Autore: Massimo Lupicino
Data di pubblicazione: 21 Agosto 2021
Fonte originale:  http://www.climatemonitor.it/?p=55540

Un giorno come tanti, mi arriva il messaggio di un amico che mi rimanda ad un link ad un articoletto di rainews che titola: Crisi climatica: piove per la prima volta sulla vetta della calotta glaciale della Groenlandia.

Penso: “OK, è la clima-cazzata del giorno, anche oggi il Rescue Team si è guadagnato la pagnotta”, e nemmeno ci clicco, sull’articolo. Poi però ci ripenso, e mi viene il dubbio che la clima-cazzata di oggi sia un po’ più grossa del solito. Perché come ogni estate un occhio a quello che succede sull’Artico lo butto spesso e volentieri, e non mi pareva proprio che la “Crisi Climatica” stesse colpendo duro, anzi.

Sull’Artico la situazione dei ghiacci è molto migliore rispetto agli ultimi anni, tant’è che a stagione di scioglimento quasi conclusa entrambi i passaggi, quello a Nordovest e quello a Nordest, sono ancora bloccati dal ghiaccio (Fig.1). Un fatto con pochi precedenti negli ultimi 15 anni, che assume ancor più valore se considera che la fanfara climasfascista da qualche decennio ci ammorba con previsioni catastrofiche di scioglimento completo dei ghiacci con contorno di navi che scorrazzano indisturbate a pisciare petrolio qua e là per fare dispetto agli orsi (qui un nostro post tra i tanti).

E la Groenlandia allora? Sul sito PolarPortal vengono riportati molti dati riguardo alla situazione dei ghiacci groenlandesi, col supporto prezioso dell’Istituto Meteorologico Danese, il DMI. In particolare, si registra l’accumulo di massa ghiacciata nell’anno, che convenzionalmente viene fatto partire dal mese di Settembre, mese in cui finisce il breve periodo di disgelo sull’isola artica (Fig.2).

Il saldo di questo calcolo è normalmente positivo: ogni anno si accumula nuova massa ghiacciata sulla Groenlandia sotto la forma di precipitazioni nevose. Massa che viene fisiologicamente perduta nel momento in cui i ghiacciai scivolano dall’altopiano verso il mare, sciogliendosi. Se cosi non fosse, la Groenlandia sarebbe sepolta sotto una coltre di decine di chilometri di ghiaccio e il livello dei mari sarebbe più basso di molti metri, come succede di norma nelle ere glaciali.

Per quanto riguarda l’ultimo anno, il saldo dell’accumulo di ghiacci sulla Groenlandia è attualmente superiore alla media: è nevicato di più rispetto al solito, e si è accumulato di conseguenza ancora più ghiaccio. Se lo scioglimento di questi giorni dovesse proseguire, alla peggio si chiuderebbe l’anno comunque nella media stagionale (Fig.2).

E l’articolo allora?

L’articolo innanzitutto esordisce con questa affermazione: “in media negli ultimi due decenni la Groenlandia ha perso più di 300 miliardi di tonnellate di ghiaccio l’anno”. Questo accade proprio alla luce del meccanismo descritto sopra: ovvero lo scivolamento in mare dei ghiacciai e il loro scioglimento conseguente. E quindi parliamo di un fatto assolutamente normale. Forse però, giusto per dare una informazione più completa si potrebbe anche raccontare quante tonnellate di nuovo ghiaccio accumula la Groenlandia ogni anno grazie alle precipitazioni nevose.

È presto detto, quasi 400 miliardi (vedi il grafico in Fig.2). Per cui la notizia in questione diventa una non-notizia: la Groenlandia accumula nuovo ghiaccio su per giù con lo stesso ritmo con cui lo perde. Elementare Watson. E la prima metà della climacazzata è archiviata.

Quanto alla seconda parte del lancio di agenzia, ovvero la pioggia sull’altopiano “mai vista prima”, in realtà un indizio lo offre l’articolo stesso, quando dice che l’evento non era stato registrato dalla stazione meteo negli ultimi 40 anni. Per la verità la stazione groenlandese di Summit è ancora più giovane: ha solo 32 anni essendo stata istallata nel 1989.

