Quando leggi un articolo con questo titolo, puoi solo pensare che è un articolo “acchiappaclick” – l’articolo ha il seguente titolo: “Il cado è, e sarà in futuro, il killer silenzioso di centinaia di milioni di poveri“, pubblicato il 13.04.2017 su greenreport.it.

Già il titolo contiene una grande falsità: la proiezione futura – in base a quali dati?, mi chiedo – che il caldo sarà la prossima piaga. Mi addentro nell’articolo, cercando disperatamente qualche dato scientifico o qualche grafico che illustri le proiezioni delle temperature dei prossimi anni. Invece niente, il vuoto.

Scorrendo le righe, non si trova un solo link che rimandi a lavori scientifici dove andare a verificare le informazioni che l’articolo cerca di diffondere.

Poco dopo l’inizio, ecco cosa si legge:

Secondo un recente studio condotto da ricercatori britannici, anche se il mondo, nonostante Donald Trump, fosse in grado di limitare l’aumento della temperatura globale di 1,5° C  rispetto ai livelli pre-industriali, come previsto dalla più ottimistica ipotesi dell’Accordo di Parigi, entro il 2050,  ogni anno in megalopoli come Lagos in Nigeria e Shanghai in Cina circa 350 milioni di persone in potrebbe ancora essere esposti a ondate di caldo mortali ogni anno.

Le stime dell’Institute for social and environmental transition-international (Ist-International) e del National center for atmospheric research (Ncar) sono ancora peggiori: «Entro la metà del secolo, nella sola valle inferiore del Gange, circa 300 milioni di indiani e bengalesi non avranno a disposizione l’energia sufficiente per far funzionare ventilatori elettrici o l’aria condizionata per combattere l’aumento delle temperature».

Nel primo capoverso, si parla di ricercatori britannici: quali? Quali studi hanno condotto? Poi, si fa riferimento al fatto che le temperature globali stanno aumentando a dismisura, senza speranza di contenere tale aumento. Ok, siamo proprio sicuri? Ecco un grafico che mostra l’andamento delle temperature globali da inizio anno:

 

Nel grafico si vede bene che le anomalie delle temperature da inizio anno stanno arrivando alla neutralità. Cosa ci aspettiamo nei prossimi mesi? Se siete attenti lettori di Attività Solare, sapete che l’attività della nostra Stella è molto debole e questo sta già facendo aumentare l’attività sismica e vulcanica. Ci aspettiamo eruzioni che manderanno particolato in stratosfera, che a sua volta favorirà la formazione di nuvole. Tutto questo, nel complesso, porterà ad un progressivo raffreddamento del nostro Pianeta. Questo quanto possiamo aspettarci, in grande sintesi e semplificando molto, per le informazioni allo stato attuale.

Quindi, come fa l’articolo a dire che il caldo sarà il killer del futuro?

Potrebbe essere un problema del presente per le popolazioni povere dell’India? Potrebbe effettivamente.

Per due ragioni, a mio parere, e di ordine diverso: prima di tutto, l’India è una nazione vasta, di grandi contraddizioni e sicuramente con zone dove la povertà tocca livelli drammatici. In questo contesto, forse, non è tanto il caldo ad essere “killer”, ma qualunque cosa che alteri un precario equilibrio. Il secondo aspetto potrebbe riguardare eventuali fenomeni meteorologici intensi ed estremi che potrebbero verificarsi, proprio per via dell’avvicinarsi al minimo solare del ciclo 24 (l’attuale): l’India, come altri Paesi, potrebbero essere investiti da ondate di caldo estremo. Ma qui, rimandiamo al punto precedente. In un contesto di condizioni drammaticamente disagiate, qualunque cosa può dare come origine a conseguenze insostenibili per la popolazione.

L’articolo, poi, prosegue con l’analisi di ondate di caldo avvenute negli anni precedenti, oltre che in India anche in Pakistan e in Australia, sottolineando come il caldo renda meno tollerabile lo stress, assieme all’impatto dell’umidità, che quando è elevata, impedisce la traspirazione del corpo. Anche in questo caso, nessun rimando a dati scientifici verificabili.

L’articolo si conclude con il ricorso a tetti particolari per le abitazioni, che tutelino la popolazione dall’estremo calore:

Intanto è stato realizzato un nuovo sistema di copertura modulare, ModRoof, che utilizza rifiuti e imballaggi agricoli riciclati che potrebbe rappresentare un’alternativa per il raffreddare le case senza utilizzare energia elettrica. Il ModRoof, è prodotto da ReMaterials, una compagnia indiana del Gujarat, e il suo utilizzo sui tetti potrebbe far abbassare la temperatura interna delle case da 6 a 10 gradi rispetto ai tetti in lamiera e cemento.

Finora sono stati installati 75 tetti ModRoof nelle baraccopoli di Ahmedabad, ma il problema è che costano ancora troppo: 772 dollari in media a famiglia, un prezzo proibitivo per le centinaia di milioni di indiani sotto la soglia di povertà. Il fondatore di ReMaterials, Hasit Ganatra, ha detto alla Thomson Reuters Foundation che il team vendite della compagnia, composto da sole donne, «Sta lavorando con le imprese della micro-finanza per rendere il prodotto più accessibile ai poveri».

Iniziativa lodevole, anche perché, come si legge, si avvalgono di donne che stanno coinvolgendo imprese della micro-finanza: qualche riferimento? Nessuno.

Arrivati alla fine di questa lettura, cosa mi rimane (sopratutto se non so niente di come stanno davvero le cose sul clima)? Azzardo: ansia perché il caldo sarà il killer del futuro. Rabbia, perché gli sforzi per la riduzione della temperatura sembrano essere inefficaci. Senso di colpa perché probabilmente vivo in una zona in cui non devo confrontarmi con la povertà direttamente.

Se si voleva far conoscere l’invenzione dei tetti che tutelano le popolazioni dell’India dalle ondate di calore massiccio, si poteva fare un articolo nettamente diverso, dove ci fossero informazioni utili, magari con la possibilità di dare una mano fattiva. Occasione persa…

Invece, c’è una gran confusione: moriremo tutti di caldo? Non ci sarà scampo? Dovremo stare in allerta perché chissà-cosa-ci-può-accadere?

Mah, occasione persa per fare buone pratiche di corretta informazione.

Sara Maria Maestroni.

Attività Solare.