Quando parliamo di calo dell’attività solare con tutte le conseguenze del caso, non lo facciamo – solo – per velleità scientifica, perchè ci sta a cuore che le informazioni in circolazione non siano manipolate per fini politici e/o economici.
Anche. Ma non è tutto.
Sempre più, siamo messi a confronto con la realtà quotidiana che cambia e che sta iniziando a far sentire le sue conseguenze. Sto parlando di estrema e repentina variabilità delle condizioni atmosferiche e di temperatura: freddo e nevicate intense, prolungate e fuori stagione; piccoli falò per riscaldare le vigne – leggevo sta mattina un articolo in cui si iniziano a contare i danni. Altri problemi si cominciano ad avere negli USA e Canada per quanto riguarda le coltivazioni dei cereali: l’Italia è un importatore di cereali dagli USA.
Non ultimo, l’articolo di oggi: alcuni ristoranti della catena “Hello Bistrot” hanno chiesto ai cittadini di Pittsburgh di comprare meno insalata perché le condizioni climatiche hanno influito sulle scorte di lattuga, insalata iceberg, broccoli e cavolfiori…:
“Sta infuenzando tutti, dai supermercati ai ristoranti”, dice John McClelland, capo dell’ufficio operazioni di Paragon Foods, un fornitore di circa 800 fra ristoranti, ospedali e scuole. “Vediamo una volatilità nel mercato delle foglie che normalmente non vediamo”.
Il 95% circa di lattuga mangiata negli USA arriva dalla Contea di Yuma in Arizona, che produce da Novembre a fine Marzo, o la Salinas Valley in California, che produce da Marzo fino alla fine di Ottobre, ha detto Mr McClelland.
Un inverno tiepido anticipato la stagione in Arizona e una primavera bagnata ha ritardato la semina in California, ritardando questa stagione e creando diverse settimane di gap nella disponibilità di lattuga.
Il prezzo di una scatola di 24 capi di insalata iceberg, che costerebbe tipicamente 20$ o 25$ in Pittsburgh, è schizzato a 65$. Il prezzo è aumentato di quasi 50$ e ci vorranno diverse settimane per tornare ai livelli usuali, ha detto Mr McClelland. Il prezzo dei broccoli è tornato normale, ma quello dei cavolfiori è ancora elevato.
I supermercati hanno visto alcuni scaffali vuoti e prezzi schizzati.
Questo articolo riguarda gli Stati Uniti, ma lo vediamo anche qui che le coltivazioni di alberi da frutto stanno soffrendo per questa ondata di freddo anomalo. Non credo che le coltivazioni della verdura se la passino meglio. Ne risentiranno di sicuro i prezzi, ma forse avremo a disposizione una minore quantità di alimenti o una minore varietà.
Significa che siamo già chiamati a confrontarci con tematiche relative alla nostra organizzazione quotidiana, saremo probabilmente chiamati a modificare le nostre abitudini di spesa, di alimentazione,… siamo pronti?
Suggerisco di cominciare ad esercitare la propria flessibilità individuale, partendo dal quotidiano e dal piccolo: ad esempio, invece che mangiare la dose abituale di biscotti a colazione, cominciare a mangiarne uno di meno, per poi via via allargare ad altri ambiti. Nessuno nasce con la flessibilità: si è più o meno inclini a ciò, il resto si acquisisce con l’allenamento 😉
Sara Maria Maestroni.