Nell’articolo di ieri ho concluso il discorso con le seguenti frasi:

Per qualche motivo, che ancora non riusciamo ad inquadrare bene, il nostro Sole diventa tremendamente INSTABILE per un periodo di 12.000 anni circa, seguito da un periodo di relativa STABILITÀ della durata variabile tra 50 e 120.000 anni!

Personalmente ritengo che tale causa vada individuata nella struttura del Sistema Stellare del quale il Sole è solo una delle stelle presenti.
Ma finché non verrà individuata una o più compagne del nostro astro, tutto resterà solo nel campo delle ipotesi!

Ora, facciamo un passo indietro.
Nello studio dell’Attività Solare è emerso, sin dai primi del ‘900, che la presenza di MACCHIE SOLARI sulla fotosfera della nostra stella e relativa Attività Magnetica, hanno una certa LOGICA dipendente fortemente dalla posizione e distanza di alcuni pianeti del Sistema Solare. In particolare si è notato come, ad esempio, il pianeta Giove abbia la tendenza a “rallentare” l’Attività Magnetica, mentre, al contrario, Venere tende ad amplificarla.
Si è poi notato come l’intero ciclo solare, se inizia con Giove al PERIELIO, tende ad essere debole. Al contrario, quando inizia con Giove all’AFELIO, tende ad essere più forte.

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C’è quindi una certa DIPENDENZA diretta tra i pianeti del Sistema Solare e l’Attività Magnetica del nostro Sole.
Questo nonostante l’enorme differenza di massa del Sole (99.8%) e dei pianeti (0.2%), ma anche della distanza tra il Sole e i corpi più esterni che vi orbitano intorno.

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Partendo quindi da questi punti fermi, possiamo notare come, sul medio-lungo termine, i soli pianeti del Sistema Solare non possono essere l’unica CAUSA delle CICLICHE variazioni dell’Attività Magnetica del nostro Sole e di conseguenza del Clima del nostro pianeta.

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Considerando quindi che le Macchie Solari e quindi l’Attività Magnetica più rilevante (Flares, CME, Filamenti e Buchi coronali) sono il risultato delle INTERFERENZE esterne al Sole, come dimostra lo studio del Centro di Massa del Sistema Solare, che in base alla posizione dei vari pianeti si sposta di continuo, l’Attività Solare “normale”, ovvero in TOTALE ASSENZA di INTERFERENZE, è quella di un Sole privo di macchie.

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Ma un Sole senza macchie, nel nostro piccolo, lo abbiamo già visto. Esattamente durante il MINIMO DI MAUNDER, ovvero durante quel periodo storico noto come Piccola Era Glaciale. Per alcuni decenni gli astronomi dell’epoca non riuscirono ad osservare alcuna macchia visibile. Parallelamente il pianeta iniziò a raffreddarsi e le temperature scesero ovunque, portando inverni estremamente rigidi specialmente nell’emisfero boreale.

The Frozen River Thames (1677) in The Little Ice Age by Abraham Hondius
LONDON: The Frozen River Thames (1677) in The Little Ice Age by Abraham Hondius

Non è difficile IPOTIZZARE, quindi, che i PERIODI INTERGLACIALI CALDI siano quelle fasi dell’attività millenaria del Sole, durante le quali si hanno MAGGIORI interferenze. Ovvero durante le quali, qualche corpo celeste ESTERNO al Sistema Solare, si avvicina particolarmente ai confini del nostro Sole, facendo “pesare” la sua influenza.
Del resto anche la NASA ha confermato che rispetto alle misurazioni effettuate negli anni ’70 e ’80, nel 1995 circa (e successivamente confermato di recente), l’ELIOSFERA SI È CONTRATTA. Qualcosa sta “indebolendo” l’Attività Solare dall’esterno. Ma cosa? E perché proprio dall’esterno?

