Il freddo si fece sempre più intenso, per periodi sempre più lunghi, su aree sempre più vaste. E la popolazione di ogni dove ne soffriva, si ammalava e moriva di fame. A nulla erano valse le patetiche rassicurazione degli “esperti sul clima”, che da decenni preannunciavano l’imminenza dello sciogliemento totale dei ghiacci polari e l’aumento incontrollabile del livello delle acque oceaniche e delle temperature. La gente si limitava a guardare fuori dalla finestra, vedeva le cime perennemente innevate, e la pioggia torrenziale che flagellava il proprio raccolto durante il periodo estivo. E da quello scenario apocalittico ne traeva una sola conclusione: la fine del mondo, per come lo conoscevano, nel quale erano nati e cresciuti, si stava concretizzando.

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Qualcuno si era attrezzato per tempo, costruendo rifugi sotterranei per sfruttare il calore geotermico e riscaldare così gli ambienti abitabili, oppure costruendo delle serre nelle quali coltivare il cibo. Ma il Sole non lo si vedeva per lunghi periodi. Settimane intere vissute in una penombra desolante che colpiva per lo più l’animo della gente.

Ma la maggior parte di loro, quelli che decenni prima si erano trasferiti nelle grandi città in cerca di lavoro e fortuna, si erano ritrovati protagonisti di una saga fantascientifica in classico stile dark-horror… con bande di criminali senza scrupoli che vagabondavano per i quartieri malfamati in cerca di qualunque cosa fosse commestibile. E qualcuno, sotto l’effetto di qualche potente droga d’altri tempi, aveva iniziato a cibarsi anche di carne umana.

Gli eserciti avevano imposto il coprifuoco e sparavano a vista. Ma le orde di barbari sanguinari erano tante, troppe, e non avevano nulla da perdere. Loro, le forze dell’ordine, avevano a mala pena la forza psicologica di andare avanti, sicuro di uno stipendio e di un tozzo di pane da riportare alle loro famiglie, trincerate in centri di assistenza ben organizzati e protetti, molto simili ai lager delle guerre mondiali di storica memoria.

Pian piano, dopo i primi anni di impaziente malinconia e depressione, la gente stava riscoprendo l’importanza della famiglia, della società, degli amici più stretti. Gli unici con i quali si poteva condividere quel cambiamento epocale da pochi previsto e da molti sottovalutato.
I politici, ormai spariti nell’ombra oscura dei loro idilliaci bunker sotterranei, avevano ripetuto fino all’ultimo minuto che nulla sarebbe accaduto e che con la tecnologia si sarebbe risolto ogni problema.
Ma la tecnologia tanto amata dai potenti e sbandierata ai quattro venti come la soluzione ovvia di qualunque tipo di problema, fu la prima a scomparire. Vittima sacrificale di una società in declino, fin troppo dipendente da un’unica fonte di energia, quella fossile, che sul quel pianeta un tempo azzurro aveva scatenato ogni sorta di conflitto armato. Dal più innocuo sputo reciproco in sede istituzionale, al conflitto nucleare preventivo… perpetrato per evitare l’uso di armi nucleari. Una chiara contraddizione cui pochi avevano badato, presi com’erano dall’inutile corsa al guadagno economico.

Ora il clima era cambiato veramente.
La fascia temperata raggiungeva i 30 ° di latitudine. In quella fascia ristretta vi erano essenzialmente due stagioni distinte… una fresca ed una flagellata da violenti temporali, devastanti temporali e venti impetuosi.
Il resto del pianeta viveva un’unica lunga stagione fredda… caratterizzata da neve e gelo estremo durante i 6 mesi invernali, e freddo sopportabile durante i 6 mesi estivi.

Trasporti, produzione di cibo, e quant’altro, che prima di quei cambiamenti veniva assicurato giornalmente dalle grandi multinazionali che si erano accaparrate il patrimonio di tutto ciò che esisteva in natura, ora veniva assicurato localmente e solo in alcuni casi sporadici a livello regionale.
Ognuno, in quel nuovo mondo post-cambiamento climatico, doveva preoccuparsi per la propria sussistenza.

Non erano mancati gli eventi naturali… quelli che ti gelano l’anima alla sola idea di averli vissuti.
I grandi supervulcani del mondo avevano fatto a gara a chi si risvegliava per primo e nel mentre il cambiamento del campo magnetico terrestre aveva fatto impazzire gli animali… e quei pochi viaggiatori e mercanti che si basavano ancora sulla bussola per orientarsi.

In tutto quell’apocalittico scenario privo di luce e serenità, però, le urla dei bambini che giocavano e si divertivano ad inseguire una palla di gomma, facevano ben sperare.
Il futuro era il loro ed alcuni avrebbero sicuramente vinto.
Gli adulti tutti, nessuno escluso, avevano perso.

Per espiare i loro peccati ora non dovevano far altro che resistere e sopravvivere.
Uniti, nel bene e nel male, finché morte non li separi!

 

Bernardo