Di Fiorentino Marco Lubelli – Giovedì 12 Dicembre 2024
Siamo alle prese con gli ultimi strascichi del maltempo di origine polare marittima che ha portato tanta neve in Appennino, e in generale, uno degli inizi di dicembre più freddi degli ultimi anni.
Evidente sia l’origine dell’aria fredda, proveniente dall’Islanda, fortemente sotto media, che il percorso che essa ha fatto per interessare alla fine proprio il Mediterraneo centrale e l’Italia che ha vissuto la prima decade di dicembre più fredda dal 2017. Ora però cambia tutto, si afferma in maniera perentoria l’anticiclone delle Azzorre. La sua espansione verso est determinerà l’arrivo di aria fredda verso le regioni adriatiche con residua instabilità proprio nel weekend.
Quanto durerà questa fase di tempo mite, anche se contraddistinto da nebbie e inversioni? Probabilmente tutta la prossima settimana. Sarà dunque una fase stabile e mite, soprattutto in quota, piuttosto breve. Infatti la debolezza del VP determinerà le condizioni per nuove ondulazioni del getto che lasciano seri dubbi sulla stabilità del tempo nel periodo natalizio.
Questa sera abbiamo due distinti pattern scelti dai modelli principali per il periodo prenatalizio. Il primo, sposato da GFS e GEM vede un VP “stirato” sui paralleli tra Canada e Scandinavia con ondulazioni che potrebbero portare irruzioni polari sull’Europa. Diversa invece la previsione di ECMWF che vede un VP multilobato, davvero in forte difficoltà e pronto a determinare le condizioni per una irruzione di tipo artico.
C’è da dire che in tutte le previsioni di questa sera abbiamo un VP canadese piuttosto attivo, questo impedirebbe la definizione di un blocco alle correnti atlantiche duraturo, per cui le ondulazioni del getto sarebbero piuttosto veloci e senza, al momento, fasi fredde di assoluto rilievo. Quindi, in conclusione, possiamo confermare un dicembre e probabilmente, un Natale dinamico, certamente invernale, ma senza nessun segnale, al momento, dell’arrivo del gran freddo, per il momento ancora troppo lontano per interessare il Mediterraneo centrale.
Fonte: Progetto Scienze