Ogni tanto si torna a parlare di temperature superficiali oceaniche, e lo facciamo confrontanto le carte di un giorno, in questo caso il 4 maggio 2016, rispetto allo stesso giorno dello scorso anno. Le differenze sono notevoli e per certi versi anche molto particolari.

Iniziamo subito dando uno sguardo alle Sea Surface Temperature dello scorso anno, quando eravamo in pieno fenomeno El Nino:

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Come vedete, quello che si nota maggiormente, è la temperatura della zona ad est dell’Indonesia, che è più bassa del solito. E questo esteso raffreddamento avviene proprio quando c’è un El Nino… durante il quale il calore oceanico viene “trasferito” nella zona orientale dell’oceano Pacifico.

Passando invece alla situazione di quest’anno, ora che El Nino è quasi terminato e le previsioni, come abbiamo visto nelle ultime settimane, ci dicono che si sta avvicinando La Nina, vediamo invece un marcato raffreddamento dell’Oceano Pacifico in zona orientale, ed un graduale ritorno alla normalità nell’area Indonesia. 20160504_global_small.fc

Vediamo quindi di analizzare 7 singole zone del pianeta maggiormente importanti per il clima:

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Nel nord-est del Pacifico la situazione è molto simile, anche se l’isoterma dei 6° C è più estesa… come lo sono in realtà anche quelle di 8°, 10° e 12°C.
Poi per le altre la situazione è pressoché invariata.

 

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Nel nord-ovest dell’Oceano Atlatnicola situazione sta cambiando. Le variazioni sono infinitesime ma estremamente importanti. La Corrente del Labrador si spinge più a sud del solito, garantendo una certa quantità di ghiaccio e temperature prossime allo zero, lungo le coste orientali del Canada, fino all’Isola di Terranova, estrema punta orientale del Canada. Da quel punto, in poi la corrente del Labrador si inabissa nelle profondità oceaniche, ma si incontra anche con le acque dolci del Fiume S.Lorenzo, che convogliano in mare una quantità enorme di acqua, molto spesso estremamente fredda a causa dello scioglimento delle nevi invernali.

 

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Nella parte a noi più “vicina”, troviamo una situazione più fredda nel mare del Nord, specialmente tra Gran Bretagna e Norvegia, mentre più a nord la situazione è sostanzialmente immutata. Ricordiamoci che, stando a quanto dichiarato più volte dai media, El Nino avrebbe dovuto sciogliere quantità enormi del ghiaccio Artico… mentre la realtà è totalmente diversa. La corrente orientale della Groenlandia, molto fredda e superficiale, la si intravede ad est dell’Islanda spingersi più verso l’interno del Mare del Nord, ed infatti, guardando l’isoterma degli 8°C, notiamo che questa ha “guadagnato terreno”!
Nel bacino del Mediterraneo, la situazione è evidente… c’è una differenza netta di circa 2°C, in meno, rispetto allo scorso anno.
Piccole variazioni apparenti, nelle altre zone visibili nella mappa, ci indicano però notevoli differenze anche a livello di circolazione atmosferica. Guardando le coste sud-ovest dell’Irlanda, ad esempio, notiamo che l’isoterma dei 10° è più bassa. Questo significa che le correnti di origine atlantica, provenienti dalla Groenlandia, faticheranno meno ad attraversare l’atlantico. E’ roba poca… ma in un contesto di “riscaldamento globale antropogenico”, durante il quale “la temperatura del mare continua ad aumentare senza sosta” (così dicono i media), tutto ciò non trova alcuna spiegazione. Evidentemente le cose non stanno come vogliono farci credere….

 

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Oceano Atlantico centrale, zona equatoriale, importantissima per l’ITCZ e le rimonte dell’Africano. Quest’anno, come vedete, è più freddo… o se preferite… è meno caldo. Staremo a vedere come evolverà la situazione….

 

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Indonesia e zona Occidentale dell’Oceano Pacifico, come detto all’inizio, quest’anno è sensibilmente più caldo. Durante l’anno dovrebbe scaldarsi ulteriormente questa zona, grazie anche a La Nina. Questa zona è di vitale importanza per il Clima dell’intero pianeta. E’ qui che si genera gran parte del calore. Il mare dell’Indonesia è un mare calmo, relativamente poco profondo, sempre molto caldo. E da qui parte la corrente, unica e molto calda, che sfocia nell’Oceano Indiano e da questo nell’Atlantico… risalendo le coste dell’Africa e attivando la circolazione termoalina che tutti noi conosciamo come Corrente del Golfo. Un percorso lunghissimo… con alti e bassi….

 

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Nel nord-ovest del Pacifico la situazione è meno preoccupante. Ma del resto era prevedibile. El Nino influenza in modo diverso… diverse zone del pianeta. E qui, nell’estremo oriente russo, la situazione è sostanzialmente meno “fredda”.

 

Infine, un confronto diretto degli eventi El Nino e La Nina, nel corso degli ultimi 116 anni circa:

ElNinoLaNina

Quanto durerà la Nina che si sta formando? Non è facile dirlo… Ma c’è da ricordare una cosa, già peraltro riportata in un articolo tempo fa: i fenomeni El Nino aumentano durante le PEG…

 

Conclusione: come più volte ho avuto modo di ricordare, questo El Nino strong è stato tutto… ma meno che eccezionale. Le temperature record sono state così elevate solo grazie alla propaganda mediatica. Localmente ci sono state ondate di calore molto elevate…, è vero, c’è stato un lungo periodo di siccità in quasi tutto il sud Europa, ed anche questo è vero, ma l’estate scorsa, nel Nord Europa (da Londra, Dublino, Berlino, Oslo ecc…) non è stata così caldo-torrida come ce l’hanno descritta… e qui da noi le temperature sono state solo di poco sopra la norma. E questo è accaduto mentre a livello marino il raffreddamento, nelle alte latitudini, continua imperterrito. Ora vedremo come si evolverà questo 2016… che si presenta ricco di novità ed eventi eccezionali.

Da parte nostra ripetiamo che è l’Attività Solare a determinare il Clima del pianeta Terra. E le prove ci sono… sotto gli occhi di tutti!

 

Buona giornata

Bernardo Mattiucci
Attività Solare