Di Massimo Lupicino – 9 Agosto 2022

Sono molti anni che non guardo più i telegiornali. Talvolta capitano, però, incidenti come quello di stasera. A casa di amici, tanta gente, la TV accesa mentre si discute del più e del meno tra una tartina e una nocciolina.

Si tratta del TG1, ogni tanto l’occhio cade sulla TV, anche perché il volume è alto, lo spazio non è tanto… Si comincia col solito tributo alla guerra ucraina: crimini, morte e distruzione. Qualcuno commenta che si tratta più o meno dello stesso servizio mandato sempre uguale da 6 mesi a questa parte.

Poi con nonchalance, si passa alla cronaca: in Italia fa caldo. E anche in Francia fa caldo. E capirai, è il 5 di agosto. Ma non è un semplice caldo estivo: si tratta infatti di un caldo mortale, pare di capire. La voce dalla Francia è quella della Botteri delle grandi occasioni, quella del “minuto d’odio” di orwelliana memoria, che tributava quotidianamente dagli stessi schermi al presidente americano, quello del partito sbagliato e coi capelli arancioni.

La tartina mi va quasi di traverso, ma il beneficio del dubbio glielo concedo: e se la Botteri stesse dicendo davvero qualcosa di giusto? Due volte al giorno anche un orologio fermo dà l’ora esatta. Controllo sul telefonino che tempo fa in Francia. E concludo che l’orologio della Botteri dà sempre l’ora sbagliata, anche quando è fermo. Forse qualcuno gli muove la lancetta due volte al giorno, così, per dispetto.

In Francia, infatti, oggi ha fatto decisamente fresco. Nel nord massime intorno ai 20 gradi: aria fresca atlantica ha fatto irruzione spazzando la calura del giorno prima, e vedo anche che i temporali infuriano nel sud del paese dove avanza il fronte freddo, mentre il nord si libera e sfoggia sicuramente quel bel cielo di un azzurro così intenso che solo i cieli del nord Europa sanno regalare anche d’estate. Altro che caldo “mortale”.

Sono i rischi che si corrono quando si fa informazione-spazzatura: un evento episodico viene presentato come se fosse permanente, immutabile, eterno. Poco importa se è durato un battito di ciglia. Tanto lo spettatore è un minus habens e si deve bere qualsiasi cosa, perché la notizia è creatura del cantastorie, mica rappresentazione del reale.

Casomai qualcuno avesse dei dubbi, subito dopo il servizio sul caldo “mortale” francese, irrompe l’esperto. Nelle forme di Tozzi, quello del piccone. Lo vedo e a stento lo riconosco. Non guardo la televisione da anni, è invecchiato anche lui. Come il suo stesso catastrofismo d’ordinanza. Ma la barba brizzolata gli dà quel tono a metà tra il salotto gauche caviar e il ricercatore “sul campo” che sicuramente fa molto TG1. Peccato, l’audio non funziona, il giornalista passa ad un altro servizio. Tiro un sospiro di sollievo. Dopo il “fact check” alla Botteri mancava solo quello a Tozzi.

Peccato, l’audio ritorna, ma il tempo per fortuna è poco. Il giornalista deve fare in fretta e quindi serve subito l’assist al Tozzi: “ma questo caldo eccezionale, questa catastrofe climatica, è permanente o passeggera?” (si sente odore di Pulitzer). “È permanente!” (e ti pareva). “Dobbiamo abituarci perché sarà sempre così: caldo, fuoco, distruzione…” Intuisco che con Tozzi l’asse terrestre ha cessato di inclinarsi: avremo 40 gradi per sempre: estate eterna, sempre 5 agosto. Invece di fermare l’orologio, lui che è evidentemente più potente della Botteri, ha fermato il pianeta Terra. Con la sola imposizione… del piccone.

