22-02-2017 – Salve a tutti, eccoci di nuovo insieme per un commento generale ai modelli, sempre ricchi di spunti di discussione, nonostante i numerosi impegni professionali, ma l’aggiornamento va fatto.

In particolare, molto interessante l’ultimo aggiornamento del modello europeo, soprattutto perchè contiene tutti gli elementi che hanno caratterizzato l’inverno in corso.

Andiamo per gradi; dopo il clima mite e complessivamente soleggiato di questi giorni, ecco un primo cavo d’onda in scivolamento nelle regioni italiane nella giornata di venerdì.

fig.1

Il peggioramento in esame sarà in grado di generare rovesci di una certa intensità nell’appennino centrosettentrionale e in Toscana, ma il suo passaggio sarà rapido a causa della peculiare disposizione del VP a scala emisferica, troppo compatto e in fase di sbilanciamento verso il comparto canadese (fig.2).

fig.2

La fig.2 risulta molto importante per comprendere quanto è accaduto nell’annata in corso e quanto potrebbe accadere in seguito. Si nota bene come nel Mediterraneo sia presente un secondo peggioramento, più intenso del precedente, con un’ampia saccatura in transito nelle nostre regioni.

Analogamente, in Atlantico, è evidente un nuovo massiccio split del lobo canadese, quasi equidistante dai due continenti.

Tale dinamica inibisce rapidamente l’affondo più a est, appianando l’ondulazione secondaria nel Mediterraneo e costituisce la nota dominante degli ultimi inverni; ovvero, continui affondi perturbati nel settore oceanico, causa di rimonte calde nell’Europa occidentale e/o di rapida conclusione di eventuali peggioramenti atlantici, come quello inquadrato in fig.2, con la costante inibizione della wave 2 troposferica, ovvero della elevazione verso l’Artico dell’anticiclone delle Azzorre.

Tutta la dinamica è già stata descritta nei precedenti editoriali e può essere riassunta con il l’analisi del parametro EA (East Atlantic), anch’esso descritto ne dettaglio in precedenza (ved. editoriale).

fig.3

Il grafico in fig.3 esprime la cronica difficoltà, negli ultimi 20 anni, ad avere saccature fredde durature e affondi perturbati reiterati nel Mediterraneo.

Non c’è niente da fare quindi??

Ebbene, proprio l’emissione del modello europeo risulta essere molto didattica, in quanto evidenzia quello chein linea teorice doveva essere (per tutto Gennaio lo è stato) l’elemento di rottura rispetto alle ultime stagioni, rappresentato dalla grande forza dell’anticiclone di blocco euroasiatico

fig.4

In fig.4 si vede bene infatti, come la presenza di una vasta area altopressoria sulla Scandinavia potrebbe, anche a Marzo, rappresentare l’elemento di sorpresa che potrebbe scombinare la persistenza del trend zonale descritto finora.

A prescindere dalla affidabilità della previsione mostrata, si vuole sottolineare, in questa sede, l’aspetto didattico delle carte mostrate che potrebbe comunque preludere a un Marzo instabile e fresco, sulla base degli stessi presupposti del mese di Gennaio.

Sarà come sempre uno scontro aspro tra la tendenza delle depressioni atlantiche ad affondare a ovest dell’Europa e il blocco allo stesso flusso Atlantico esercitato dall’Alta pressione continentale, monitoreremo in merito.

Fonte Web:

Roberto
Attività Solare