La regione mediterranea è sismicamente attiva a causa della convergenza verso nord (4-10 mm/anno) della placca africana rispetto alla placca eurasiatica lungo una complessa piastra di confine. Questa convergenza è iniziata circa 50 milioni di anni fa, associata alla chiusura del Mare di Tetide, nome precedente all’attuale Mar Mediterraneo. I più alti tassi di sismicità nella regione del Mediterraneo si trovano lungo la zona di subduzione Ellenica nella Grecia meridionale, lungo la Nord Fault Zone Anatolica nella Turchia occidentale e la zona di subduzione calabrese nel sud Italia. Alti tassi locali di convergenza nella zona di subduzione Ellenica (35mm/anno) sono associati alla back-arc diffondendo in tutta la Grecia e la Turchia occidentale al di sopra della subduzione della crosta oceanica del Mediterraneo. La normale fagliazione crostale in tutta questa regione è una manifestazione di tettonica estensionale associata alla diffusione del back-arc.

La regione del Mar di Marmara è una zona di transizione tra il regime estensionale a ovest, e il regime di strike-slip nella North Anatolian Fault, a est. Il North Anatolian Fault ospita gran parte del movimento laterale orizzontale di destra (23-24 mm/anno) tra la micro-piastra Anatolica e la placca eurasiatica come alla micro-piastra Anatolian che viene spinta verso ovest per ospitare un’ulteriore chiusura del bacino del Mediterraneo causata dalla collisione delle placche africana ed araba nel sud-est della Turchia. La subduzione del Mar Mediterraneo sotto il Mar Tirreno e la zona di subduzione calabrese provoca una zona significativa di sismicità in Sicilia e in Italia meridionale. I vulcani attivi si trovano sopra i terremoti a profondità intermedie delle Cicladi del Mar Egeo e del sud Italia.

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La tettonica a zolle USGS per la zona

Nella regione del Mediterraneo c’è una traccia scritta, lunga diversi secoli, documentando sismicità pre-strumentale (pre-20° secolo). I terremoti hanno storicamente causato danni diffusi sul centro e sud della Grecia, Cipro, Sicilia, Creta, il Delta del Nilo, il Nord della Libia, le montagne dell’Atlante del Nord Africa e la penisola iberica. Nel 1903 un terremoto di Magnitudo 8.2 nell’isola greca di Citera e nel 1926 un terremoto di magnitudo 7.8 a Rodi sono stati i più grandi terremoti avvenuti nel Mediterraneo registrati strumentalmente, entrambi i quali sono associati con la zona tettonica di subduzione. Tra il 1939 e il 1999 una serie di devastanti terremoti di magnitudo 7+ strike-slip si sono propagati verso ovest lungo la zona Nord Anatolica Fault e nel 1939 un terremoto di magnitudo 7.8 nella zona di Erzincan in Turchia, nell’estremità orientale del sistema Nord Anatolica Fault. Nel 1999 un terremoto di magnitudo 7.6 a Izmit, che si trova all’estremità verso l’ovest della Turchia, ha colpito una delle aree urbane più densamente popolate e industrializzate uccidendo più di 17.000 persone. Anche se i tassi di sismicità sono relativamente bassi lungo il margine settentrionale del continente africano, grandi terremoti distruttivi sono stati registrati e riportati nel Marocco nel Mediterraneo occidentale, e nel Mar Morto, Mediterraneo orientale. Nel 1980 un terremoto di magnitudo 7.3 a El Asnam è stato uno dei terremoti più grandi e distruttivi in Africa del 20° secolo.

Grandi terremoti in tutta la regione del Mediterraneo sono stati anche noti per la formazione di tsunami significativi e dannosi. Uno dei terremoti storici più importanti all’interno della regione è il terremoto di Lisbona del 1 Novembre 1755, la cui magnitudo è stata stimata dai dati non strumentali di circa 8.0. Il terremoto del 1755 a Lisbona si pensa che si sia verificato nella zona all’interno o vicino alle Azzorre-Gibilterra, che definisce il confine tra la placca africana e quella euroasiatica al largo della costa occidentale del Marocco e Portogallo. Il terremoto è notevole sia per un grande numero di morti, circa 60.000 persone che ha poi generato uno tsunami che ha travolto la costa portoghese inondando i villaggi costieri di Lisbona.

Un terremoto di magnitudo 8.0 circa vicino alla Sicilia nel 1693 ha generato un grande tsunami che ha distrutto numerose città lungo la costa orientale della Sicilia. Un terremoto di magnitudo 7.2 il 28 dicembre 1908 a Messina è stato il più mortale terremoto europeo documentato. La combinazione tra il grande terremoto e lo tsunami ha causato nella stessa zona una stima tra 60.000 e 120.000 decessi.

Fonte USGS

Enzo
Attività Solare