Autore: Guido Guidi
Data di pubblicazione: 25 Marzo 2018
Fonte originale:  http://www.climatemonitor.it/?p=47914

Se qualcuno non se ne fosse accorto – per i non addetti ai lavori sarebbe comunque normale – gli effetti dello Stratospheric Sudden Warming della prima decade di febbraio sono tutt’altro che sopiti. La redistribuzione della massa atmosferica innescata dalla propagazione dalla stratosfera alla troposfera dell’inversione delle velocità zonali, con buona probabilità segnerà in modo decisivo il carattere della primavera, almeno nella sua prima metà.

Un segnale abbastanza chiaro che avevamo individuato già nelle prime mosse della propagazione, concretizzatasi poi in una prima importante discesa di aria polare continentale verso le medie latitudini europee a fine febbraio e in una seconda recente ondata di freddo – largamente mitigata dall’avanzamento della stagione.

Ma la faccenda, dicevamo, non è finita qui. L’effetto più significativo dell’SSW, oltre naturalmente alle ondate di freddo, è la persistenza di una circolazione atmosferica sull’area Euro-Asiatica che vede la persistenza di un’anomalia positiva del campo di massa (quindi di condizioni medie di alta pressione) tra il nord Atlantico e il nord Europa, da cui discende non solo il rinnovarsi di correnti antizonali fredde lungo il bordo orientale dell’anticiclone, ma anche una posizione molto bassa di latitudine del getto polare, da cui discende a sua volta la presenza di un cavo d’onda e di anomalie negative della pressione atmosferica sul Mediterraneo.

Tutte cose che, appunto, non depongono bene per le settimane a venire. Ma da cos’è un Sudden Warming Stratosferico, quali sono i suoi effetti e da cosa dipende la loro propagazione?

Ce lo spiega in un linguaggio che ai più smaliziati potrà sembrare troppo semplice, ma che ha il pregio di rendere l’argomento comprensibile a tutti, un articolo uscito si Atmospheric Sciences:

How Sudden Stratospheric Warming Affects the Whole Atmosphere

Il titolo è esplicativo: gli SSW, specialmente quelli di tipo major, coinvolgono l’intera colonna atmosferica, quindi non solo lo strato immediatamente sotto la stratosfera, la troposfera, dove ha luogo il “tempo atmosferico”, ma anche lo strato superiore, la mesosfera, dove si innescano fenomeni fisico chimici altrettanto importanti. Fenomeni che hanno effetti sulla distribuzione della concentrazione dei gas atmosferici, quali ad esempio l’ozono. Particolarmente interessante poi e, per chi scrive anche piuttosto nuovo, il paragrafo dedicato a quella branca delle scienze atmosferiche che sta letteralmente bruciando le tappe ultimamente, la meteorologia spaziale o, come ormai tutti lo conoscono, lo “space weather”. Gli SSW, innescando delle modifiche importanti anche negli strati atmosferici più elevati, hanno impatto anche sullo space weather, ovvero sul complesso sistema di interazione tra il Sole e la Terra che ne coinvolge i campi magnetici e i flussi di energia, risultando ad esempio in variazioni dell’efficienza della propagazione delle onde radio paragonabili a quella di una tempesta geomagnetica.

Insomma, una lettura davvero interessante, anche per una domenica pomeriggio!

Enjoy.