L’articolo pubblicato qualche mese fa sul Journal of Geophysical Research Atmospheres, trova un forte legame tra i cicli solari, la naturale quasi-biennial-oscillation (QBO) e l’inverno prolungato del vortice polare. Gli autori, utilizzano l’ozono come indicatore di modulazione dell’inverno stratosferico artico, della quasi-biennial-oscillation (QBO) e il ciclo solare.

In questo studio viene constatato come la QBO e il forcing solare alle basse latitudini possono perturbare il tardo inverno del vortice polare, probabile via divergente dell’onda planetaria, causando una ripartizione iniziale del vortice sotto forma di improvvisi riscaldamenti stratosferici (SW). La QBO e gli improvvisi riscaldamenti stratosferici sono a loro volta stati collegati all’attività solare, suggerendo come il Sole potrebbe essere la causa del flusso del vortice polare e della variabilità del blocco del Jet Stream.

Di conseguenza, l’abbassamento del Jet Stream guidato dal vortice polare, sono i responsabili del freddo inverno da record che ha colpito quest’anno gli Stati Uniti, che i warmist tentano disperatamente di accusare l’uomo, responsabile dell’emissione in atmosfera di CO2, ma che questo lavoro e molti altri suggeriscono che le variazioni del Jet Stream sono invece legate alla variabilità solare e quindi alla variabilità naturale.

Infine un inciso, questo studio non fa altro che avvalorare la teoria, se ne avessimo ancora bisogno, di ulteriore conferma come sia il Sole in primis ad influenzare il clima e la meteo, sia nel breve che nel lungo periodo, e non certo la CO2 come una parte della scienza vuol farci credere.

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QUASI BIENNIAL OSCILLATION, L’INFLUENZA DEL CICLO SOLARE NELL’INVERNO ARTICO E LA TOTAL OZONE

Article first published online: 21 MAY 2014

Re-Fai Li Ka-Kit Tung

La Totale Colonna di Ozono (TCO) osservata dai satelliti e i dati raccolti dal 1979 dall’European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (ECMWF) sono utilizzati come tracciante atmosferica per studiare le modulazioni invernali dell’Artico, della Stratosfera, della Quasi-Biennial-Oscillation (QBO) e del Ciclo Solare. Abbiamo trovato che sia la QBO che il forcing solare, alle basse latitudini possono perturbare il vortice polare fino al tardo inverno.

Questo probabilmente tramite divergenze delle onde planetarie, causando così una ripartizione iniziale del vortice sottoforma di improvviso Warming Stratosferico (WS). Come risultato, la TCO all’interno del vortice polare a fine inverno può aumentare di ~ 60 DU durante il massimo solare o una fase orientale della QBO, o entrambi, rispetto allo stato meno turbato che si ha quando il ciclo solare è al minimo e la QBO è in fase ovest. Inoltre, dal massimo al minimo solare, durante la fase est della QBO, la variazione della TCO è risultata essere statisticamente insignificante.

Pertanto, l’inversione, l’effetto Holton-Tan, riportato in alcuni studi precedenti con temperature della stratosfera più bassa, non è evidente nel comportamento della TCO dato, sia dalle osservazioni che dalle assimilazioni.

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/2013JD021065/abstract

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ATTIVITA’ SOLARE