Non capita spesso che si abbia la luna piena nello stesso giorno del solstizio d’estate, come quest’anno. Ma ad essere precisi, orologi alla mano, non in tutte le zone della Terra questa coincidenza verrà rispettata. Ecco perché
Una coincidenza che potremmo definire “per molti ma non per tutti”, parafrasando uno slogan pubblicitario di qualche anno fa. Ad essere precisi infatti, la concomitanza di giorno per solstizio e plenilunio è tale solo per alcune regioni della Terra e non per altre: questo perché entrano in gioco gli orari locali. Proviamo allora a spiegare meglio la situazione. Il tempo in cui sono espressi gli orari degli eventi astronomici è il cosiddetto “Tempo Universale”, e viene calcolato prendendo come riferimento il tempo misurato allo storico meridiano di Greenwich, nel Regno Unito. Spostandoci ad est o ad ovest di questo immaginario riferimento, gli orari locali variano: gli orologi vanno dunque spostati in avanti o indietro rispettivamente, in base ai fusi orari, per ottenere il tempo locale. Applicando questo ragionamento al nostro Paese, in questo periodo dell’anno in Italia e nella zona geografica che ricade nel Central European Time (sostanzialmente tutta l’Europa centro-occidentale ad eccezione del Regno Unito e del Portogallo) bisogna aggiungere due ore (una per il differente fuso orario e una per l’ora legale estiva) al Tempo Universale per ottenere l’orario locale corretto.
Ecco dunque che, da noi e in tutta la zona della Terra che si trova più ad est, questo solstizio d’estate si verificherà il 21 giugno e non il 20, ad orari locali sempre crescenti via via che ci spostiamo verso oriente. In Italia il solstizio d’estate si verificherà alle ore 00:34 del 21, mentre il plenilunio cadrà alle 13:02 del 20. Coincidenza persa? Pazienza, godiamoci comunque questa serata ammirando il nostro satellite naturale in tutto il suo splendore, che ci accompagnerà nel cielo per tutta la notte – tra sud est e sud ovest – e la prossima giornata, che risulterà la più lunga dell’anno, durando ben quindici ore e 15 minuti.
Fonte originale: http://www.media.inaf.it