Autore: Guido Guidi
Data di pubblicazione: 28 Settembre 2019
Fonte originale:  http://www.climatemonitor.it/?p=51605

Esattamente un anno fa Donato Barone, in una delle sue preziose analisi di letteratura scientifica, ci aveva raccontato dell’uscita di un paper in cui, neanche a dirlo, per il contenuto di calore degli oceani, la situazione sarebbe peggio del previsto. Vale a dire, se il riscaldamento non è nell’aria è nell’acqua e se nell’acqua ce n’è più di quanto si immaginasse prima è il caso di dire che… siamo fritti. Questo in sintesi il messaggio dell’articolo.

Già all’epoca, il paper, accolto in pompa magna dalla solita informazione mainstream, aveva ricevuto pesanti critiche metodologiche. Sovrastima dei risultati, uso della statistica piuttosto spericolato e sottostima dell’incertezza in particolare. Critiche culminate dopo non poca insistenza in un tentativo di correzione da parte degli autori.

E’ di pochi giorni fa la notizia che Nature, dove il paper era stato pubblicato, ha chiesto agli autori di ritirare l’articolo, ritenendo evidentemente che gli errori commessi non fossero sanabili.

Ora, qualcuno dirà che, pur con i suoi tempi e con le sue procedure, la scienza ha messo ordine, eliminando dal circuito un lavoro che evidentemente non meritava di starci.

Questo è vero solo in parte. Data la dimensione degli errori commessi, l’articolo non avrebbe mai dovuto passare lo screening dei referi, soprattutto su una rivista come Nature, quindi il processo presenta evidentemente delle falle non importanti. Se invece per scienza si intende anche il contributo esterno al circuito scientifico – le critiche sono state mosse sul proprio blog da un ricercatore indipendente, tal Nick Lewis – allora ok, alla fine il risultato è arrivato e quel che conta è la correzione.

Una lezione importante per tutti direi, specialmente perché nei giorni in cui è scoppiata la polemica, Judith Curry, che pure aveva ospitato Lewis sul suo blog per dei commenti e ne aveva prodotti di propri non proprio lusinghieri, aveva ricevuto addirittura una minaccia di morte per aver osato criticare quella che sembrava essere la scoperta della pietra filosofale del clima è invece era… oro di Bologna, evidentemente rosso dalla vergogna.

Per finire, ricordo che in quei giorni feci un post scrittum al commento di Donato Barone immaginando che, semmai ci fosse stata una correzione o un ritiro del paper, la notizia non avrebbe ricevuto neanche un millesimo del risalto dato invece alle conclusioni del paper risultate poi fallaci.

Quindi, se stiracchiando un po’ la faccenda si può dire che la scienza abbia fatto il proprio corso, circa l’informazione non si può dire proprio la stessa cosa. Del resto c’è da capirlo, perché rischiare di far venire qualche dubbio alle gioiose truppe manifestanti che riempiono la strada di cartacc…. ehm, di impegno per la salvezza del pianeta?

Buona fine settimana.