Per giorni si è parlato, discusso e analizzato più o meno criticamente, quello che è stato l’andamento della QBO (Quasi Biennal Oscillation), ovvero l’indice che descrive l’andamento dei venti stratosferici. Pochi sono coloro che, in questi ultimi giorni, sono andati alla ricerca delle cause… o concause o presunti anomalie che hanno portato la QBO ad controinvertire e tornare ad essere molto positiva… quando stava già diminuendo verso la neutralità e successivamente la negatività!

Su queste pagine ho presentato un possibile legame… indicando, nell’anomalia del Jet Stream boreale che attraversava l’equatore per fondersi con quello australe, una possibile causa o correlazione.
Ebbene… nelle ultime 48 ore ho avuto modo di intavolare un paio di confronti con dei miei contatti… anche loro in qualche modo “allarmati” da questa situazione, e dopo una bella e proficua chiacchierata con l’italianissimo Roberto Madrigali, è emerso un quadro non molto incoraggiante ma comunque interessante!

Non molto incoraggiante per le ripercussioni che tale contesto di eventi potrebbe determinare da qui a qualche anno… Ma interessante dal punto di vista didattico, in quanto ci permetterà di comprendere i legami tra l’Attività Solare e le componenti “terrestri” individuabili in Stratosfera, Troposfera, correnti oceaniche e di conseguenza temperatura. In una parola sola: clima!

In aperto contrasto con il mantra che da decenni viene ripetuto ossessivamente… secondo il quale la temperatura del pianeta sta aumentando e ovunque si osservi non ci sono altro che “conferme” di tale andamento, noi di Attività Solare abbiamo sempre ripetuto il contrario… dati alla mano, che confermano invece che la temperatura media del pianeta ha smesso di aumentare nel 1998 e che sta diminuendo da allora. Inoltre, come più volte annunciato, tale diminuzione è destinata a continuare proprio per il fortissimo (e innegabile) legame tra l’Attività Solare e il Clima del nostro pianeta. Pertanto, considerando che l’Attività Solare è in diminuzione da ormai circa 30 anni, il clima non tarderà a raffreddarsi concretamente.

 

picture1Nella figura qui a sinistra troviamo una semplicissima “parabola”, disegnata in un piano XY. Immaginiamo di avere sull’asse X il tempo e sull’asse Y le temperature. Quello che avviene, ciclicamente, è un aumento delle temperature fino ad un certo livello, seguito inevitabilmente da una diminuzione delle stesse. Tale andamento è, ad esempio, quello legato all’indice AMO… che ha determinato un aumento delle temperature per un tempo complessivo di circa 30 anni… ed ora si appresta a passare nella sua fase negativa, verificatasi già tra gli anni ’50 e ’80!

 

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Ma se questo può apparire abbastanza chiaro e semplice… meno chiaro è l’andamento della temperatura in Antartide.

Gli enti governativi NASA e NOAA, hanno ripetuto ossessivamente che la temperatura in Antartide stava aumentando e che il ghiaccio si stava sciogliendo. La realtà è ovviamente di tutt’altro stampo.
La temperatura, in Antartide, è sostanzialmente costante… e non potrebbe essere altrimenti… visto che l’intero continente Antartico è circondato da una Corrente Circumpolare Antartica molto fredda, costante e potente, che di fatto ISOLA completamente (o quasi), quello che è il nostro Polo Sud dalle correnti atmosferiche che si trovano più a nord… verso il Tropico del Capricorno e l’Equatore.

 

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Purtroppo per tanti amanti/seguaci della (pseudo) teoria del Riscaldamento Globale Antropogenico, quello che accade nelle estreme periferie sud del mondo, ha pesantissime ripercussioni anche nelle estreme periferie nord.

Infatti, una delle conseguenze del mix composto da Corrente Circumpolare Antartica e Venti Stratosferici, i quali sono influenzati dalle condizioni della Stratosfera e quindi dall’Attività Solare, è il Vortice Polare ANTARTICO.
Questa formazione ciclonica è una figura barica che ha, al suo interno, masse d’aria estremamente gelide.
Essendo poi l’Antartide tutt’altro che “basso”, tali masse d’aria si ritrovano spesso quasi a contatto con la superficie di ghiaccio.
Ma se questo accade in ambito stratosferico, quello che accade lungo le coste è di tutt’altra natura.
Qui, infatti, nelle profondità dell’oceano, si trovano decine di vulcani e sorgenti termali in continua eruzione. Sono stati scoperti da poco, sono poco studiati e questo è il principale motivo che nel corso degli anni, ha spinto molti scienziati ad attribuire alle emissioni di CO2 “umane”, la causa dello scioglimento del ghiaccio Antartico… si… esatto, avete capito bene. Pinco Pallino, che vive a Milano, Hong Kong, Londra, Roma o Bangkok ogni volta che mette in moto la propria auto, provocherebbe un piccolo scioglimento del ghiaccio a migliaia di chilometri di distanza. Ovviamente è falso, oltre ad essere una palese esagerazione che avrei potuto risparmiarmi!

 

Ebbene… come più volte è stato detto e ripetuto sulle nostre pagine, man mano che l’Attività Solare diminuisce, nel lungo periodo, diminuisce anche la temperatura della stratosfera e questo comporta un “ingigantimento” del Vortice Polare…. sia Artico che Antartico.

Male… direbbero i patiti di meteo… perché con un VP molto compatto e freddo, alle medie latitudini si patisce il caldo…

…beh… è vero fino ad un certo punto.
Infatti… guardando ciò che sta accadendo all’Emisfero Australe, si scopre una tendenza diametralmente opposto!

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Fig.1: Emisfero Australe: Venti stratosferici alla quota di 250 hPa (circa 10.000 metri s.l.m.). I venti si muovono tutti concordamente in senso orario.

