Il minimo solare sta finendo e sta entrando nel vivo il ciclo solare 25.
Tuttavia, rimangono molte perplessità sulla reale potenza del prossimo ciclo. Vediamo ora insieme di dipanare alcuni dubbi.

Partiamo da alcune considerazioni interessanti fatte da Mauro Messarotti, Fisico solare dell’università di Trieste e riportate su mediaInaf.

Innanzitutto il rapido inizio di ripresa avutosi a novembre 2020 e successivo (seppur altalenante) incremento, vanno a scongiurare l’ipotesi di un Maunder, proiettando l’attuale minimo verso un simil Dalton:

Oltre a questo, altre interessanti considerazioni sono state fatte dai ricercatori di Trieste: 

Quando il Sole è molto attivo, il vento solare è denso e veloce, e scherma le particelle di minore energia dei raggi cosmici, riducendo l’impatto che questi hanno sui sistemi tecnologici e su quelli biologici».

Quando l’attività solare è bassa, contrariamente a quanto detto prima, il vento solare è diluito e lento e non scherma in modo efficace le particelle dei raggi cosmici (così come le espulsioni di massa coronale) il cui flusso è quindi significativamente aumentato e con esso il rischio per i sistemi tecnologici e biologici. Inoltre la statistica mostra che le super tempeste geomagnetiche, come ad esempio quella del 1921 (o quelle del 1815 durante il Dalton), i quali hanno avuto impatti devastanti sulle attività umane, si sono verificate spesso in cicli solari di modesta entità, e non nella fase del massimo bensì nella fase di salita verso il massimo (circa 1 e mezzo dalla fine del minimo) e in quella di discesa verso il minimo (circa 3 mesi prima dell’inizio del minimo). Vedasi ad esempio anche le tempeste solari del ciclo 24: le più potenti si sono avute nel settembre 2017 (3 mesi dall’inizio del minimo) e ad agosto 2011 (un anno e mezzo dalla fine del minimo).

«Quindi», conclude Messerotti, «il fatto di avere un ciclo solare di modesta entità non garantisce che non possano verificarsi perturbazioni di space weather di carattere estremo. Anzi, più probabile il contrario.”

E questo spiegherebbe il perché eruzioni vulcaniche maggiori e frequenti avvengono durante profondi minimi solari: dopo lunghi periodi senza macchie e con vento solare molto lento e ridotto, all’improvviso si sviluppano macchie enormi che producono super tempeste solari.

Il campo magnetico è debole e non riesce a schermare il flusso elettromagnetico di particelle, il quale va a creare forti correnti elettriche indotte nel mantello terrestre (Il magma è un materiale ferromagnetico, ossia ottimo conduttore di elettricità): i moti convettivi nel mantello divengono violenti ed impetuosi, il magma diventa molto fluido ed instabile. La velocità di riempimento delle camere magmatiche aumenta fortemente. Di pari passo, l’incremento dei moti convettivi determina placche litosferiche più instabili (aumento terremoti).

Proiezioni per i prossimi mesi:

Possiamo individuare i tal senso le fasi principali: la prima, del pre-risveglio, è iniziata nel novembre 2020 e si contraddistingue per un’attività solare ancora bassa (entro una media di 50 macchie giornaliere) ma in lento graduale aumento. La seconda e più importante è quella del “risveglio”, ossia quel momento cruciale in cui il Sole esce definitivamente dal minimo;  tale periodo, contrassegnato dalle tempeste solari più forti di tutto il ciclo, dovrebbe presentarsi nei primi mesi del 2022, in particolare tra marzo ed aprile. Attività solare che poi continuerà a crescere fino al 2024; dopodiché si stabilizzerà raggiungendo il massimo solare ad inizio 2025. Nuova fase di minimo attesa nel 2030.

Sarà interessante tenere d’occhio la fase di “risveglio “che avremo durante la prossima primavera: la statistica ci racconta che le tempeste solari peggiori si sono avute proprio in cicli deboli, con effetti potenzialmente devastanti per la tecnologia attuale. Le stesse eruzioni vulcaniche principali si sono avute in prossimità di forti eruzioni solari. Il Laki eruttò nel 1783, grazie alle super tempeste che precedono la fase di minimo. Oppure il Tambora, esploso nella fase di salita del ciclo solare 6 (Dalton minimum). Da non sottovalutare nemmeno la fortissima attività solare che accompagnò gli anni del terrore della Rivoluzione francese: tra il 1790 ed 1793 vi furono condizioni di El Niño Strong permanente , le quali condizionarono non poco la produzione agricola. Per chi non lo sapesse, El Niño si sviluppa nell’Oceano Pacifico in profondità, nella zona di subduzione di 3 diverse placche (attività endogena fortissima). Seppur una certa scienza ufficiale tende a negare tra le cause di El Niño il vulcanismo sottomarino, appare ovvia la correlazione… tra l’altro è il luogo dove avviene la maggior emissione di magma al di sotto del mare è proprio il Pacifico equatoriale… nel 1792 ci fu anche l’eruzione dell’Unzen in Giappone, provocando 14 mila morti e un mega tsunami.

In conclusione, ci attendiamo la fase di “risveglio” la prossima primavera, con rischio di ripercussioni serie sulla geologia e le telecomunicazioni. Tra l’altro a marzo avremo eccezionalmente ben 9 pianeti in congiunzione: Venere-Marte-Saturno quadrati al nodo lunare e Urano da una parte, e Giove-Nettuno-Sole-Mercurio da un’altra …

Se ci aggiungiamo poi che fine marzo-inizio aprile (maree equinoziali destabilizzanti) è statisticamente il periodo più propenso a disastri geologici (vulcano islandese 2010 eruttato ad aprile, Tambora 8 aprile 1815, Ilopango 24 marzo 536 , sisma Fukushima marzo 2011) l’attesa sale…

A presto

Alessio