Certo è che bisogna essere proprio dei luminari della scienza per ritenere che il clima della Terra si esaurisca negli ultimi 30 anni di misurazioni. E infatti i vecchi manuali di climatologia già molti anni fa raccontavano di come sull’altopiano groenlandese potesse piovere eccome. Raramente, ma persino abbondantemente, proprio alle quote più alte dell’altopiano, esattamente come in questi giorni (vedi il tweet di CM sull’argomento). E così anche la seconda metà della climacazzata va in cavalleria.

Spunti comici

Smontare le climascemenze dei giornaloni è facile, in fondo basta solo scavare tra numeri e dati e sfogliare qualche libro quando serve. E usare il buon senso: quell’oggetto misterioso smarrito da tempo dai giornaloni assieme al senso stesso del ridicolo. Ma questa, tra le tante clima-cazzate che quotidianamente vengono smaltite come immondizia fumante sui media, ci offre anche degli spunti comici godibili.

Sul gruppo facebook “The Greenland Ice Sheet” si trovano proprio in questi giorni i post di un professore che segue da vicino la situazione sul campo e fa notare l’anomalia di un episodio piovoso di circa 15 millimetri in una zona celebre per la sua “neve secca”. Tutto qua.

Risponde un altro utente che fa notare come “la scoperta” sia rimbalzata sui “global media outlets”. Indovinate chi? Ma la CNN naturalmente, quelli che “dopo il COVID, solo Global Warming”. CNN che ha pubblicato sull’argomento un pezzo contenente una quantita’ di immondizia pseudo-climatica che ad accatastarla si supererebbero agevolmente i 3,200 metri di altitudine della stazione di Summit.

Poi, dalla piramide monumentale di immondizia della CNN, i miasmi fumanti e i rivoli mefitici sono percolati puntuali sulle testate giornalistiche di tutto il mondo. Ché così lavora il Rescue Team.

Ad aggiungere altra ilarità ad un quadro già abbastanza ridicolo, se si va a guardare i post contenuti nella pagina facebook citata, si scoprirà che solo un mese fa gli stessi esperti commentavano come sulla Groenlandia stesse nevicando troppo, ritardando così l’inizio della stagione del disgelo (come del resto si evince chiaramente dalla Fig.2 laddove la curva blu interseca quella grigia). E si attribuivano a dinamiche circolatorie gli accumuli di neve insoliti. Gli stessi esperti prevedevano come nelle settimane successive ci sarebbe probabilmente stato uno scioglimento superiore alla media a compensare quelle anomalie positive, e così è stato.

La notizia degli accumuli record di neve sui giornali non è mai arrivata, l’altra ha fatto i titoloni. E poi c’è la verità: anche nel 2021 la Groenlandia ha chiuso il suo bilancio di massa nella media del periodo.

Tutto il resto è spazzatura.

Tutto il resto, è Rescue Team.

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PS:

Giusto per comprendere meglio come esistano due narrative completamente distinte secondo che faccia caldo o freddo, forse è il caso di segnalare come nel Gennaio 2020 la stessa stazione di Summit rilevò la temperatura più bassa della serie storica, con -64,9 C. La notizia fu totalmente silenziata dai media e fu solo l’iniziativa di qualche singolo a “stanare” una conferma da parte di un ricercatore del DMI. Il dato in questione sarebbe stato non solo il più basso mai registrato per Summit, ma per l’intera Groenlandia.

Il “record” in questione non solo fu fatto sparire dalla circolazione mediatica, ma pochi mesi dopo, sorpresa delle sorprese, i “detectives” del WMO fanno una sensazionale scoperta: ovvero che trent’anni prima sulla Groenlandia si erano registrati 69 gradi sotto lo zero, così almeno si poteva desumere da alcuni vecchi archivi dimenticati chissa’ dove. Problema risolto: il record di qualche mese prima non rappresentava più un imbarazzo per nessuno.