 

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Fig.2: Emisfero Australe: Venti stratosferici alla quota di 850 hPa (circa 1500 metri s.l.m.)

 

Come possiamo vedere dalla figura 1 qui sopra, alla quota di 250 hPa (circa 10.000 metri sul livello del mare, dove cioè volano gli aerei di linea), abbiamo una enorme, gigantesca, persistente configurazione barica riconducibile al Vortice Polare Antartico.

Salendo di quota e raggiungendo i 70 hPa ( ), e successivamente i 10, troviamo configurazioni bariche ancora più compatte, stabili e persistenti.

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Fig.3: Emisfero Australe: Venti stratosferici alla quota di 70 hPa (circa 18.000 metri s.l.m.)

 

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Fig.4: Emisfero Australe: Venti stratosferici alla quota di 10 hPa (circa 30.000 metri s.l.m.). A questa quota si stacca un “ramo” della circolazione ciclonica che risale verso l’Australia per dirigersi poi verso l’Africa.

 

Ecco… questo è ciò che sta accadendo, in questo momento, alle varie quote, direttamente sul Polo Sud.
Ma se cambiamo la proiezione della mappa, tornando per comodità ai 250 hPa, scopriamo una cosa interessantissima:

 

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In questa mappa vediamo l’intera superficie del pianeta… con i venti stratosferici dell’Emisfero Australe (in basso) e quelli dell’Emisfero Boreale (in alto).
Si notato essenzialmente 3 cose:

  1. i venti stratosferici australiani occupano praticamente tutto l’emisfero
  2. i venti stratosferici boreali sono molto ondulati
  3. ci sono diversi punti, lungo l’equatore, nei quali si ha la connessione tra venti stratosferici di entrambi gli emisferi.

 

Ora… il problema per il prossimo inverno, secondo molti, sembra essere la QBO che non stava seguendo la normale ciclicità.

Per me, invece, il problema è di tutt’altra natura.

 

Abbiamo, nello specifico, il Vortice Polare Antartico che, di fatto, si sta allargando a dismisura e sta SPINGENDO verso l’Equatore.
Questa spinta potrebbe destabilizzare la cella di Hadley (in realtà lo sta facendo da anni) provocando una risalita, verso l’emisfero boreale, di aria calda.

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La figura è speculare per l’emisfero sud

 

Questa forte spinta da sud, spiega il perché l’ITCZ, negli ultimi anni, è salito “molto” a nord rendendo le nostre estati torride… spiega il perché i venti stratosferici di un emisfero si sono uniti all’altro emisfero quando in teoria ciò dovrebbe essere impossibile grazie ai venti Alisei, e spiega anche il perché la QBO non sta seguendo il ciclo classico.

Quali sono le conseguenze di questa forte spinta?

Difficile a dirsi al momento… si possono fare delle ipotesi… ma una cosa sembra essere chiara…: TUTTA l’intera circolazione atmosferica sta subendo un riassetto che difficilmente tornerà come prima… Ci vorranno anni, se non decenni, prima che tale riassetto si completi… e ce ne vorranno chissà quanti altri per fare il percorso opposto!
Quando, nel corso delle ultime settimane, ripetevo che le leggi alla base della meteorologia e i modelli matematici usati erano “parziali”, era per dare un’indicazione della portata del cambiamento. Fino ad oggi abbiamo studiato il meteo del nostro pianeta in un contesto di “costante aumento dell’energia” dello stesso. Ora tale energia sta diminuendo e ci troviamo, penso, impreparati a comprenderne i meccanismi.

Questa spinta da profondo sud… potrebbe essere la chiave di lettura del raffreddamento di cui parliamo… che troverà la sua iniziale massima espressione a partire dal 2020. Sarà veramente così?

Esperti di Paleoclimatologia hanno sempre ribadito il fatto che il raffreddamento che determina l’inizio dell’Era Glaciale sul pianeta Terra, parte sempre dall’Antartico. Sarà così? È con tale spinta da parte di un gigantesco Vortice Polare che ciò si realizza?

Di seguito la situazione nell’Emisfero Boreale:

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Emisfero Boreale: Venti stratosferici alla quota di 250 hPa

 

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Emisfero Boreale: Venti stratosferici alla quota di 850 hPa

 

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Emisfero Boreale: Venti stratosferici alla quota di 70 hPa

 

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Emisfero Boreale: Venti stratosferici alla quota di 10 hPa

 

E se si espandesse anche il Vortice Polare Artico, come ha fatto il Vortice Polare Antartico, cosa accadrebbe alle nostre latitudini?

Teoricamente un’espansione a livello emisferico del VP Artico è impossibile. La differenza, ENORME e FONDAMENTALE, tra i 2 emisferi è la distribuzione delle terre emerse rispetto agli oceani. Nell’emisfero Australe abbiamo, alle medie-alte latitudini, Sud America, Africa e Australia… ma le distanze tra una costa e l’altra sono “irrisorie”. Nell’emisfero Boreale, invece, abbiamo il Nord America e il continente Euro-Asiatico. E qui le distanze tra una costa e l’altra sono enormi. Ecco perché i venti stratosferici antartici sono così costanti e ben distribuiti, mentre quelli artici sono estremamente ondulati e frammentati. Fortuna nostra… per alcuni versi… sfortuna per altri… visto che ogni ondulazione che scende verso sud porta freddo… ed ogni ondulazione che sale verso nord porta caldo. E lo scontro, come vediamo in questi giorni, porta pioggia (quando le temperature sono superiori ai 3°C circa)…

Che bel futuro che ci aspetta!

Buona giornata
Bernardo Mattiucci
Attività Solare

 

P.S.: Le immagini dei venti stratosferici sono tratte dal sito: https://earth.nullschool.net/