Antartide orientale e nell’interno dell’Antartide occidentale da una media di 1,7 cm (0,7 pollici) all’anno. Questo piccolo ispessimento, sostenuto nel corso di migliaia di anni si è sviluppato su una vasta distesa di questi settori dell’Antartide, che corrisponde ad un grande guadagno di ghiaccio – abbastanza per compensare le perdite di ghiacciai impetuosi in altre parti del continente e ridurre l’innalzamento globale del livello del mare.

Il team di Zwally ha calcolato che il guadagno della massa di ispessimento in Antartide orientale è rimasto costante nel periodo dal 1992 al 2008 a 200 miliardi di tonnellate l’anno, mentre le perdite di ghiaccio delle regioni costiere dell’Antartide occidentale e della penisola antartica sono aumentate di 65 miliardi di tonnellate all’anno.

Fonte: NASA/Goddard

 

Reference:

  • “Mass gains of the Antarctic ice sheet exceed losses” – Zwally, H. Jay; Li, Jun; Robbins, John; Saba, Jack; Yi, Donghui; Brenner, Anita – (2015) IGS – Journal of Glaciology – DOI: http://dx.doi.org/10.3189/2015JoG15J071 – OPEN ACCESS

Featured image credit: Zwally et al.

 

Enzo
Attività Solare