Tre studiosi norvegesi, Jan-Erik Solheim, Kjell Stordahl e Ole Humlum hanno pubblicato uno studio dal titolo: “IL LUNGO CICLO DELLE MACCHIE SOLARI 23 PREVEDE UNA SIGNIFICATIVA DIMINUZIONE DELLA TEMPERATURA NEL CICLO 24”.
Per chi volesse approfondire lo studio è disponibile online qui: http://arxiv.org/pdf/1202.1954v1.pdf
Gli autori di questo studio hanno trovato che la temperatura dell’emisfero settentrionale varia di 0,21°C per ogni anno di durata in più di un ciclo solare. La risposta è stata trovata nella serie di dati, minuziosamente esaminati della temperatura delle Svalbard che risulta di 1,09°C per ogni anno di durata in più del ciclo solare. Gli autori hanno anche un credito per la scoperta di una nuova branca della scienza. A pagina 6 del pdf si afferma: “Archibald (2008), fu il primo a rendersi conto che la durata del ciclo delle macchie solari precedente (PSCL), ha un potere predittivo per la temperatura nel successivo ciclo delle macchie solari, se il valore grezzo (non livellato) viene utilizzato per la SCL. Ho deciso di chiamare questo nuovo ramo della scienza “solarclimatology”. Questa è simile alla “cosmoclimatology” di Henrik Svensmark, ma molto più facilmente quantificabile.”
Quello che usiamo per la solarclimatology è quello di prevedere il clima futuro. Il Professor Solheim e i suoi co-autori hanno scoperto che il ciclo solare 24, ci accompagnerà molto probabilmente fino al 2026, un dato impressionante se rapportato ad un classico ciclo solare della normale durata in media di 11 anni.
Il risultato viene estrapolato dall’utilizzo dello schema delle emissioni della corona verde di Altrock, tramite il quale possiamo arrivare a circa il 2040. Le emissioni della corona verde indicano che il Ciclo Solare 24 sarà lungo almeno 17 anni, e quindi della durata di 4,5 anni più lungo del ciclo solare 23 che già fu lungo oltre 13 anni.
Usando la relazione trovata da Solheim e i suoi co-autori, sta a significare che il declino dell’emisfero settentrionale del ciclo solare 24 sarà pari a 0,63°C, che sarà seguita da un ulteriore calo pari a 0,95°C per il successivo Ciclo Solare 25 che è graficamente indicato nella convenzione, osservando la figura 19 del pdf Solheim et al.:
L’ultima volta che abbiamo assistito a qualcosa di simile nel valore delle temperature fu nel decennio 1690-1700, quando si verificarono cattivi raccolti causati dal freddo che uccise il 10% della popolazione di Francia, Norvegia e Svezia, il 20% della popolazione dell’Estonia e il 35% della popolazione finlandese.
Come già detto sopra, il rapporto delle Svalbard è di 1.09°C per ogni anno di durata del ciclo solare. Ciò significa che sarà a capo di una totale diminuzione della temperatura di 8,2°C. La produzione agricola delle Svalbard e il resto dell’isola di Spitsbergen non saranno interessati, questo però perché non c’è produzione agricola. Questi avrà il più grande effetto su alcuni dei territori agricoli più produttivi al mondo. La lunghezza del ciclo solare in relazione alla temperatura per alcune località nel nord-est degli Stati Uniti è di 0,7°C per ogni anno, che è un buon indicatore per la latitudine degli Stati Uniti al confine canadese e quindi collegabile alla cintura di produzione del grano nordamericano.
Newman nel 1980 rilevò che il Corn Belt potrebbe spostarsi di 144 km più a sud con 1,0°C in meno di variazione della temperatura. Con una temperatura che scenderebbe di 5.2°C, il Corn Belt si sposterebbe di 750 km più a sud di Sun Belt, come illustrato di seguito:
Le prospettive per l’agricoltura canadese ora sono un po’ più terribili. Ci aspettiamo che l’agricoltura canadese si ridurrà come nel 17° secolo.
Le condizioni di freddo in Europa in questi anni hanno provocato più di 300 vittime, ed è soltanto l’inizio. Solheim e i suoi co-autori notano “Come si vede dal pdf nelle figure 6 e 7, le temperature medie norvegesi e di Europe60 hanno già iniziato a declinare verso i valori SC24 previsti”.
Riferimenti:
Newman, JE (1980). Impatti dei cambiamenti climatici sulla stagione di crescita del North American Corn Belt. Biometeorologia, 7 (2), 128-142. Supplemento alla International Journal of Biometeorologia, 24 (dicembre 1980).
ENZO
SOLAR ACTIVITY