5 Gennaio, 2016

Del Dr. Dietrich e E. Koelle

Questi sotto, sono 10 annunci nel quale si diceva che il ghiaccio marino Artico sarebbe presto scomparso completamente, affermazioni tra le più favorite dai climatologi-pubblicitari alla ricerca di leader politici americani. Così, secondo queste affermazioni, oggi non dovremmo godere più della presenza di ghiaccio in Artico:

(1) M. Murphy, New Scientist, 1960: “L’Oceano Artico sarà libero dai ghiacci tutto l’anno, prima della fine del 20° secolo” (cioè nel 2000).

(2) “L’esperto Artico Bernt Balchen 1972: “La tendenza al riscaldamento renderà l’Oceano Artico completamente libero dai ghiacci entro il 2000.”

(3) Jay Zwally (NASA) annunciava nel Dicembre 2007: “L’Oceano Artico potrebbe essere quasi privo di ghiaccio entro l’estate del 2012.”  (Natl.Geographic)

(4) Louis Fortier (Arctic Net, Canada) 2007: “L’Artico nel periodo estivo potrebbe restare privo di ghiaccio nel 2010 o 2015.”

5) David Barber (Univ.of Manitoba), 2008: “Il Polo Nord potrebbe essere libero dai ghiacci quest’anno per la prima volta”: giugno 2008 (2) (3)

(6) Prof. W. Maslowski (US Naval Postgraduate School), 2008: “Entro l’estate del 2013 avremo l’Artico libero dai ghiacci”.

(7) M. Serreze, NSIDC (National Snow and Ice Data Center, Colorado, USA), nel 2008: “L’Artico potrebbe restare privo di ghiaccio entro il 2012

(8) Al Gore, ex vicepresidente degli Stati Uniti in occasione della conferenza sul clima di Copenaghen 2009: “L’Artico sarà tra cinque anni senza ghiaccio” = 2014.

(9) Il Senatore americano John Kerry nel 2009: “L’Artico sarà libero dai ghiacci entro l’estate del 2013.”

(10) Prof. P. Wadhams (Università di Cambridge), 2007: Il ghiaccio Artico è entrato in una spirale di morte, “e nel 2011″, il ghiaccio sarà sciolto completamente entro quattro anni”, vale a dire entro il 2015.

Ma cosa è realmente accaduto? Il ghiaccio Artico non è scomparso, ma è aumentato di nuovo negli ultimi anni dopo un calo tra il 1980 e il 2012 (Immagine 1). Il 2015 ha visto il Passaggio a Nord Ovest non più attraversabile – troppo ghiaccio.

 

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Figura 1: Il volume del ghiaccio Artico dal 1979 al 2015. Fonte: Dominiklenn e, Wikipedia. Public Domain.

 

Anche se non dovremmo sorprederci di politici come Al Gore o John Kerry con le loro rivendicazioni sulla fine dell’Artico, al contrario, è completamente sconcertante che esperti come Mark Serreze (NSIDC) o il Prof. P. Wadhams abbiano raggiunto tali stime.

Ma cosa hanno in comune tutte queste false previsioni o ipotesi? Essi ignorano il fatto che tutto ciò che cambia nella massa di ghiaccio polare e di espansione sono in gran parte di natura ciclica.  Questo significa che non si può semplicemente estrapolare una tendenza a breve termine. Piuttosto, ci sono fasi di espansione e di ritiro del ghiaccio. Le principali ragioni di queste fluttuazioni sono le variazioni della temperatura, le variazioni nel mare e nelle correnti d’aria. Quindi è certa una cosa sola:

La presunta responsabilità che avrebbero tutte le emissioni di CO2 è irrilevante. La prova di ciò è lo sviluppo del ghiaccio marino Antartico, che – risulta in costante crescita da 35 anni, stabilendo nel 2014 un nuovo record di crescita (Figura 2) – presentando le stesse quantità di CO2 in atmosfera come al Polo Nord. Curiosamente, questo particolare non viene quasi mai menzionato dai media. Semplicemente perchè non si adatta all’isteria del riscaldamento globale.

Fondamentalmente molti scienziati del clima convenzionali hanno un problema con fattori climatici naturali e cicli climatici.

Per loro il clima è iniziato nel 1880 con la misurazione sistematica della temperatura. Prima di allora ci sono solo dei dati proxy, che però sono imprecisi e quindi è meglio ignorarli.  Ecco perché c’è una diffusa mancanza di comprensione quando si tratta di fattori climatici naturali che erano in gioco molto prima che l’uomo apparisse sul nostro pianeta.

