Oh oh… Ma allora, dove sarebbe finito ‘Il calore mancante’ che non è stato trovato nelle profondità degli oceani, e che al contrario si sono raffreddati dal 1992 secondo questa nuova carta?

 

La ridistribuzione verticale dei contenuti di calore negli oceani

Abstract

Valori stimati sul recente assorbimento del calore oceanico sono dell’ordine di pochi decimi di W/m2, e sono un piccolo residuo di scambi aria-mare con magnitudo regionali medi annui di centinaia di W/m2. Utilizzando una stima coerente in modo dinamico, la ridistribuzione del calore all’interno del mare è calcolato su un periodo di 20 anni. La media del flusso di calore verticale di 20 anni indica forti variazioni in entrambe le direzioni laterali e verticali, in linea con l’oceano è uno scambiatore di calore attiva in modo dinamico e spazialmente complesso. Tra la miscelazione e l’avvezione, i due processi che determinano il trasporto di calore verticale nelle profondità dell’oceano, l’avvezione gioca un ruolo più importante nel definire i modelli spaziali di scambio termico verticale e le sue variazioni temporali. L’integrale globale del flusso termico verticale mostra un trasporto di calore verso l’alto nelle profondità dell’oceano, suggerendo una tendenza al raffreddamento nelle profondità dell’oceano. Questi risultati supportano una inferenza che le proprietà termiche in prossimità della superficie del mare sono una conseguenza, almeno in parte, di ridistribuzione interne di calore, alcune delle quali deve riflettere l’acqua che ha subito lungo traiettorie dall’ultima esposizione nell’atmosfera. Il piccolo scambio di calore residuo con l’atmosfera oggi è improbabile che rappresenti l’interazione con un oceano che era in equilibrio termico all’inizio del riscaldamento globale. Un’analogia è disegnata con il carbonio-14 “età del giacimento”, che spaziano nel corso di centinaia di migliaia di anni.

Per chi volesse approfondire l’argomento qui lo studio completo.

Enzo
Attività Solare