Andiamo a giocare con i palloncini…

Immaginate l’Eliosfera, ovvero la regione dello spazio delimitata dall’eliopausa nella quale la densità del vento solare è maggiore di quella della materia interstellare, come un palloncino tenuto gonfio dal vento solare (il vostro fiato). Ora appoggiatelo ad un palloncino più grosso e più gonfio e continuate a soffiare. Di sicuro il nostro palloncino si deformerà sotto la pressione dell’altro palloncino. Ebbene… se la forza del vento solare inizia a diminure, la pressione dell’altro palloncino farà in modo che il nostro si deformi maggiormente.
Abbiamo fatto l’esempio di un palloncino che poggia contro un secondo palloncino.
Ma facciamo un’altra prova…
Prendete il vostro palloncino e gonfiatelo. In aria lo sforzo non è eccessivo… ci riuscite facilmente.
Ora provate a gonfiare il vostro palloncino immergendolo in acqua. Noterete che lo sforzo è aumentato… e che appena smettete di soffiare il palloncino si sgonfia velocemente.
Questo è ciò che accade all’Eliosfera. Appena il Sole perde potenza, per qualche motivo, questa inizia a contrarsi!
Torniamo al nostro Sole.
Sappiamo che periodicamente l’Attività Solare si incrementa a tal punto da provocare cambiamenti climatici catastrofici, dando origine a quelli che noi chiamiamo Periodi Interglaciali Caldi.
Nel corso degli ultimi 800.000 anni ne possiamo individuare una quindicina circa.

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Alcuni sono più “caldi” di altri, con temperature medie a livello globale che raggiungono i 14°C o anche più, altri sono periodi più freddi, con temperature medie globali che oscillano tra i 10 e i 12°C. circa.
Ora, la Scienza ci spiega che il Sole è una stella di classe stellare “G” abbastanza comune nell’Universo conosciuto. E sulla base delle osservazioni fino ad ora realizzate, la stragrande maggioranza delle stelle simili al Sole si trovano in un sistema multiplo. Ovvero in un sistema nel quale sono presenti 2 o più stelle in rotazione intorno ad un comune centro di massa.

Sempre la Scienza, poi, ci spiega che il movimento del Sistema Solare intorno al centro dell’Universo non è “lineare”, come dovrebbe essere per una stella singola e relativi pianeti, ma un movimento complesso di oscillazioni sui 3 assi.

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In particolare il Sistema Solare ruota intorno ad un punto ESTERNO ad esso in modo tale che il movimento risultante intorno al centro della Galassia risulti, sul piano VERTICALE, con un periodo di circa 64 milioni di anni.

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Mentre completa l’orbita galattica in circa 240 milioni di anni.

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Andando ancora più indietro con la ricostruzione dei cicli climatici del nostro pianeta, scopriamo che in un passato molto remoto le temperature medie del pianeta si aggiravano sui 30°C (più del doppio rispetto ad oggi) e che in altri periodi il pianeta è stato quasi totalmente coperto dal ghiaccio.
Questo perché, oltre al movimento verticale (ovvero perpendicolare al piano orbitale) del Sistema Solare lungo la propria orbita, lo stesso ruota anche su se stesso… come accennato in precedenza. Pertanto è lecito supporre che, col trascorrere del tempo, il Sistema Solare si viene a trovare in posizioni DIVERSE rispetto al Piano Galattico.

Tutto dipenderebbe quindi dalla configurazione stellare del Sistema di Stelle del quale fa parte anche il Sole. Un sistema triplo, a questo punto, con il Sole che sembrerebbe la stella principale, e 2 stelle più piccole con orbite ellittiche. Una (pallini rossi sull’immagine di prima) più grossa, con periodo orbitale compreso tra 80 e 130.000 anni, ed una più piccola, con periodo orbitale di 100.000 anni circa.
L’interferenza generata dalla presenza a distanza ravvicinata di una o entrambe le stelle, provoca tutte quelle alterazioni nell’Attività Solare, che portano ai cambiamenti climatici cui accennavamo in precedenza (e nell’articolo di ieri) e quindi al passaggio tra Periodo Interglaciale Freddo e Periodo Interglaciale Caldo. Cessata l’interazione tra il Sole e le sue compagne, la distanza torna ad aumentare e l’Attività Solare a diminuire… comportanto il passaggio dal Periodo Interglaciale Caldo al Periodo Interglaciale Freddo.
Dai dati a nostra disposizione possiamo individuare in una concomitanza di eventi ogni 400.000 anni. Ovvero OGGI, come 400.000 anni fa, il Sole si è trovato a subire interferenze contemporaneamente sia dall’una che dall’altra stella. E questo ha prodotto un Periodo Interglaciale Caldo particolarmente stabile e duraturo.

