Quella piccola palla colorata che si vede sul fondo nero dello spazio e fotografata dal Lunar Reconnaissance Orbiter della Nasa, è la Terra. È il pianeta sul quale ci siamo evoluti e sul quale, ancora per molto tempo (se continuiamo così sarà per sempre!) ci toca restare.
Quel pianeta è il 3°, nell’ordine, che orbita intorno alla nostra stella che chiamiamo Sole. Una stella di classe G2V, ovvero una nana gialla con temperatura superficiale di 5777°K, che ci fornisce l’energia, la protezione magnetica e la stabilità orbitale sufficienti, affinché tale pianeta risulti abitabile.
Vi sono altri pianeti simili, più piccoli del nostro, nello stesso Sistema Solare… e sono Venere e Marte. Ma per entrambi la sorte non è stata così clemente come per il nostro. Noi terrestri abbiamo avuto la fortuna di avere un pianeta ancora vivo e con un’atmosfera ancora in perfette condizioni. Un’atmosfera che ci protegge dalle radiazioni solari e cosmiche nocive per le forme di vita basate sul carbonio, che ci protegge dagli sbalzi di temperatura incompatibili con le forme di vita come la nostra, che ha bisogno di una temperature media ambientale possibilmente superiore agli 0°.
Per la durata media della vita umana, le condizioni ambientali e climatiche del nostro pianeta sembrano non cambiare affatto.
Studiando la storia, però, sappiamo che la dinamicità del clima è tale che può stravolgere completamente la distribuzione della flora e della fauna sulla superfice terrestre, nel giro di pochissimi millenni.
Gli antichi romani, all’apice del loro vastissimo impero, erano arrivati a coltivare la vite nelle isole britanniche e il grano in Germania e Francia. Poi, dopo solo pochi decenni, il grano iniziò a non raggiungere la maturazione neanche nelle campagne di Roma, contribuendo così al crollo dell’impero.
Prima di loro, molti millenni prima, i primi uomini organizzati in tribù, cacciavano i mammuts nelle steppe siberiane, ora ricoperte di ghiaccio per gran parte dell’anno.
Ma più di recente, e parlo degli anni ’70, vaste zone del deserto del Sahara si ricopriva, per un paio di mesi l’anno, di una soffice erbetta… molto gradita ad un tipo di “pecora” selvatica locale… cacciata dagli abitanti delle città. Oggi il deserto è sempre e solo deserto. Non vi è più alcuna traccia di tale rinverdimento.
Questi sono solo alcuni cenni storici relativi al clima. Un clima che nei millenni passatti ha visto aumenti e diminuzioni di temperatura anche molto elevati rispetto ai giorni nostri. Variazioni cicliche periodiche che gli antichi avevano imparato a conoscere e che seguivano spostandosi da una zona all’altra.
Le cause della variabilità climatica del nostro pianeta sono note da tempo. Gli scienziati le hanno già individuate… ma sono difficili da calcolare con precisione e ancor più difficile risulta riprodurle con modelli accurati e attendibili.
Tutte, chi più e chi meno, sono legate alla nostra stella.
Se la principale causa delle variazioni “veloci” è da attribuire alla variabilità dell’Attività Solare (di cui quella Magnetica delle Macchie Solari è solo una delle tante), la causa delle variazioni “lente” è da attribuire alla geometria dell’orbita terrestre… che cambia continuamente (come tutte le orbite planetarie) in una continua ricerca dell’equilibrio del Sistema Solare. Un equilibrio reso sostanzialmente instabile, dalla presenza dei “giganti gassosi” che esercitano una fortissima influenza sul Centro di Massa del Sistema Solare… che non è mai coincidente col Centro di Massa del Sole, benché il 99,86% circa della massa conosciuta del Sistema Solare è contenuta proprio nel Sole.
Eppure… nonostante si sappia perfettamente che le energie in gioco nel sistema climatico terrestre sono enormi, da qualche anno a questa parte una parte della scienza, quella fortemente politicizzata e sottoposta al vincolo della disponibilità di fondi governativi, vorrebbe convincere la gente che alla base del cambiamento climatico ci sono le attività umane. Per farlo sono state stravolte alcune leggi della fisica, riscritte intere pagine di storia, eliminati completamente gli studi e i dati della paleoclimatologia, stravolta la realtà dei fatti. E tutto per che cosa…? Una decina di miglaiai di milairdi di dollari l’anno!
Allucinante!
La base sulla quale è stata fondata la (pseudo-) teoria del Riscaldamento Globale Antropogenico è la constatazione che la quantità di CO2 presente in atmosfera ai giorni nostri, rispetto al periodo pre-industriale, è aumentata. E sulla base di una serie di ragionamenti strani, è stato “deciso” che l’aumento della CO2 provoca l’aumento della temperatura. Anche se la fisica, ad inizio ‘900, aveva stabilito in modo incontrovertibile, che la quantità di CO2 presente in un sistema (che riproduce quello oceano+atmosfera) è direttamente proporzionata alla temperatura del sistema stesso. Ovvero che è l’aumento della temperatura a provocare, con un certo ritardo dipendente dalle dimensioni e dalla complessità del sistema, l’aumento della CO2. E non il contrario!
Qualunque sia la causa delle variazioni del clima, gli esperti hanno elaborato una serie di “scenari”, ovvero di ipotetiche evoluzioni del sistema nel caso in cui le variazioni della temperature seguissero effettivamente le loro ipotesi. E, purtroppo per loro, nessuno di questi scenari si è mai realizzato. Anzi… a dire il vero ogni anno che passa viene dimostrato l’esatto contrario!
Purtroppo, mediaticamente parlando, il termine “scenario” è stato tradotto in “previsione”. E quella che sarebbe dovuta essere solo una ipotesi da confermare, è diventata prima teoria e poi LEGGE. E, cosa ancor più grave, viene già insegnata nelle scuole… nonostante non sia mai stato dimostrato che ciò corrisponda alla realtà dei fatti!
Nella seconda parte di questo articolo, che pubblicheremo domani mattina, (ri-) vedremo quali sono i “meccanismi” alla base delle variazioni cicliche che caratterizzano il nostro clima.
Buona giornata
Bernardo Mattiucci
Attività Solare