Studi interdisciplinari rivelano una relazione fra l’attività del vento solare e il cambiamento climatico.

Gli effetti del Sole sul clima terrestre sono maggiori nelle regioni polari e pacifiche tropicali e l’attività dei monsoni gioca un ruolo cruciale nella propagazione della segnale solare tra differenti latitudini. Credit: Ziniu Xiao.

 

Istituto di Fisica Atmosferica, Accademia Cinese delle Scienze.

Il flusso solare è considerato la fonte di energia principale del sistema climatico della Terra su una scala a lungo tempo. Nelle recenti decadi, alcuni studi hanno evidenziato che piccole variazioni nell’attività solare potrebbero essere amplificate da un processo non lineare nel sistema climatico. Perciò, i fattori astronomici, come l’attività solare, presentano interrogativi molto interessanti e all’avanguardia per meglio comprendere il cambiamento climatico.

Vista la natura interdisciplinare di questa materia, gli studi in questo campo erano insufficienti in Cina. Nel 2012, il Programma di Ricerca di Base Nazionale Cinese ha esaminato gli effetti dei fattori astronomico e di movimento terrestre sul cambiamento climatico. Condotto dal Prof. Ziniu XIAO (Institute of Atmospheric Physics, Chinese Academy of Sciences), questo programma di ricerca durato 5 anni e che ha coinvolto scienziati in diversi campi di ricerca, ha grandemente avvantaggiato la comprensione di questo argomento.

Uno dei maggiori risultati raggiunti dalla squadra multidisciplinare riguarda la scoperta di una forte relazione fra la velocità del vento solare e l’Oscillazione Nord Atlantica (North Atlantic Oscillation, ndr), non solo su una scala temporale giornaliera ma anche da una prospettiva di variazione di anno in anno, suggerendo un meccanismo di influenza molto più veloce da parte del Sole sul sistema atmosferico, comparato alla distruzione dell’ozono. In più, il team ha migliorato lo schema della collisione e della parametrizzazione e ha valutato qualitativamente gli effetti del flusso della particella energetica solare sulla carica nuvolosa. Dunque, il team ha proposto che il vento solare e l’effetto elettrico-microfisico sia un meccanismo chiave dell’attività solare sul clima.

Con l’aiuto delle osservazioni e le simulazioni dei modelli, il team di ricercatori ha anche trovato che il segnale solare è più significativo e distinguibile su una scala temporale interdecennale in alcune regioni sensibili, soprattutto il Pacifico tropicale (ad esempio sfasamento del pattern di convezione dipolare nel Pacifico tropicale Ovest; sfasamento del pattern tipo El Nino-Modoki sulla superficie oceanica tropicale) e le ragioni monsoniche (ad esempio, rainband durante la stagione Mei-Yu; confine nord del monsone estivo nell’Est Asia). Inoltre, è stato sviluppato un modello fisico dallo stesso team per rappresentare la risposta interdecennale del sistema aria-acqua all’attività solare.

I risultati appena illustrati sono stati pubblicati in Atmospheric and Oceanic Science Letters, Journal of Applied Meteorology and Climatology, Journal of Geophysical Research, Journal of Meteorological Research, Journal of the Meteorological Society of Japan, Journal of Climate, and Advances in Space Research.

La ricerca di follow-up da parte della squadra di ricercatori è attualmente in atto e si concentra su due aspetti principali: uno riguarda gli effetti del riscaldamento del Sole e le particelle energetiche solari sul clima, nelle medie latitudini attraverso una modulazione dell’accoppiamento stratosfera polare-troposfera, e l’altro è la risposta del sistema aria-acqua nel Pacifico tropicale alla variazione interdecennale dell’attività solare e come questa risposta si propaghi alle medie latitudini attraverso l’attività monsonica in Est Asia.

Qui l’articolo originale.

Sara Maria Maestroni

Attività Solare.