Nei giorni scorsi avevamo comunicato l’interruzione dell’ennesimo servizio circa i dati scientifici “scottanti” che dimostrano inequivocabilmente la svolta fredda, molto fredda, del clima del nostro pianeta. E abbiamo letto vari articoli, negli ultimi mesi, di scienziati e centri di ricerca sia climatici che meteorologici, che parlano con sempre maggiore insistenza di una possibile nuova Era Glaciale ormai alle porte.
Più volte ho parlato del Periodo di Transizione Interglaciale, termine da me coniato per identificare quel periodo della durata approssimativa di circa 10.000 anni tra un Periodo Interglaciale e quello successivo, durante il quale avvengono tutti gli stravolgimenti climatici possibili e immaginabili e relative conseguenze sulle forme di vita del nostro pianeta.
Sappiamo quindi, a grandi linee, che difficilmente qualcuno di noi potrà vedere quello che è il risultato finale di questi cambiamenti climatici… in quanto ci vorrà molto tempo. Saranno infatti i posteri a scrivere sui libri di storica ciò che realmente sta accadendo ora sul pianeta Terra. Ma nonostante ciò, moltissimi di noi assaggeranno l’evoluzione del clima e proveranno sulla propria pelle cosa ciò possa significare. Insomma… non moriremo domani tutti congelati come dei ghiaccioli… ma affronteremo alti e bassi climatici con temperature che oscilleranno regalandoci estati brevi e torride ed inverni rigidi e nevosi.
Per capire qual’è effettivamente la svolta e perché noi di Attività Solare ne siamo cosi’ convinti, al di là di tutte le cause “solari” di cui abbiamo largamente parlato nei mesi scorsi, vi invito ad analizzare le due immagini che seguono:
Le due immagini riproducono le TEMPERATURE SUPERFICIALI dei mari e degli oceani del pianeta. La prima (in alto) è del 11 giugno 2013. La seconda (in basso) del 11 giugno 2014.
A distanza di un anno possiamo trarre alcune conclusioni che spesso vengono totalmente ignorate dai grandi “esperti”.
Guardiamo 4 punti ben specifici delle mappe e analizziamone le differenze:
A) Nord Ovest Atlantico, tra Canada e Groenlandia
In questa zona il mare risulta più freddo, ma con molto meno ghiaccio. Considerate però che il ghiaccio non si scioglie solo a causa dell’acqua calda… ma anche a causa dell’acqua fredda… che è sempre e comunque più calda del ghiaccio stesso.
B) Est Atlantico, a largo del Marocco (Africa)
In questa zona notiamo un ampio raffreddamento, anche se moderato, che indica un chiaro blocco della circolazione. Ovvero l’acqua che torna giù dalle zone del Nord Atlantico è sostanzialmente più fredda del normale e questo provoca un raffreddamento di questa porzione di oceano. Motivo? Oltre alle piogge e nevicate verificatesi nell’emisfero nord (Canada ed Europa), la causa principale è una bassissima attività solare che riscalda poco gli oceani (ma questo già da qualche anno). Come sarà l’anticiclone delle Azzorre quest’anno?
C) Nord Est Atlantico, a nord della penisola scandinava
In questa zona notiamo il raffreddamento più marcato. Ad est delle isole Svaldard il ghiaccio è sceso più a sud rispetto allo scorso anno e il mare tra queste isole e la Norvegia è più freddo.
Considerando il forte rallentamento della Corrente del Golfo e il fatto che l’estate di sicuro non sarà caldissima, nel prossimo inverno potremmo assistere ad un forte recupero dei ghiacci artici nel lato atlantico.
D) Stetto di Bering, tra Alaska e Siberia
Il mare risulta più freddo e questo limita fortemente la circolazione oceanica del pacifico che notoriamente contribuiva allo scioglimento dei ghiacci artici in quella zona.
Detto questo, ciò che è evidente non è tanto un raffreddamento globale persistente ed esteso come in molti immaginano… quanto invece un forte raffreddamento molto localizzato. 2 anni fa si è verificato sulla Russia occidentale. Quest’anno sul continente nord americano. Il prossimo anno potrebbe verificarsi in Europa. Contemporanemanete si sta verificando un raffreddamento esteso anche sul sud America. e in generale anche sulla parte più meridionale dell’Africa. Anche se le SST non mostrano ciò.
Cosa significa?
Esattamente quello che vado ripetendo da anni ormai… il calo termico non è graduale come in molti sono portati a credere… ma si verifica con continui sbalzi termici molto violenti che danneggiano ovviamente l’agricoltura e il territorio. Sul lungo termine, però, il calo sarà evidente.
Prepariamoci quindi ad una estate altalenante (secondo me sarà fredda) e ad un inverno ancora con il punto interrogativo, ma che potrebbe sorprenderci!
Bernardo