Dove si trovano o si dovrebbero trovare tali stelle?
È difficile dirlo e dipende anche e soprattutto dalla tipoligia di Sistema Stellare.Di seguito alcuni esempi di sistemi stellari multipli.

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Questo è un esempio di sistema binario, ovvero una coppia di stelle che orbitano intorno ad un comune centro di massa. Altro esempio è che una stella “secondaria” orbita intorno alla stella “principale”. Nel caso del nostro Sistema Stellare nel quale ci troviamo, questo non è possibile a meno che non sia il Sole (e quindi il Sistema Solare) ad orbitare intorno ad una stella.

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Esempio di sistema stellare triplo nel quale una stella orbita in “equilibrio” intorno ad un centro di massa, con una stella binaria. La variazione della distanza tra una delle 2 binarie e la stella “solitaria” sarebbe data essenzialmente dalla distanza delle due componenti della binaria stessa. Per questo motivo tendo ad escludere tale configurazione per il Sistema Solare, in quanto come visto sopra, il Sole sale e scende rispetto al piano galattico di molti anni luce. Un movimento lento ma molto accentuato…

 

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Questo è lo schema del sistema triplo a noi più vicino… quello di Alpha Centauri. Come si vede nell’immagine la distanza tra Proxima Centauri e la binaria Alpha Centaury è notevole…. 13000 Unità Astronomiche. Se il Sole facesse parte di un sistema simile, vedere una compagna estremamente piccola e poco luminosa a 13000 Unità Astronomiche di distanza non sarebbe una passeggiata.

Vi possono essere poi altre tipologie di sistemi stellari multipli.

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Non so cosa pensare al momento. Sappiamo ancora troppo poco dei Sistemi Stellari multipli e non possiamo escludere che il Sole abbia come compagna una stella “singola”, un sistema Binario o che faccia parte esso stesso di un sistema binario e che vi sia da qualche parte una compagna più piccola.
Ma una cosa è certa… o quasi… i cambiamenti climatici vanno ricondotti alle variazioni cicliche e naturali dell’Attività Solare sul MEDIO-LUNGO TERMINE. E questi vanno inevitabilmente ricondotti alla CONFIGURAZIONE STELLARE del Sistema Stellare di cui il Sole è uno dei componenti principale.

Lo spazio è semplicemente immenso e la fuori vi sono una miriade di esempi da studiare. Alpha Centauri è uno di questi e anche il più vicino. Fino a 99 anni fa si ignorava totalmente l’esistenza di Proxima Centari (venne scoperta nel 1915). E fino a pochi anni fa si dubitava che un sistema binario potesse essere sufficientemente stabile da avere qualche pianeta in orbita. Eppure ve ne sono… e tanti. Uno, a quanto pare (scoperto nel 2012) anche intorno ad Alpha Centauri.

Cambiamenti climatici lenti… che impiegano decenni, secoli e millenni per attuarsi completamente. Energie a dir poco spaventose e interazioni tanto complesse che la mente umana non riesce quasi a identificarle tutte.  Uno spazio nel quale le probabilità di eventi catastrofici come l’impatto di un asteroide o di una cometa sono talmente elevati da far credere che sia impossibile sopravvivere. Eppure, basta prendere in considerazione una scala temporale più breve, come quella della civiltà umana, e si scopre che un pianeta a caso, di un sistema solare a caso, può non solo ospitare la vita… ma può farla evolvere a tal punto da renderla unica nel suo genere. Come lo siamo noi… qui… oggi… a parlare di sistemi stellari e a chiederci, ancora una volta, come sia possibile pensare di essere noi stessi la causa dei cambiamenti climatici del nostro pianeta.

Bernardo

Attività Solare