 

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Figura 2: Lo sviluppo della zona di ghiaccio marino Antartico dal 1979 al 2015. Fonte: Source: Cryosphere Today – Arctic Climate Research at the University of Illinois.

 

La figura 3 mostra l’andamento della temperatura dal 1860 al 2000 caratterizzato sia globalmente che nell’Artico da un chiaro ciclo riconoscibile di 60 anni con fluttuazioni della temperatura da 0,2 a 1,2°C. L’autore russo Frolov mostra nella figura 4 un percorso simile per il Mare di Barents (70-90°N) e in proiezione i prossimi 50 anni. Di conseguenza, un calo della temperatura di circa 1,5°C può essere previsto. Anche in un nuovo lavoro della GEOMAR del 2014, è risultato un nuovo modello climatico che comprende l’influenza della NAO, risultando un nuovo raffreddamento della temperatura nella zona settentrionale.

 

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Figura 3: Lo sviluppo della temperatura nella regione artica, 1860-2000

 

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Figura 4: Lo sviluppo della temperatura nel Mare di Barents, 1900-2060 (Frolov, 2014)

 

Sulla scomparsa del ghiaccio Artico non c’è quindi nulla da rivedere che già non si conosca. Lo scienziato del clima americano David Dilley, che ha trascorso più di 20 anni presso l’ente americano della NOAA, dice che il raffreddamento, dopo la sua analisi, continuerà a lungo termine per circa i prossimi 120 anni (4). Questo in realtà dobbiamo aspettarcelo dal calo della temperatura prevista entro il naturale ciclo del clima di 230 anni, che ha avuto il suo massimo nel 2005. Questa tendenza può essere vista anche in figura 4 con un massimo ridotto nel 2060 rispetto al 2000.

Al contrario, gli scienziati del AWI (Alfred Wegener di Bremerhaven) danno come principio di riduzione a lungo termine della copertura di ghiaccio del mare nella regione del Polo Nord, durante l’estate dei prossimi (5) anni. La signora C. Habermalz, AWI crede invece (8) che entro il 2040-2050 si prevede l’Artico libero dai ghiacci.

Tuttavia, non c’è bisogno di preoccuparsi per gli orsi polari, sono ancora lì, al loro posto, visto che un certo numero di organizzazioni per la protezione della fauna selvatica hanno annunciato il contrario nel tentativo di convincere le persone a donare. Gli orsi polari sono già sopravvissuti a diversi periodi caldi – il più recente è l’Olocene, 7.000 anni fa, quando la temperatura globale era di circa 1,5°C più alta. Il ghiaccio marino al Polo Nord, dice David Dilley: era solo la metà di oggi (vedi rif. (6)).

Letteratura:

(1)  Ice-free Arctic Forecasts, Real Science Blog,  27.Aug.2012

(2)  National Geographic News, 20.Juni 2008 und Telegraph Co. (UK), 27.6.2008

(3)  Arctic ice recovers from the great melt, J.Leake, Sunday Times, London, 4.April 2010

(4)  “Dramatic Cooling in the Arctic, Extremely Cold from 2025 to 2050″, P.Gosselin,, 12.8.2015, notrickszone.

(5) Pressemitteilung AWI “Arktis: Meereisbedeckung – erste Prognosen für 2009″, Sept.2008

(6)  Gudmund Lovo: Less ice in the Arctic Ocean 6000-7000 years ago, , NGU (Norwegen), 20.Okt.2008,

(7) I. E. Frolov et al: Climate Change in Eurasean Arctic Shelf Seas, Springer-Verlag, 2010, 166 Seiten

(8) P.Gosselin, NoTricksZone, 13.4.2015 Sustainable Postponements

(9)  Nick Collins “Arctic Ice to melt by 2015″ (Wadhams), The Telegraph, UK,  8.11.2011

(11)  Analysis Shows That Arctic Sea Ice Melt Extent Mostly Occurs In Natural Cycles, by P Gosselin on 17. Juli 2013

(10) Was macht eigentlich das arktische Meereis ? Sebastian Lüning und  Fritz Vahrenholt,  17.7.2013, Kalte Sonne Blog

(12) Ian Johnston: Polar History shows Melting Ice-Cap may be a Natural Cycle”, The Scotsman, 9 März 2005
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Note by Die kalte-Sonne editors:

Si prega di osservare la copertura del ghiaccio marino Artico rispetto agli ultimi 10 anni. La linea nera più spessa raffigura il 2015 – il più alto degli ultimi 10 anni. Fonte: DMI

Fonte originale

Enzo
Attività Solare