Articolo di Fiorentino Marco Lubelli – Martedì 3 Dicembre 2024
Collaboratore di Attività Solare
Abbiamo scritto più volte in questi giorni come il mese di dicembre appena iniziato potrebbe avere tratti dinamici e freddi come non si vedeva da tempo, e, man mano che passano i giorni, oltre a definirsi meglio l’entità dell’irruzione polare marittima in arrivo, si delineano sempre meglio le linee di tendenza per il futuro di un mese che promette di essere tra i più freddi e nevosi degli ultimi anni. Ma, andiamo con ordine partendo dall’irruzione dell’Immacolata, vista dai tre modelli di previsione GEM, GFS ed. ECMWF.
Del tutto differenti le entrate dell’irruzione fredda da parte di GFS e degli altri due modelli con un minimo sul ligure da parte di GFS che vede anche geopotenziali più alti e una massa d’aria più contenuta sull’Europa, ben diversa invece la visione di GEM e ECMWF con una irruzione più cospicua e la possibilità di nevicate a più bassa quota. Diminuiscono, rispetto ai giorni scorsi, le possibilità di nevicate da sovrascorrimento sul nord Italia
Non sembra, infatti, per il momento, formarsi quel minimo mediterraneo in grado di determinare neve in pianura al nord, le precipitazioni sembrano oggi interessare per lo più le regioni centrali e li sarebbe gran neve sugli Appennini, come non se ne vede da anni, oltre i 1000 m. Il contesto termico resterebbe molto freddo con gelate anche in pieno giorno al nord, laddove si determinassero le condizioni per nebbie, con una circolazione al suolo che diverrebbe di giorno in giorno più continentale. Ma, la condizione di relativa bassa pressione del Mediterraneo, unita alle condizioni di particolare debolezza del VP potrebbero determinare una reiterazione della circolazione polare con nuove possibili irruzioni fredde per tutta la prossima settimana.
GFS vede una irruzione di aria artico marittima per meta mese, ECMWF vede invece la ripartenza del flusso perturbato di origine atlantica, con gran neve sul nord ovest e GEM vede invece una evoluzione ibrida tra le due precedenti, insomma, come al solito, il lungo termine è tutto da scoprire. Concludendo: nel medio termine, aumenta il freddo in entrata sul Mediterraneo centrale, nel medio lungo diminuiscono le possibilità di neve in pianura al nord, mentre il lungo termine appare ancora sotto l’azione delle correnti instabili di origine polare. Insomma dicembre come non lo vedevamo da tempo.
Fonte: Progetto Scienze