Il TG continua con servizi di leggerezza insostenibile: la bellezza dei parchi italiani e la classifica stilata da non si sa quale social (la gente nel servizio sembra passeggiare felice.. ma non erano tutti morti di caldo nel servizio di 5 minuti prima? Saranno mica zombie?).

Segue carrellata di icone liberal americane. Un lungo servizio su Richard Gere, invecchiato anche lui: praticamente non ha più gli occhi, solo palpebre e una fessura in mezzo. Per ricordare di chi si tratta, mandano fotogrammi del secolo scorso di Ufficiale e Gentiluomo. L’avevo lasciato che si autocelebrava sul ponte della nave di una ONG. Avrà fatto un nuovo film? O starà raccontando le solite cazzate da multimilionario hollywoodiano sui poveri del mondo?

Siccome il politically-correct deve prevalere, all’icona liberal ottuagenaria maschile, segue altro servizio su altra icona liberal ottuagenaria, ma donna. Volto noto, pare di capire. Ma non riesco a riconoscerla, probabilmente perché stravolta da un consumo smodato di bisturi.

Concludo con una certa rassegnazione che pur partendo da livelli decisamente infimi, l’edizione del TG1 di stasera aggiorna sicuramente record storici di cattivo giornalismo. Ma forse il livello dell’informazione giornalistica italiana ormai è sempre questo: immutabile, fermo, e scassato come l’orologio della Botteri e l’asse terrestre di Tozzi. E sarà pure che i TG sono entrati in campagna elettorale. Quindi dovranno abbassare ulteriormente la barra.

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Penso per un attimo che con le nuove elezioni ci sarà un nuovo CDA in rai, e magari anche dei TG meno inguardabili di questo. Penso sicuramente male, perché in 30 anni di elettorato attivo ho imparato soltanto una cosa: che per quanto uno si illuda di cambiare le cose votando, quel cambiamento non avverrà mai. E agli “errori degli elettori” si rimedierà facendo ricorso ad alchimie politiche bizantine, travestite da “alte lezioni costituzionali”.

E giacché di politica si parla, penso quanto sarebbe bello se un TG che dice di fare servizio pubblico, sfidasse apertamente i politici italiani, in questi stessi giorni di campagna elettorale. Magari proprio in campo climatico/ambientale. Con domande del tipo:

  • C’è poca acqua e c’è la siccità. Perché non sono stati costruiti nuovi invasi? Magari aumentando (incidentalmente) la produzione idroelettrica?
  • Perché abbiamo acquedotti colabrodo che non vengono mai riparati?
  • L’elettricità costa troppo. Invece di chiederci di non fare la doccia e di spegnere i condizionatori, perché non ci spiegate come mai non si è investita una lira nella produzione di energia a basso costo e da fonti diversificate?
  • Perché il nostro gas in Adriatico dorme, anzi viene succhiato dai nostri vicini croati?
  • Perché non si fa più idroelettrico in Italia?
  • Perché pur essendo stati pionieri mondiali nel geotermico adesso abbiamo paura anche solo di nominarlo?
  • Perché abbiamo dismesso le centrali nucleari il giorno dopo averle accese? Per poi comprare energia atomica francese e slovena a costi maggiorati?
  • Perché disseminiamo pale eoliche dove non c’è vento, e pannelli solari su terreni fertili?
  • Perché, piuttosto che fare vera mitigazione del rischio climatico, si preferisce bruciare miliardi di euro di denaro pubblico in progetti-barzelletta di “decarbonizzazione”, come quelli contenuti nel mitico PNRR?

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L’ultima domanda me la faccio da solo. Che ci faccio io, in una casa in cui ancora si guarda il TG1 delle 20? Sarò mica nella cena sbagliata, come Fantozzi al funerale dell’odiatissimo “megadirettore ereditario” Vignardelli Bava, morto “prematuramente” a 106 anni di rosolia? E sostituito, manco a dirlo, da uno ancora peggiore di lui?

Fonte : Climatemonitor