“MA CRESCE ANCHE IL PERICOLO PER GLI ASTRONAUTI”

Secondo alcuni rilevamenti, in questo 2014, un uomo di 30 anni all’interno di una navicella spaziale con 10g/cm² di schermatura in alluminio, potrebbe passare circa 700 giorni nello spazio profondo, prima di raggiungere il limite massimo di radiazioni assorbibili dal corpo umano. Lo stesso astronauta, all’inizio degli anni 1990, avrebbe ricevuto la stessa quantità di radiazioni in circa 1.000 giorni.

Ma cosa sta accadendo? Quello che tutti ormai sanno o quasi, cioè i Raggi Cosmici Galattici in arrivo dalla Galassia si stanno intensificando negli ultimi anni.

Ma cosa sono i Raggi Cosmici Galattici e cosa provocano al nostro clima?

I Raggi Cosmici Galattici non sono altro che una miscela di fotoni ad alta energia e particelle subatomiche accelerate che viaggiano alla velocità della luce o quasi, di provenienza da eventi violenti, come ad esempio dalle esplosioni di supernovae. Gli astronauti sono protetti dai Raggi Cosmici Galattici, in parte dalla potenza del Sole: I Campi Magnetici Solari e il Vento Solare si combinano per creare uno ‘scudo’ che scherma e respinge le particelle energetiche al di fuori del sistema solare. Il problema è che attualmente il Sole e il suo Vento Solare sono esposti a densità estremamente basse come l’intensità del Campo Magnetico solare, mai osservati così deboli durante lo “Space Age.” Di conseguenza, come risultato dell’attività solare notevolmente debole, si sono anche osservati più alti flussi di Raggi Cosmici Galattici sempre in questa era spaziale.

monitor

Nel riquadro di colore nero l’aumento dei Raggi Cosmici Galattici dal 2008

 

Questa situazione potrebbe peggiorare se, come alcuni ricercatori sospettano, il Sole dovesse entrare in una fase ancora più profonda e prolungata nei prossimi cicli solari, caratterizzati da massimi relativamente deboli e minimi profondi ed estesi. In questo caso, i deboli Campi Magnetici solari farebbero certamente poco schermo, mantenendo i Raggi Cosmici Galattici molto alti, riducendo ulteriormente anche la possibilità di restare più tempo nello spazio agli astronauti.

Ma c’è un altro aspetto molto preoccupante da considerare! Nel bilancio energetico della Terra e del suo clima, le nubi hanno un ruolo fondamentale. In particolare, si stima che in base alla tipologia delle nubi, dell’altezza e dal loro contenuto di polveri e corpuscoli, o gocce disperse nell’aria (aerosol), la copertura nuvolosa possa determinare un raffreddamento, in termini di perdita di potenza energetica per unità di superficie, di 30 watt per m². È certamente un valore importante se come si prevede il fenomeno nuvoloso dovesse coprire una porzione rilevante del globo e se dovesse persistente nel tempo: una copertura nuvolosa su vasta scala potrebbe contribuire ad un raffreddamento globale del nostro pianeta, così come al contrario la sua assenza potrebbe favorirne il riscaldamento.

Quindi in definitiva… più i Raggi Cosmici aumentano la copertura nuvolosa, specie quella bassa, più umidità sarà presente in atmosfera, di conseguenza un maggior raffreddamento… quindi più neve che porta ad un maggior effetto albedo! Se questo risulterà veritiero, allora nei prossimi anni/decenni andremo verso un drastico raffreddamento.

Sinceramente spero in una fase di raffreddamento più lento di quanto potremmo subire…

Viviamo in tempi interessanti…

Enzo
Attività Solare