In questo post voglio sottolineare alcune cose  degne di nota avvenute nel mese di marzo . Per iniziare, evidenzio come dalla fine di febbraio ad oggi, abbiamo avuto sul Nord Emisfero una circolazione quasi bloccata, con vaste basse pressioni fredde alle alte latitudini , ma poco mobili; al, contrario alle medio-basse latitudini, alte pressioni livellate, che ci hanno regalato un tempo noioso ed insolitamente siccitoso. Questo jet stream quasi immobile sta diminuendo sempre più il ricambio d’aria tra fascia polare e tropicale, cosa che emerge inoltre dal preoccupante indebolimento degli alisei, e da una mancanza ormai cronica delle perturbazioni atlantiche in Europa. A conferma, il calo delle temperature globali nel mese di marzo, è stato dovuto essenzialmente all’emisfero nord, in particolare  proprio alle alte latitudini. Nel comparto russo-siberiano sembra non voglia più smettere di nevicare; nuove nevicate anche intense si attendono nei prossimi giorni, derivanti una situazione barica che perdurerà sino alla fine del mese. In Canada, specie nella regione del Labrador, sono caduti quasi 2 metri di neve fresca tra la fine di marzo ed oggi, davvero insolito. In Alaska si sono avute in marzo temperature nettamente più fredde del normale. La Groenlandia a metà marzo aveva già accumulato una quantità di ghiaccio che di solito si ha nell’ultima decade di maggio, quando viene raggiunto il picco massimo stagionale.

 

 

Nell’immagine sopra è proposta la situazione barica a 500 hPa di questi giorni, molto somigliante a quella avuta durante tutto il mese di marzo; vaste basse pressioni fredde alle alte latitudini, in particolare nel comparto russo, alte pressioni perduranti a sud. Da evidenziare quel nocciolo gelido tra Canada e Groenlandia, che da qualche giorno a sta parte si è formato e pare fermo.

 

 

A distanza di otto giorni, quel nucleo freddo sul Canada è ancora, nella stessa posizione, anche se con geopotenziali leggermente più alti. Situazione barica molto simile a quella di otto giorni prima; circolazione atmosferica che sembra aver avuto un improvviso rallentamento nel mese di marzo. Ricordo che il requisito base per un raffreddamento climatico, è proprio la progressiva diminuzione di ricambio d’aria tra poli ed equatore.

Intanto, dopo Pasquetta, un parziale sbilanciamento dell’alta pressione delle Azzorre in direzione nord, farà scendere in Europa una consistente massa d’aria fredda, che riporterà la neve in pianura su molte Nazioni europee, ed a quote basse per la stagione anche sull’Italia. Da qui in poi ci potrà essere spazio per nuove ondate di freddo fuori stagione,  specie intorno al 25 aprile, ma è presto per dirlo con precisione; bisognerà poi vedere se colpiranno il Mediterraneo o rimarranno relegate all’Europa centale ed orientale. Infine, uno sguardo alla stratosfera.

 

 

Dico solo che nell’ultima decade di aprile le temperature medie a 10 hPa dovrebbero oscillare tra -42/-44 C°, qui si hanno ancora belle macchie fredde a -52 e vaste zone sotto la termica di -48; stratosfera di circa 4/5 gradi più fredda del normale.

Alessio